Fotografo francese (Lione 1923). Combattente nella
Resistenza durante la seconda guerra mondiale, dal 1945 al 1948 ha studiato ingegneria meccanica alla Scuola centrale della sua città. Diventato professionista della fotografia nel 1950, dal 1952 al 1980 ha fatto parte dell'agenzia
Magnum Photos parigina, segnalandosi ben presto come uno dei massimi esponenti del fotogiornalismo francese, insieme a
H. Cartier-Bresson, suo maestro, ed E. Boubat. Ha documentato le misere condizioni di vita della popolazione africana e ha realizzato moltissimi reportage in Asia, concentrando la sua attenzione soprattutto su Vietnam, Cambogia e Cina: è stato uno dei primi fotografi occidentali a poter entrare in quest'ultimo Paese, nel 1957.
Jeune fille à la fleur, Washington, 1967
È l'autore di una delle foto più emblematiche del Sessantotto,
Manifestazione contro la guerra del Vietnam, in cui una donna affronta una selva di fucili spianati tenendo in mano un fiore. Tra le sue pubblicazioni spiccano
Women of Japan (1959),
Ghana (1964),
Les trois bannières de la Chine (Le tre insegne della Cina, 1966),
Face of North Vietnam (1970),
Visions of China (1981),
Gares et trains (Stazioni e treni, 1983),
Forty Years of Photography in China (1997).
Fonte
Tour Eiffel, Paris, 1953
Una suora di Saint-Vincent de Paul abborda gentilmente un tassista, Parigi 1953
Leeds, 1954
Un ingegnere nella mensa dell’acciaieria di Anshan, Cina 1954
Alcuni dei suoi clichés sono diventati veri e propri modelli fotografici. La leggenda vuole che Riboud abbia realizzato i primi scatti all’età di 14 anni, con la Vest-Pocket utilizzata dal padre in trincea durante la prima guerra mondiale. Nel 1950 lascia il primo lavoro da ingegnere per dedicarsi alla fotografia ed entra a far parte della Magnum nel 1953, la celebre agenzia di fotogiornalismo della quale sarà a lungo dapprima vice-presidente, e poi presidente nel 1975. Qui rimarrà fino al 1980. Da allora in poi continuerà ad andare in giro per il mondo, soprattutto in India, Cina, Vietnam, Stati Uniti, Medio Oriente.
Nelle sue fotografie non traspaiono alcun voyeurismo, né vero intento documentario, ma piuttosto la volontà di condividere e scambiare, l’espressione di un’idea dell’uomo e dei suoi valori morali. Lo spirito della fotografia risponde in lui a un bisogno di vita, a un desiderio di incontro e di scoperta dell’altro nella sua diversità talvolta esotica, ma spesso abbastanza simile alla nostra.
L’insieme delle fotografie raccolte per questa mostra propone una scelta di immagini, tratte esclusivamente dai viaggi di Marc Riboud in Oriente dall’inizio degli anni Cinquanta ad oggi. I luoghi che visitò molte volte nella vita e dove ancora oggi si reca, Cina, India, Turchia, Giappone, Vietnam vengono così rievocati anno dopo anno, talvolta identici e immutabili, talaltra scossi da rivoluzioni di società che hanno apportato fondamentali modifiche agli stili di vita. Tuttavia, più che un’immagine della società, Marc Riboud cerca prima di tutto l’incontro con gli uomini, ciò che affiora dal loro animo, nell’attesa che “la verità interiore emerga alla superficie delle cose”, vuole trapassare il loro cuore con un flash per cogliere la profondità delle persone nonostante le apparenze ingannevoli.
Più che “il momento decisivo” che caratterizzava Cartier-Bresson, Marc Riboud coglie l’espressione fuggevole di un fatto, proponendo un’immagine decisamente più personale del mondo, in una visione allargata della realtà. In questo sembra essere il precursore di una tendenza sviluppatasi successivamente negli anni Settanta, quando al reportage si unisce l’impegno umano che in Marc Riboud non si traduce mai in una forma di voyeurismo della miseria o della violenza, ma sempre in un senso di rispetto, condivisione e comprensione.
Fonte
Afghanistan 1955
Bénarès, India, 1956
Dalai Lama, 1956
Les cinq téléphones d'un ingenieur, 1957
Shopwindow, Tokyo, 1958
Ghana, 1960
Bangkok, 1969
Maternité, 1971
Huang Shan, 1985
Angkor, 1990
Jeune Bonze in Angkor, 1992
Gong Li, Chine, 1993
Liu Li Chang, Pechino 1965
Le petit lapin, jardin du Mandarin Yu, Shanghai, 2002
All images © Marc Riboud
http://www.marcriboud.com/
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