martedì 2 marzo 2010

GRAFFITI E ARTE URBANA DALLE STRADE DELL'AMERICA LATINA

Sebbene i graffiti, in versione moderna, abbiano avuto origine negli Stati Uniti una trentina d’anni fa [in], questa forma d'arte si può incontrare nelle aree urbane di quasi tutti i Paesi del mondo. Già da qualche tempo i disegni e messaggi tracciati sui muri con l’uso di bombolette spray sono stati oggetto dell’attenzione di privati cittadini e dei media tradizionali. E lentamente vengono anche riconosciuti come una controversa forma artistica, in concomitanza con l’affermarsi di altre espressioni di arte urbana quali lo stencil, l’uso di manifesti, adesivi e altre tecniche miste.

Negli spazi pubblici, la “street art” (o arte urbana) rappresenta la voce della comunità, dei gruppi marginali, e dei giovani che lottano per far sentire la propria voce, spesso sfidando il concetto stesso di proprietà privata. L’America Latina non fa eccezione. Parte della street art dell’America Latina [in] si distingue da quella creata dal movimento hip-hop, avendo come oggetto messaggi politici e storie di lotta che parlano in maniera diretta a chi guarda.

Tramite la lente dei blogger, degli utenti e delle comunità di Flickr e di YouTube, vogliamo offrirvi una visita guidata virtuale all'arte di strada che trasmette appassionanti segreti a ogni angolo.

Perú

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Foto di The/Waz. Usata con licenza Creative Commons. Tratta da http://www.flickr.com/photos/thewaz/2696394170/in/set-72157605789705430/

Gli utenti di Internet preservano l’arte dei graffiti: l’immagine fotografica di un muro coperto di graffiti non scolora e non si rovina con il passare del tempo. Grazie a Internet è inoltre possible trovare informazioni sull’identità (reale o sotto pseudonimo) dell’artista, sull’ubicazione e descrizione dell’opera, e sul relativo contesto. In un gruppo dedicato ai graffiti peruviani [sp] su Flickr, è in corso una discussione dedicata alla brevità della carriera di molti graffitisti.

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Foto tratta da:http://www.flickr.com/photos/31077015@N03/4225643677/in/pool-830025@N22/

L’utente DeCe-RTOR sottolinea la responsabilità sociale [sp] della street art in Perú:

La street art in Perú ha bisogno di una riforma perchè è sempre stata colpita negativamente dal terrorismo, dalla corruzione, da un sistema educativo carente, e soprattutto dalla povertà. Con tutti questi problemi, è difficile fare progressi in qualsiasi direzione. Non c’è modo che questo Paese progredisca, e l’arte va di pari passo col progresso. Se non viene incoraggiata e coltivata, c’è poco da aspettarsi. Spero che chi conosce e pratica l’arte dei graffiti sia consapevole del potere che deriva dall’essere presenti nelle strade. È un potere che va esercitato con responsabilità, e a volte un artista deve sacrificarsi per fare quanto necessario. A volte ciò comporta rinunciare a dipingere in maniera idiosincratica solo quello che si vuole, e dedicare invece i propri sforzi a dipingere quello che la comunità vuole vedere e ha bisogno di sapere. Trovare il modo di farsi piacere quel che piace a tutti, questa è la difficoltà.

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Foto di Luis Fonseca. Uso autorizzato. Tratta da http://cazadordegraffitis.blogspot.com/2008/11/sentimientos-ocultos.html

In una vena più personale, il blogger Luis Fonseca gira per le strade di Lima fotografando opere d'arte urbana che poi pubblica sul proprio blog Cazador de graffitis [sp] insieme a canzoni, poesie, e riflessioni su lavori com quello riprodotto qui sopra [sp]:

Ero sull’autobus e mi sentivo depresso per la vita e pensavo che nessuno potesse stare peggio di me. Ho alzato lo sguardo e ho visto questa imagine su un muro [sp], immediatamente ho pensato che il mio problema non fosse nulla rispetto a quelli di persone che passano più tempo sommersi dai problemi anziché in pace.

A volte la comunicazione è ancora più diretta: artisti come Faber approfittano dell’anonimità offerta dai media elettronici per promuovere il proprio lavoro senza dover rischiare conseguenze legali. Con commenti minimi (“busca la sencillez de las cosas”/ “cerca la semplicità nelle cose”), Faber condivide su Flickr [sp] e su Fotolog [sp] i propri ritratti colorati di personaggi tristi, spesso poveri, senza rivelare molto di sé al di là dello straordinario talento creativo:

Lavori analoghi si possono trovare sui gruppi di Flickr dedicati ai graffiti peruviani [sp] e alla street art peruviana [sp].

