Visualizzazione post con etichetta guerra. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta guerra. Mostra tutti i post

sabato 8 luglio 2017

ANOTHER VIETNAM 1965-1975



For much of the world, the visual history of the Vietnam War has been defined by a handful of iconic photographs: Eddie Adams’ image of a Viet Cong fighter being executed, Nick Ut’s picture of nine-year-old Kim Phúc fleeing a napalm strike, Malcolm Browne’s photo of Thích Quang Duc self-immolating in a Saigon intersection.
Many famous images of the war were taken by Western photographers and news agencies, working alongside American or South Vietnamese troops.
But the North Vietnamese and Viet Cong had hundreds of photographers of their own, who documented every facet of the war under the most dangerous conditions.
Almost all were self-taught, and worked for the Vietnam News Agency, the National Liberation Front, the North Vietnamese Army or various newspapers. Many sent in their film anonymously or under a nom de guerre, viewing themselves as a humble part of a larger struggle.
We had to be extremely careful because we had limited amounts of film that had been distributed to us by our paper. For us, one photo was like a bullet.
Nguyen Dinh Uu

Equipment and supplies were precious. Processing chemicals were mixed in tea saucers with stream water, and exposed film was developed under the stars. One photographer, Tram Am, only had a single roll of film, 70 frames, for the duration of the war.
Faced with the constant threat of death by bombing, gunfire or the environment, these photographers documented combat, civilian life, troops on the Ho Chi Minh Trail, resistance movements in the Mekong Delta, and the bloody impact of the war on the innocent.
Some were photographing to document history, while others strove to use their cameras as weapons in the propaganda war. Shooting clandestinely in the South, Vo Anh Khanh could never get his photos to Hanoi, but exhibited them in the mangrove swamps of the Mekong Delta to inspire resistance.
Many of these photographs have rarely been seen in Vietnam, let alone in the rest of the world. In the early 1990s, photojournalists Tim Page and Doug Niven started tracking down surviving photographers. One had a dusty bag of never-printed negatives, and another had his stashed under the bathroom sink. Vo Anh Khanh still kept his pristine negatives in a U.S. ammunition case, with a bed of rice as a desiccant.
One hundred eighty of these unseen photos and the stories of the courageous men who made them are collected in the book Another Vietnam: Pictures of the War from the Other Side.
“The vast dark forest was my giant darkroom. In the morning I’d rinse the prints in a stream and then hang them from trees to dry. In the afternoon I’d cut them to size and do the captions. I’d wrap the prints and negatives in paper and put them in a plastic bag, which I kept close to my body. That way the photos would stay dry and could be easily found if I got killed.” Lam Tan Tai
“During the American bombing, I took my most memorable photos. I actually shot a photo of Senator John McCain’s plane falling out of the sky over Hanoi. I was proud of that photo and wanted it to convey a message of patriotism in the face of foreign invasion.” Vu Ba


















>>>

domenica 1 marzo 2015

WAR FOR MINERALS | ERBERTO ZANI

Guerra per i minerali 
(Repubblica Democratica del Congo)



Repubblica Democratica del Congo, regione del Nord Kivu, catena montuosa del Masisi. Coltan e Manganese sono metalli rari, presenti per la maggior parte in questa zona del Congo: utilizzati nella produzione di cellulari, computer e tablet, il loro valore di mercato è così alto da interessare multinazionali ed organizzazioni criminali. Per destabilizzare la situazione politica e controllare il traffico dell’estrazione mineraria, vengono finanziati gruppi armati in guerra tra di loro. Sotto la supervisione dei compratori in Ruanda, miliziani spietati gestiscono il territorio, sfruttando le popolazioni locali ed impadronendosi delle risorse naturali per acquistare altre armi, aumentando così il proprio potere e creando un circolo vizioso difficile da debellare. A Rubaya, piccolo insediamento tra le montagne del Masisi, detta legge il movimento armato dei Nyatura: formatosi dalla secessione, nel 2010, dal movimento ribelle CNDP (poi divenuto M23), il gruppo è composto prevalentemente da congolesi di etnia Hutu.


 Reintegrati come alleati dell’esercito regolare F.A.R.D.C., nemici fino a qualche anno fa, i Nyatura non ricevono alcun compenso dal governo: sopravvivono sfruttando liberamente la popolazione locale di Rubaya, controllando l’estrazione delle risorse minerarie (Coltan e Manganese) e gestendone le vendite. All’interno delle montagne circostanti, le miniere sono buchi profondi 20 metri, malamente puntellati da assi di legno: sotto lo sguardo vigile dei Nyatura, i minatori lavorano in condizioni precarie e spesso, soprattutto nella stagione delle piogge, si verificano incidenti mortali causati da improvvisi crolli nei tunnel.Il materiale estratto viene prima portato a spalle al fiume, per essere setacciato e lavato, poi in città dove viene pesato, caricato su camion scortati dai militari e in seguito trasportato e venduto in Ruanda. A Rubaya non di rado i miliziani abusano della popolazione civile con esecuzioni sommarie, stupri e l’imposizione di pesanti tasse o giornate di lavoro non retribuito in miniera. Nella piccola città, cresciuta tra fango e violenza, le uniche attività che prosperano sono i locali dove l’alcol scorre a fiumi ed il bordello, dove centinaia di ragazze-bambine lavorano per meno di un dollaro a prestazione.



