domenica 25 aprile 2010

L’INTERIOR DESIGNER DARIO FO

L'affabulatore del teatro italiano a Brescia in una versione del tutto originale.
Il Nobel ha presentato da Stile tavolo e tappeto che ha disegnato C'era anche Munari: «Ho iniziato non per soldi, per divertimento»

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Da «Stile» il tavolo in cristallo e il tappeto disegnati da Dario Fo
Un Premio Nobel per la letteratura che esordisce come interior designer. Dalla genialità vulcanica di Dario Fo è lecito aspettarsi di tutto. In anteprima mondiale ieri il gioioso giullare affabulatore del teatro italiano, che dal palcosccenico ha fustigato i potenti e ridato dignità agli ultimi, ha presentato un tavolo e un tappeto disegnati dalle sue stesse mani. «Tutto è nato da una provocazione, da una sfida - racconta Ezio Ramera, titolare di Stile, il negozio di arredamento che ha ospitato l'evento e che da oltre mezzo secolo, prima con Piera Gandini e ora con lui, ha partecipato alla storia della distribuzione del disegn italiano e internazionale -. Cleto Munari, da tempo amico di Fo, un giorno gli ha detto: dai, provaci anche tu. Matite e pennelli, gli attrezzi del mestiere non erano del resto estranei al suo universo. Ha studiato architettura al Politecnico di Milano fino a pochi esami dalla laurea, ha frequentato l'Accademia di Brera dove ha frequentato De Chirico, Carrà, Morlotti, Tassinari. Poi a Parigi ha conosciuto Léger... Fo, anche se nella vita si è distinto nel teatro, aveva un percorso artistico alle spalle».
IL TAVOLO, REALIZZATO da Munari su disegno di Fo, è un rettangolo di vetro con una pellicola adesiva lungo la bordura perimetrale che raffigura dame e cavalieri. Il tappeto in lana, lavorato in Anatolia, presenta dei danzatori siluettati e colorati su uno sfondo nero. Stile figurativo caratterizzato da un realismo magico. «Con le sospensioni dei voli aerei di questi giorni in Europa, abbiamo temuto fino a ieri di non poterlo esporre», confessa Ramera. Pericolo scongiurato.
Dario Fo (classe 1926) ha un'energia inesausta (sta lavorando a sei libri) e non ha perso la forza espressiva del mattatore, la sua capacità incantatrice e la sua mimica istrionica. Il design è una variabile pazza del suo talento, ma appartiene alle sue corde. La pittura è stata un fiume carsico che ha segnato sin dalla prima ora il suo lavoro di autore, attore, scenografo, costumista, impresario, uomo di teatro a tutto tondo, forse uno dei pochi sopravvissuti in un contesto dove la parcellizzazione è ormai dominante. «Esordiente per modo dire, perché il segno e il colore mi appartengono - commenta Fo -. Ho iniziato a dipingere prima ancora di cominciare a recitare. Mio padre raccontava come fossi uscito dal grembo di mia madre con un pennello in mano, tant'è che dipingere è sempre stata una parte fondamentale del mio lavoro. Succede spesso che io pervenga a un momento critico durante la scrittura di un testo, e il modo migliore per scavalcarlo è quello di mettermi a dipingere. Sono abituato da tanto tempo a realizzare dei discorsi con le immagini, invece di scriverli li disegno».
L'altra guest star della serata è stato Cleto Munari, designer e artista di fama internazionale. La sua ricerca nel campo della lavorazione dell'oro, dell'argento, delle penne stilografiche, delle posate, degli orologi, dei mobili e degli oggetti d'arredo è oggi visibile nelle gallerie d'arte e nei musei di tutto il mondo. Suo anche l'interior design dell'aeroporto Catullo di Verona. «L'impegno nel design è iniziato negli anni '70. Per divertimento non per una questione economica. Ho cominciato a girare i continenti per conoscere i grandi maestri dell'architettura contemporanea. E' stata la mia formazione. Quando tornavo a casa, seguivo Carlo Scarpa, mi piaceva vederlo al lavoro. Lui mi diceva: tu non ne capisci, ma hai il senso delle proporzioni. E il senso delle proporzioni è importante nel design. Se sono diventato qualcuno lo devo a lui. Sono stato un bravo alunno, mi ritengo un autodidatta». In esposizione presso Stile c'erano anche realizzazioni di Mimmo Paladino, Sandro Chia, Mario Botta , Alessandro Mendini, Marcello Morandini.
Nino Dolfo
Nino Dolfo

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