Colombia

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“Se la stampa tace, parlino i muri”. Foto di Juan Arellano. Uso autorizzato. Tratta da http://es.zooomr.com/photos/cyberjuan/8272064/

I graffiti più comuni sono messaggi in codice: solo gli abitanti del quartiere sono in grado di decifrare le intricate trace e calligrafie, lo “stile selvaggio”, o i simboli utilizzati per rappresentare nomi e luoghi. Oltre a questi messaggi più oscuri, tuttavia, nelle strade si trovano anche messaggi espliciti, scritti a lettere chiare e spaziate, il cui tono è spesso di protesta. Sul blog Globalizado [sp], il blogger peruviano Juan Arellano pubblica foto di graffiti [sp] visti a Pasto, in Colombia, pur ammettendo di non comprenderne spesso il significato:

A dire il vero non sono un grande fan dei graffiti; il più delle volte non capisco neanche cosa dicono a causa della grafia complicata usata dalla maggior parte degli artisti, ma ovviamente quando il messaggio è chiaro e diretto lo capisco.

Muerte Cerebral

Foto tatta da:http://elblogcanalla.tumblr.com/

Un’ampia galleria di graffiti espliciti si può trovare su El Blog Canalla [sp], dove El Reticente [sp] e Alejandro [sp] pubblicano esempi di street art politica raccolti nelle strade di Medellín. Sebbene i due per lo più si astengano dal fare commenti sulla collezione, il loro slogan contiene un messaggio di protesta:

revolucion de conciencia

Foto tratta da:http://elblogcanalla.tumblr.com/

Se i media appartengono allo Stato, in muri sono Nostri

Questa è una foto scattata nelle strade di Bogotá, il testo dice: “Huya, lucha, y vuelve a nacer” (“Scappa, combatti, e rinasci”):

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Foto di El blog Canalla. Uso autorizzato. Tratta da http://elblogcanalla.tumblr.com/post/290759594/huye-lucha-y-vuelve-a-nacer-bogota-colombia

I gruppi su Flickr dedicati all'arte urbana nelle città di Cali [sp] e Bogotá [sp] contengono complessivamente le foto di quasi 300 membri.

Guatemala

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Foto di Oscar Mota. Usata con licenza Creative Commons. Tratto da http://www.flickr.com/photos/oscarmota/1132340373/in/set-72157601472161317/

“Scrittori”: così si definiscono gli artisti dei graffiti, in virtù dell’uso di veloci firme (dette tags) e lettere bombate (note come bombs). Ricardo (alias NEARsyx [sp]) è uno “scrittore” di graffiti e blogger: su Hemisferio Urbano [sp] pubblica eventi, profili di altri graffitisti, e articoli dedicati al movimento, riassumendo così lo spirito degli amici graffitisti e dell'intera comunità.

Nel 2007 Ricardo ha documentato lo stato dell’arte dei graffiti in Guatemala [sp] criticando il fatto che i resoconti televisivi dedicati al fenomeno dei graffiti tendano a non far distinzione tra graffiti “artistici” e “vandalici”, spesso associati a “tags” e “bombs” illegali:

Purtroppo qui, come penso altrove, i graffiti sono spesso associati all’attività delle gang urbane. Un esempio tipico è un recente documentario prodotto da Noti7, un notiziario locale, il cui montaggio ha lasciato tutti assai confusi, perpetuando l’idea che i graffiti siano roba da vandali.

Royale & Zame

Foto tratta da: http://www.flickr.com/photos/hemisferio-urbano/2238282042/

Nel documentario compaiono persone che appartengono effettivamente al movimento artistico, il problema è che immagini delle loro opere ed estratti delle loro interviste sono stati proposti con immagini di graffiti vandalici, una circostanza che ha lasciato l’amaro in bocca a quelli di noi che appartengono all’autentica comunità dei graffiti.

E tuttavia graffiti artistici e “non artistici” condividono gli stessi muri e muraglie, come illustra un video di Artesinley [sp] girato nelle strade di Città del Guatemala:

Altre immagini dell’arte urbana del Guatemala sono disponibili su Flickr, nei gruppi Graffiti Guatemalteco [sp] e Hemisferio urbano [sp].

articolo originale di Issa Villarreal

Fonte

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