lunedì 5 luglio 2010

YANN ARTHUS-BERTRAND IN MOSTRA A ROMA

La mostra di Yann Arthus-Bertrand inizia con il video del making of, il primo di molti altri piccoli video documentari trasmessi in loop nella splendida cornice dei Mercati di Traiano.

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“… le sottolineature sono esagerate, le nuvole diventano drammatiche, i colori troppo saturi finiscono per diventare elementi posticci. Dove va a finire la storia? Lo abbiamo visto con Haiti, con gli scatti di Port-au-Prince dopo il terremoto del 12 gennaio. [...] Ciò significa travestire la realtà per produrre qualsivoglia effetto estetico. Temo che qualsiasi fotografo che scelga di non indulgere in tale oltraggioso abbellimento possa venire considerato non buono” - Jean-François Leroy.
Jean-François Leroy è il creatore del Visa Pour l’Image, il festival europeo più importante dedicato al fotogiornalismo. In questa lettera aperta, diffusa di recente per aprire l’edizione di quest’anno, continua a denunciare l’impatto esagerato del digitale sulla fotografia d’inchiesta, un fatto ormai assodato, ma che ancora si scontra con lo sdegno dei puristi della fotografia. È la solita questione tra “apocalittici” e “integrati”.
Ma non tutti gli autori si rivolgono alla fotografia come fine ultimo del proprio lavoro. Per alcuni artisti o reporter la fotografia, il video, i suoni diventano semplici apparati per comunicare. Yann Arthus-Bertrand può essere definito più che un fotografo, uno che usa la fotografia. Forse è per questo che utilizza senza problemi, ma soprattutto senza esagerazioni, il digitale. Non ne ha bisogno.

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Se guardiamo i lavori con cui è diventato famoso vediamo che c’è sempre un’idea forte dietro i suoi progetti, fondata sull’accumulo e sul collezionismo. Con “La Terre vue du Ciel” ha mappato la terra vista dall’alto: a bordo di un piccolo elicottero ha sorvolato alcune delle zone ancora incontaminate per farne un prontuario di bellezze del pianeta visto dall’alto, bellezze sempre più rare e per questo da conservare.

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Remains of a burned tree, Ivory Coast (Photographer: Yann Arthus-Bertrand)
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Maelifellssandur, Myrdalsjökull Region, Iceland
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Koh Panyee, Phang Nga, Thailand
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Village-enclos Massaï au sud de Narok, Rift Valley, Kenya

Arthur-Bertrand costruisce ogni suo progetto con finalità ecologiche o sociali.

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Un giorno, racconta il fotografo francese Yann Arthus-Bertrand , si trovava a sorvolare un deserto quando a causa di un guasto all’elicottero dovette fare improvvisamente atterrare. Venne accolto da un famiglia che viveva in un accampamento sperduto e che gli offri tutto ciò di cui aveva bisogno. Yann, parlando con il capo famiglia, fu stupito da una sua considerazione: “Se riesco dare il sostentamento alla mia famiglia sono felice. Mi basta questo”. Fu lì che maturò il concetto dietro a “6 Miliardi di Altri”: formò una troupe da inviare ai quattro angoli del mondo per cercare persone appartenenti a ogni popolo e porre loro 50 domande importanti. Il montaggio di queste riflessioni sulla vita costituisce la serie di documentari dell’installazione video ai Mercati di Traiano, che, appunto, non è una mostra di ritratti (anche se i ritratti fotografici fanno parte di “6 Miliardi di Altri”). Avvertenza: armatevi di tempo e buona volontà. I documentari sono tanti, interessanti, ma possono stancare tutti assieme. Per fortuna possono essere visti anche da casa collegandosi al sito web.
La visione di tutta questa umanità, saggezza, storie di vita ed emozioni fa un certo effetto che resta addosso uscendo dalla mostra. Ci sembra di sentire tutti più vicini e di capire appieno le risposte a quelle domande e anche se ci sembrerebbe di essere diversi, “6 Miliardi di Altri” cerca di dirci il contrario.
6 Miliardi di Altri di Yann Arthus-Bertrand
fino al 26 settembre 2010
Martedì-domenica ore 9.00-19.00
La biglietteria chiude un’ora prima
La mostra è accessibile ai disabili solo parzialmente

whttp://www.6miliardidialtri.org/
http://www.alphabetcity.it/index.php?com=articolo&id=5012
http://www.yannarthusbertrand.org/
http://www.goodplanet.org/
Fonte

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