domenica 12 settembre 2010

LA VIA EMILIA ARRIVA IN GERMANIA

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Questa fotografia ormai passata alla storia, ci dice di quale maestro della fotografia stiamo parlando:

Nino Migliori

La via Emilia arriva in Germania con le fotografie di Nino Migliori.

Dal 9 settembre alle 19.30 presso l’istituto italiano di cultura di Colonia si è aperta la mostra “Crossroads. Via Emilia-Passaggi e Topografie”. La mostra rimarrà aperta fino all’8 ottobre.
“Crossroads” partecipa a due prestigiose rassegne internazionali: la Internationale Photoszene Koln 2010 e PLAN (Photokina world of imaging), manifestazioni trainanti nel settore della fotografia .
Photoszene è una mostra fotografica internazionale che ha luogo a Colonia con frequenza biennale e insieme a Photokina contribuisce a rendere Colonia una delle più importanti città europee per quel che riguarda il mondo della fotografia. E’ l’unico evento mondiale che presenta i media, le tecniche e i mercati della fotografia nelle loro molteplicità all’interno di una manifestazione orientata verso i temi : fotografia, memorizzazione, lavorazione, trasmissione e riproduzione. La fotografia così come la tecnologia della fotografia sono decisive per la qualità della moderna comunicazione.
PLAN è una rassegna internazionale di architettura e Crossroads vi parteciperà in concomitanza con la mostra di Carlo Scarpa.
La Via Emilia di Migliori, 43 coppie di fotografie, è un dialogo tridimensionale, circolarità bifronti che allacciano il presente al passato: incroci, abitazioni, strade che si intersecano. Punti di arrivo e di partenza lungo una strada storica, voluta e fondata dal console romano Marco Emilio Lepido, lungo la quale, nel corso di oltre duemila anni sono nate ben otto delle città capoluogo regionali. Fin dalla sua creazione snodo vitale di commerci tra l’est e l’ovest del vasto impero romano, costruita per collegare il mare Adriatico con il cuore dell’Italia, l’antica strada costituisce tutt’oggi il simbolo dello sviluppo economico e industriale della Regione Emilia-Romagna.
La visione di questa monumentale strada, lunga 252 Km, ci viene restituita dalle immagini di Nino Migliori, uno dei fotografi italiani più noti in campo internazionale, che interpreta e ci rivela la via Emilia attraverso una visione bifronte. Per realizzare il suo lavoro, il fotografo ha creato un marchingegno che gli consente di utilizzare due macchine fotografiche contrapposte: una orientata in avanti per ritrarre l’immagine scelta, l’altra non governata dall’autore che fissa la realtà alle sue spalle e che coglie il pulsare autonomo della vita nella strada.
Fonte

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‹Gente dell’Emilia›, Emilia-Romagna 1959
(‹Menschen der Emilia›)
Silbergelatine-Abzug, 51 x 61 cm
© Nino Migliori

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Nino Migliori, "Gente dell'Emilia"

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Un luogo che in realtà è un non luogo, una strada che per sua natura è aperta, un territorio importante che si affaccia su di essa ricevendone in cambio nome e identità. Parliamo della via Emilia, strada antica e monumentale tra Rimini e Piacenza (lunga 252 km risalente al 187 A.C), tuttora corpo vivo e pulsante sul quale corre la vita economica e sociale di un’intera regione.

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Per ricordarla e in qualche modo celebrarla, ma soprattutto per rivederla nella sua essenzialità, la Regione Emilia–Romagna ha incaricato Nino Migliori fotografo internazionale di svolgere una sua indagine interpretativa. Il risultato sono 86 doppi scatti ottenuti risalendo da Rimini a Piacenza scegliendo come soggetto e punto di osservazione 43 incroci, scelti alcuni per l’importanza delle strade intersecanti ed altri per il rilievo del traffico locale.

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Fotografie che Migliori ha realizzato riflettendo “su una strada che è un luogo in continua trasformazione e come tale – dice l’artista bolognese- imprevedibile, cioè irrazionale, che sfugge per sua natura a qualsiasi capacità meramente interpretativa”. Ma anche “un luogo di relazioni,  cioè di incroci, di contaminazioni e attraversamenti, un luogo vivo che, per sua natura, porta a far incontrare le persone”.

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Nino Migliori, Arco di Augusto, Rimini, da Crossroads. Via Emilia, Passaggi & Topografie (2006).

Ecco, dunque, il significato di 86 scatti ottenuti con due macchine fotografiche contrapposte: una orientata in avanti, sede della ragione e dell’interpretazione, attraverso la quale il fotografo esercita il suo ruolo di selezionatore dell’immagine ritratta. E una orientata di spalle, quindi irrazionale, non governata dall’autore, dove il fotografo non può fare altro che subire gli effetti di questo autonomo pulsare di vita propria di una strada come la via Emilia.

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Ottantasei scatti (davanti e di dietro, razionale e irrazionale) chiave del lavoro reinterpretativo di Migliori.

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All photos © Nino Migliori

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