giovedì 1 luglio 2010

L’ARTE DI CLAUDE LORRAIN

Pittore francese noto in Italia come Il Lorenese (Champagne 1600-Roma 1682). Visse e operò quasi esclusivamente a Roma, dove si era trasferito giovanissimo, già nel 1613 (nel 1616 partecipò alla decorazione pittorica di Villa Lante di Bagnaia, presso Viterbo). Fu allievo del Cavalier d'Arpino e soprattutto di Agostino Tassi, paesaggista ed esperto di decorazione architettonica (era un apprezzato quadraturista). Il contatto con i pittori naturalistici nordici (Brill, Elsheimer) stimolò in lui quell'osservazione minuta della realtà che è componente fondamentale della sua arte. Sensibile al fascino e all'atmosfera della campagna romana e delle sue rovine, creò un tipo di paesaggio classico in cui prevale il senso della varietà e della bellezza della natura, evocata attraverso la storia e il mito. Attento agli esempi dei Bolognesi e di Poussin, attuò un processo di idealizzazione della realtà servendosi della luce come tema essenziale della vicenda poetica. Le opere del primo periodo, direttamente ispirate alla vita quotidiana, sono caratterizzate da effetti luministici contrastati

clip_image002[4] (Veduta di Campo Vaccino a Roma, Parigi, Louvre ).

Dopo il 1640 una maggior serenità compositiva si accompagna a una luminosità più diffusa (Agar e l'Angelo, Londra, National Gallery). Raggiunta la piena maturità stilistica, a iniziare dalla metà del quinto decennio del sec. XVII, compose alcuni dei suoi capolavori (Narciso ed Eco, Londra, National Gallery), dove il paesaggio si anima di favole classiche. Un sentimento idilliaco-pastorale pervade le opere tarde (Pastorale, Birmingham, City Art Gallery). Dagli anni trenta in poi, tutto viene ampliamente documentato dal suo “Liber Veritatis” dove, oltre alle opere realizzate, vengono riportate le fonti delle committenze. Un vero e proprio prezioso diario che permette una meticolosa ricostruzione dei suoi rimanenti cinquant’anni di vita artistica.

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