lunedì 22 marzo 2010

MOMÒ FU CALASCIBETTA

Ho scoperto Momò navigando in Internet, dove di lui se ne parla ovunque, tanto, e fin dalle prime immagini e sue dichiarazioni ho provato una simpatia naturale per le sue opere e per il suo operare.

Uguale e tanto diverso da me. Tanto uguale, non nel senso di uniforme, piatto e magari omologato ma, al contrario…..individuo assolutamente individuale, però uguale nella tensione per la giustizia, pace e felicità sulla terra….e uguale nella ricerca di nuovi linguaggi della Pittura, che non è né morta né obsoleta come anelano gli “artecontemporaneisti” al potere..

E uguale anche nel sogno di ri-integrare le Arti divorziate, riproponendo la unità tra Pittura, Scultura e Architettura, che è il cammino dell’Arte Pubblica (il “No hay más ruta que la nuestra” del nostro caro David Alfaro Siqueiros) e, insomma, distanti ma con una rotta ugualmente e assolutamente controcorrente e definita …. “caminantes somos y por el camino andamos” come dice Saramago…….lavorando e cercando di contribuire onestamente e dignitosamente con il nostro piccolo “granito de arena” a cambiare le cose.

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COMISO PARK, acrilico, cm200x300, 1984

E, senza saperlo né conoscerci, abbiamo incrociato varie situazioni e personaggi che hanno lasciato tracce profonde in questo cammino, come il maestro Gabriele Mucchi a Milano che ospitò Momò nei suoi primi mesi milanesi, nello stesso studio del Maestro che io frequentavo, e dove ho posato come modello per i suoi dipinti sulla morte di Pier Paolo Pasolini; come il maestro Aurelio C. che frequentammo entrambi in periodi differenti…e poi Mario De Micheli e, insomma, quei grandi artisti e intellettuali che fino alla fine hanno lottato per un’arte nuova in una Italia verticale, dignitosa e onesta.

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ACQUE GIALLE A CEFALA DIANA, acrilico, cm124x62, 1981

Momò è un “disegnatore satirico di razza” disse Mario De Micheli……

E’ vero. E’ un Pittore di quelli che disegnano prima di tutto e soprattutto, e il colore lo usa in funzione del disegno e del senso del suo lavoro. Ma può benissimo anche farne a meno del colore, e dipingere monocromo, anzi, personalmente lo preferisco senza colori, che mi sembra più potente, poderoso e monumentale.

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GIOCHI E SPASSI DEGLI EROI DI COMISO PARK, disegno, cm.150x200,1984

Caricaturista graffiante del nostro Belpaese corrotto, provinciale, decadente, con una satira pungente e grottesca della politica e del costume con i suoi magistrati, politici, cardinali, portaborse e ruffiani, baldracche e banchieri della prima, seconda e terza repubblica, che ricordano certi espressionisti tedeschi come Otto Dix o George Grosz o, in Italia le critiche graffianti delle consuetudini borghesi degli Strapaesani come Mino Maccari o più recentemente Alberto Manfredi, quel bravo Pittore e Incisore di Reggio Emilia che fu mio Maestro a Firenze.

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IL GELATO DI TARIQ, diesgno, cm150x120, 2002

Ma senza più spigoli e contrasti eccessivi: Momò è mediterraneo, e il suo “espressionismo” è rotondo, sinuoso, solare, pieno di mezzi toni, e pieno anche di anelli, brilli, brillanti e lustrini, colorini e dorature, coriandoli in un carnevale comico e teatrale, pieno, gonfio, straripante e bianco e nero come il barocco spagnolo o quello coloniale, che è tragico…..come lo è oggi la realtà italiana che, forse, è anche più tragica, senza che si sappia, o ibernata nella indifferenza, incoscienza, omertà, e l’arroganza e la vanità del Belpaese che fu.

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INSOSTENIBILE LEGGEREZZA, terracotta, ocre, refrattaria, h.cm35, 2002

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LA STANZA DI MOMO, disegno, cm33x66, 2004

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LABIRINTO VERTICALE, acrilico, cm200x150, 1993

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LADY LEDA SENZA CIGNO, disegno, cm50x35,1989

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LADY LEDA, disegno, cm180x140, 2002

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LO STUDIO DI MOMO, disegno, cm50x40, 2004

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MAGISTRATI, acrilico, cm70x50, 1979

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NEI VICOLI DI PALERMO, disegno, cm60x80, 2006

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OMAGGIO A MOZART, acrilico, cm50x40, 2006

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ORA PRO NOBIS, acrilico, cm35x50, 1979

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PIAZZA DELLA VERGOGNA, acrilico e matita, cm200x450, 1986-87

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PICCOLA MATERNITA' N.2, acrilico, cm66x33,2005

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Fonte

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