venerdì 10 settembre 2010

ZWELETHU MTHETHWA

(Durban, Sudafrica, 1960; vive a Città del Capo), invece, dalla metà degli anni Novanta sta rivisitando, tramite fotografia, pittura e video, tematiche tradizionali legate al Sudafrica (spiritualità, maternità, ruolo dell’uomo, figura dello sciamano), ottenendo spesso risultati innovativi. Come dimostra il video Flex –in cui si vede il volto di un giovane che sta compiendo un’azione indecifrabile– proiettato alla 51° Biennale di Venezia. Contrariamente alla Singh, Mthethwa continua a descrivere la povertà, ponendosi però l’obiettivo di dimostrare come quest’ultima non sia sempre sinonimo di degradazione.

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Le sue immagini più famose, infatti, che fanno parte del ciclo Untitled, raccontano la vita delle persone immigrate (dalla campagna ai margini di Città del Capo) mostrandone l’umanità, l’orgoglio e la dignità. Così, il fotografo sudafricano ha realizzato ritratti in grande formato di uomini, donne e bambini all’interno delle proprie baracche: gli occupanti hanno sempre lo sguardo diretto verso l’obiettivo, mentre le loro abitazioni sorprendono per le pareti tappezzate con materiali di riciclo (giornali, riviste, buste di plastica che contenevano minestra liofilizzata o detersivo, carta della cioccolata) e per la quantità di oggetti (da quelli d’uso quotidiano ad altarini e candele accese). E sono proprio gli oggetti, così come accade nelle foto della Singh, ad assumere una valenza particolare, perchè danno profondità e personalità a luoghi che altrimenti anonimi. Per completare l’effetto, Mthethwa usa colori sgargianti che, oltre a fornire una grande varietà emozionale, sono elemento di identificazione per i membri della comunità dei contadini neri immigrati.
Il fotografo sudafricano non si considera un realista (perchè non si limita mai a registrare la realtà quanto piuttosto ad evocarla tramite i dettagli) ma nemmeno un artista. Vorrei essere visto come un image-maker” dichiara.
Mthethwa ha ricevuto molti riconoscimenti internazionali, tanto che nel 1999 (dopo solo quattro anni dall’inizio del suo impegno in fotografia) ha abbandonato l’insegnamento per dedicarsi completamente alla carriera artistica. Da allora ha allestito mostre nelle gallerie e nei musei di Stati Uniti, Italia, Germania, Spagna, Francia, Svizzera e –naturalmente– Sudafrica.
Zwelethu Mthethwa è un pittore, un fotografo, un docente all'università di Cape Town, una persona sensibile, un uomo socialmente impegnato. Forse questa brevissima descrizione puo' aiutare a capire perchè, in un breve arco di tempo, è diventato uno degli artisti sudafricani piu' conosciuti ed apprezzati nel mondo.

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From the series Sugar Cane, 2003
Photograph (c) Zwelethu Mthethwa /All Rights Reserved

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Untitled (from the Sugar Cane series) 2006.

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From the series Sugar Cane, 2007
Photograph (c) Zwelethu Mthethwa /All Rights Reserved

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Untitled
Photograph (c) Zwelethu Mthethwa /All Rights Reserved

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Untitled
Photograph (c) Zwelethu Mthethwa /All Rights Reserved

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Untitled
Photograph (c) Zwelethu Mthethwa /All Rights Reserved

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Untitled
Photograph (c) Zwelethu Mthethwa /All Rights Reserved

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From the series Interiors, documenting the domestic lives of migrant workers around Johannesburg, South Africa. Photograph (c) Zwelethu Mthethwa /All Rights Reserved
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Zwelethu Mthethwa Untitled II, 2004

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Untitled, 2003

Flak Photo July Weekend features work of South African photographer, Zwelethu Mthethwa. There's a link to the beautiful Photographer Video's. Worth the time to view or just listen to them. And incredibly Flak Photo is giving away 3 signed copies of the book to their Facebook fans! Join them.
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"Since Apartheid's fall in 1994, South African photography has exploded from the grip of censorship onto the world stage. A key figure in this movement is Zwelethu Mthethwa, whose portraits powerfully frame black South Africans as dignified and defiant individuals, even under the duress of social and economic hardship.
Photographing in urban and rural industrial landscapes, Mthethwa documents a range of aspects in present-day South Africa, from domestic life and the environment to landscape and labor issues. His stunning portraits often portray rural immigrants on the margins of South African cities, revealing the efforts of his subjects to maintain their cultural identities through their choices in clothing, and the decoration of their dwellings. His singular oeuvre challenges both traditional conventions of African commercial studio photography and Western documentary work, marking a transition away from the typical exoticized images that encapsulate what curator Okwui Enwezor describes as "afro pessimism."

Zwelethu Mthethwa: Inner Views
Exhibition July 15-October 24, 2010
The Studio Museum in Harlem
144 West 125th Street, NYC

Fonte

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