sabato 31 luglio 2010

PREMIATA AIDA MULUNEH

La fotografa etiope è la vincitrice dell’International Award of Photography 2010 assegnato nell’ambito della rassegna Spilimbergo Fotografia

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La fotografa etiope Aida Muluneh e' la vincitrice dell'International Award of Photography 2010 assegnato nell'ambito della rassegna Spilimbergo Fotografia, giunta alla 24/a edizione e organizzata dal CRAF (Centro regionale di ricerca e archiviazione della fotografia). Il premio è stato consegnato il 24 luglio scorso a Spilimbergo (Pordenone).

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L'edizione 2010 della rassegna e' stata presentata a Pordenone alla presenza dell'assessore regionale Elio De Anna, per il quale la manifestazione ''si ripropone nel segno della continuita' ma anche della novita'''.
''Il CRAF - ha quindi ricordato - svolge un'opera a 360 gradi di ricerca, archiviazione e restauro del patrimonio fotografico. Ha riacquisito in questi ultimi anni quello che deve essere il suo ruolo principale, che e' di conservare per valorizzare, di proporre iniziative di alto tenore ma con forti radici nel territorio''. Accanto all'International Award sara' assegnato il Premio ''FVG Fotografia'', promosso dal Consiglio regionale e assegnato a George Tatge; a Massimo Crivellari andra' il riconoscimento riservato a un artista del Friuli Venezia Giulia. Nevio Martinuzzi e Gianpaolo Pauletto riceveranno infine il Premio ''Amici del CRAF''.
Fonte
Aida Muluneh was born in Ethiopia in 1974 but she didn’t spend much time there as a child. After many years of traveling and moving from one place to another she finally settled in Canada where she studied photography. She later moved to the US where she started to work as a photographer for The Washington Post. She now lives in Addis Ababa.
 clip_image001[4]© Aida Muluneh
clip_image003[4]Bread Offering © Aida Muluneh
clip_image004Church Flag © Aida Muluneh
clip_image006Church Women© Aida Muluneh
clip_image007Clay Woman © Aida Muluneh
clip_image008Girl in the Light © Aida Muluneh
clip_image009Priest By Door © Aida Muluneh
clip_image010Priest Robe© Aida Muluneh
clip_image011Tin Shop © Aida Muluneh
clip_image013Window © Aida Muluneh
Fonte
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© Aida Muluneh Spirit of Sisterhood 2000
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© Aida Muluneh The Embrace 2001
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You know what this pic makes me think of Cesaria Evora..it's like it captures her eternal melancolie..hun..interesting ..even thought it's not her..

clip_image006[4]Woman In Doorway, Dese, Welo, Ethiopia © Aida Muluneh
clip_image007[4]© Aida Muluneh
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E SE PASSATE FATE PIANO

(CHE FATA DORME AL MATTINO)
 Roberto Vecchioni a Musica in Castello.
Venerdì 20 agosto, cortile della Rocca Municipale di Busseto.
Parole e musica con il cantautore...

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Tra il 1999 e il 2000, su richiesta del Ministero della Pubblica Istruzione, ha tenuto più di ottanta conferenze nelle scuole e nelle università italiane e francesi, incontrando oltre 80.000 studenti sul tema "musica e poesia" e illustrando l'evoluzione storica e letteraria della "forma" canzone dalle origini ai giorni nostri. Il professore è anche uno tra i più grandi cantautori italiani che ha contribuito a scrivere dagli anni Settanta ad oggi la storia della canzone italiana.
Roberto Vecchioni - che ha recentemente riscritto in chiave psicoanalitica, per Einaudi, favole classiche raccolte nel libro "Diario di un gatto con gli stivali" (2006) e per Frassinelli ha collezionato liriche giovanili ne "Di sogni e d'amore" (2007) - sale sul palcoscenico della rassegna culturale delle Terre Verdiane "Musica in Castello", venerdì 20 agosto alle 21.30 a Busseto, nel cortile della Rocca Municipale.
E se passate fate piano (che Fata dorme dal mattino): questo il titolo dell'incontro con il cantautore, tra parole e musica, a cura di Enrico Grignaffini, con uno tra i più grandi jazzisti italiani Patrizio Fariselli al pianoforte e la scenografia dell'emergente pittore e scenografo parmigiano Andrea Cantagallo. L'evento è il penultimo appuntamento del cartellone della stagione 2010.
Vecchioni, tra note e dialogo, incontra il pubblico. Da L'uomo che si gioca il cielo a dadi, 1973 ai testi scritti prima per Ornella Vanoni, Patty Pravo, Anna Oxa, fino agli ultimi album, passando per Samarcanda, proseguendo per trent'anni la sua attività di insegnante di greco, latino, italiano e storia nei licei classici.