L’intero reportage si può vedere sul sito www.erbertozani.com.
“War for Minerals” ha ricevuto diversi premi ed onorificenze in alcuni dei più prestigiosi concorsi fotografici al mondo:- PX3, Prix de la Photographie Paris 2014, primo premio categoria “Press War” (catalogo PX3 2014); – IPA, International Photography Awards / Lucie Awards 2014: Menzione d’Onore nelle categorie “Deeper Perspective Finalist” ed “Editorial General news” (catalogo 2014 Annual Award IPA Book); – MIFA, Moscow International Foto Awards 2014: Menzione d’Onore, categoria “Conflict”; – Photographer’s Forum 34th Annual Spring Photography contest (Los Angeles): finalista con Menzione d’Onore  (catalogo “Best of photography 2014″).



      
 Biografia dell’autore Erberto Zani (Parma, 1978) lavora come fotografo e giornalista freelance specializzato in tematiche sociali.



Dopo gli studi in Arti Grafiche applicate all’Istituto d’Arte Paolo Toschi e in Storia dell’Arte Contemporanea all’Università di Parma, ha collaborato stabilmente, dal 2004 al 2007, con il quotidiano “Gazzetta di Parma”. Freelance dal 2008, il suo lavoro include reportage da alcune delle zone più difficili del mondo tra cui il dopo terremoto ad Haiti, gli effetti delle mine antiuomo in Cambogia, l’odissea dei profughi somali in Nepal, la vita all’interno delle favelas di Medellin in Colombia, le miniere di carbone a cielo aperto in Jharkhand ed il festival Hindu del Maha Kumbh Mela in India, i profughi siriani in Libano. Membro dal 2011 dell’AIRF, Italian Press Photographers Association, collabora con numerose Organizzazioni Non Governative e Onlus italiane ed estere. Ha pubblicato i volumi fotografici “Drops of Life” (2010), “Haiti: fragments” (2010), “Hope” (2011), “Sahel” (2012), “Babanagar, Colombia” (2013), “Maha Kumbh Mela” (2014) e “Tsiry Parma” (2014).erbertozani@gmail.com
Calendario 2015 sul tema dei minerali clandestini http://mineraliclandestini.it/http://mineraliclandestini.it/



Il coordinamento nazionale Solidarietà e Cooperarione CIPSI, con sede a Roma e che associa 28 organizzazioni non governative di sviluppo (ONG) ed associazioni che operano nel settore della solidarietà e della cooperazione internazionale, ha realizzato il calendario 2015 incentrato sul tema dei minerali clandestini del Congo: le immagini pluripremiate del fotografo Erberto Zani sono accompagnate da testi di importanti giornalisti italiani. Un’iniziativa di sensibilizzazione verso una tematica molto spesso trascurata.  http://solidarietainternazionale.it

Petizione per la TRACCIABILITA’ dei MINERALI
Sempre nel 2014, il CIPSI ha lanciato la Campagna “Minerali Clandestini” www.mineraliclandestini.it con una petizione su CHANGE.ORG per chiedere all’Unione Europea e all’ONU una seria e definitiva tracciabilità dei minerali evitando ulteriori finanziamenti di guerre per il controllo dei giacimenti (come già successo in passato per i diamanti).















Copyright © Erberto Zani 

All Rights Reserved.




>>>

sabato 29 novembre 2014

I FOTOGRAFI DELLA GRANDE GUERRA

Scatti di vita quotidiana al fronte realizzati dai soldati durante la Prima guerra mondiale. La mostra 'I fotografi della Grande guerra', dedicata al centesimo anniversario del primo conflitto mondiale, è aperta dal 27 novembre 2014 al 10 gennaio 2015 alla Galleria del Centro Ceco, in via Gian Battista Morgagni 20, a Milano. In esposizione fotografie inedite, scattate tra gli anni 1914 e 1918, da tre soldati cecoslovacchi: Gustav Brož, inviato prima sul fronte italiano e poi su quello russo: Jan Myšicka sul fronte ungherese e su quello italiano e Jenda Rajman dall'ospedale sloveno di Podmelec. Le immagini sono state riscoperte a distanza di novant'anni e rappresentano una testimonianza diretta degli aspetti quotidiani del conflitto, dalla vita sul fronte, al coinvolgimento dei civili, al dolore fisico e psicologico (Daniela Solito) 































>>>

ShareThis

post<li>
Related Posts with Thumbnails