Viene dal principe Urbano Riario Sforza Barberini Colonna di Sciarra il drammatico appello sulla forte propensione a vendere quello che è il più antico ponte romano per la cifra simbolica di 1 euro a chiunque sia in grado di tutelarlo e prendersene cura salvandolo così da un prossimo crollo, siano essi inglesi o americani, giapponesi o anche tedeschi. Il ponte in questione si chiama Ponte Lupo, situato sull'agro romano lungo la via Prenestina e databile al 144 a.C.
Il principe Barberini, discendente del papa Urbano VIII, ha spiegato come si sia ormai persa nel corso degli anni quella magnificenza e quel prestigio culturale di Ponte Lupo, all'interno della tenuta "San Giovanni in Campo Orazio" nel quale secondo quanto narrato dalla leggenda ebbe luogo la battaglia tra gli Orazi ed i Curiazi. A distruggere e ledere questo prestigio e magnificenza è stato, a detta del principe, lo sfregio legato alla cementificazione abusiva e selvaggia, le discariche ed anche la prostituzione.E' quindi questo un quadro disperato e desolante frutto di una situazione di degrado culturale che, come ha spiegato lo stesso principe Barberini, non cambierà fino a quando la politica ed insieme la società stessa non si renderà conto che tutto il mondo della cultura, della storia e dei nostri grandiosi beni culturali rappresentano il carburante che porta avanti e mette in moto la nostra nazione dal quale possono essere anche tratti, tra le altre cose, profitti importanti. Quello di cui si sente fortemente l'esigenza è però che questi tesori incommensurabili vengano tutelati, preservati e non abbandonati e lasciati a se stessi.
E' questa del Ponte Lupo, difatti, una situazione incredibile e allo stesso tempo incomprensibile per gli stessi numerosi archeologi che arrivano nella tenuta, come è successo di recente con un gruppo di studiosi provenienti dall'Australia. Urbano Barberini ha concluso aggiungendo una nota di nostalgia al pensiero del tempo di Maffeo Barberini che, dopo l'elezione al soglio pontificio con il nome di papa Urbano VIII, ricevette in qualità di ospita gradito in Vaticano il grande Bernini sapendo che il celebre artista gli avrebbe permesso di rimanere nella memoria dei posteri grazie alla magnificenza delle sue opere e della sua arte. Era un tempo, insomma, in cui era il potere ad inchinarsi all'arte, cosa che al giorno d'oggi risulta completamente, drammaticamente rovesciata.
Rossella Lalli
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