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Oltre 20 album nell'anima. Il brano "Voglio una donna", da "Camper" che vince il "Festivalbar" come canzone più ascoltata dell'anno. Numerose tournèe di successo ne i più grandi teatri italiani, la pubblicazione di libri e saggi, le collaborazioni con articoli di fondo e commento per parecchi giornali italiani.
Sempre con Einaudi, nel 2002, Vecchioni ha pubblicato la raccolta dei testi di tutta la sua produzione discografica col titolo "Trovarti, amarti, giocare il tempo". Nel 2007 esce il cd "Di rabbia e di stelle" (Universal).
Tanti i premi e riconoscimenti ricevuti, tra i quali spiccano la nomina a "Cavaliere Ufficiale della Repubblica " conferitagli dal presidente Carlo Azelio Ciampi, l'Ambrogino d'oro del Comune di Milano, il "Premio Giorgio La Pira, " il premio "Scanno " per la narrativa, due premi "Tenco" alla carriera e il premio "Angelo dell'anno" per le sue attività di impegno nel sociale.
In caso di maltempo l'evento si svolge nel Teatro Verdi.
Informazioni sul carnet completo: Piccola Orchestra Italiana, tel. 380-3340574.
Ufficio Stampa Dott.ssa Francesca Maffini

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GONÇALO MABUNDA

Nato nel 1975, vive e lavora Maputo (Mozambico). Per le sue creazioni usa armi e oggetti di metallo riciclati. Recentemente ha partecipato alla mostra “IN-DIFESA” alla Fondazione 107 di Torino.

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clip_image002gonçalo mabunda, throne for an african king, metal and recycled weapons, 2004
 
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gonçalo mabunda, throw, metal and recycled weapons, 2007
http://www.goncalomabunda.net/
Fhoto credit http://www.afronova.com/

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gonçalo mabunda, window, metal and recycled weapons, 2007

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gonçalo mabunda, chair, metal and recycled weapons, 2007

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gonçalo mabunda, dangerous game, metal and recycled weapons, 2006

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gonçalo mabunda, dialogue, metal and recycled weapons, 2007

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gonçalo mabunda, my new voice, metal and recycled weapons, 2008

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gonçalo mabunda, new man, metal and recycled weapons, 2007

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gonçalo mabunda, service, metal and recycled weapons, 2007

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gonçalo mabunda, statue of liberty, metal and recycled weapons, 2007

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gonçalo mabunda, the photographer, metal and recycled weapons, 2006

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gonçalo mabunda, the rest, metal and recycled weapons, 2007
 
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venerdì 30 luglio 2010

PERSONE di FAZAL SHEIKH

Una cosa è fotografare un gruppo di persone e un’altra è cercare di capirle. Per questo ci vuole tempo e pazienza. Il divario è tra la vostra religione, la vostra politica, la vostra condizione economica, la vostra lingua e quelle delle persone che vi stanno di fronte.
Viaggiare ed osservare con attenzione e simpatia gli abitanti delle terre che attraversava è stata la pratica che Fazal ha seguito fin dall’inizio. Il suo lavoro si è svolto spesso tra gli sfollati cacciati dalle loro terre natie da guerre civili, siccità e carestia persone che lottano per sopravvivere, per anni, in campi profughi, dove l’equilibrio della vita viene ben presto distrutto.

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image Hadija and her father Badel Addan Gadel, Somali refugee camp, Mandera, Kenya © Fazal Sheikh 2009 © Fazal Sheikh

Ha lavorato nei campi in Kenia, Malawi e Tanzania, dove si sono rifugiate le persone fuggite dai conflitti in Sudan, Somalia, Mozambico e Ruanda.
A metà degli anni ’90, è entrato in contatto con i rifugiati afgani fuggiti dopo l’invasione russa del loro paese.

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© Fazal Sheikh
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Aus/From "Afghan Children born in Exile", 1998 Fotomuseum Winterthur . CH – Winterthur  © Fazal Sheikh www.fotomuseum.ch
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Aus/From "Afghan Children born in Exile", 1998 Fotomuseum Winterthur . CH – Winterthur  © Fazal Sheikh www.fotomuseum.ch
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Aus/From "Afghan Children born in Exile" Fotomuseum Winterthur . CH – Winterthur  © Fazal Sheikh www.fotomuseum.ch

Ritornato alla fine di quel decennio nei campi in Kenia ha scoperto di aver fotografato i bambini di dieci anni prima, ora diventati adolescenti.
Da allora ha lavorato in Messico, Cuba, Brasile e, più recentemente in India (un suo libro “Maksha” esamina la vita delle vedove diseredate).

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Foto de la serie Moksha © Fazal Sheikh

In tutti questi contesti le sue fotografie non risultano drammatiche, ma contemplative e rispettose, prodotte da un occhio intelligente ed attento.

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© Fazal Sheikh

Nel 2000 ha fondato l’International Human Rights Series, che in collaborazione con gallerie internazionali, istituzioni e organizzazioni dei diritti umani usa pubblicazioni, mostre ed internet per sensibilizzare il maggior numero possibile di persone.

TRABAJOS DEL FOTÓGRAFO
“Kenia” (1989-1991) y “Sudáfrica” (1991): primeros trabajos del fotógrafo.
“A Sense of Common Group, África del Este” (1992-1994): fotografías de campamentos de refugiados de Kenia, Malawi y Tanzania.
“The Victor Weeps” (1996-1998): retratos de refugiados afganos qe llevaban viviendo en la frontera casi veinte años.
“A camel for the Sun”, Somalia (1999-2000): retratos de tres campamentos ubicados en los alrededore de Dabaab-Ifo, Hagadera y Daga-Haley
“Ramadán Moon – Holanda” (2002): serie de fotografías que narra la vida de una mujer somalí en Ámsterdam.
“Simpatía”,  Brasil ( 2001): imágenes de los inmigrantes del Gran Sertao brasileño.
“Moksha” (2003-2005): imágenes de algunas de las miles de viudas que llegan a Vrindavan para esperar su muerte, en la India.
“Ladli” (2005-2008): retratos sobre la discriminación que sufren las mujeres en India.

>http://www.fazalsheikh.org/main/home.htm

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