lunedì 4 ottobre 2010

HEMINGWAY E "LA TERRAZZA" DI COJÍMAR

Hemingway preferiva Cojímar alla Finca Vigia. Lì scriveva, osservava il dimesso brulicare del porto, sorseggiando daiquiri e mojito
Hemingway si sentiva un cubano, "un cubano bastardo", come ebbe a dire, paragonandosi ai suoi cani, Black, Negrita, Linda e Xeron; alle giornate tranquille nella sua villa malmessa, la Finca Vigia, situata a dieci chilometri dall'Avana, per l'esattezza a San Francisco de Paula, preferiva le ore passate al porto di Cojimar.
Sulla darsena di un semplice, grazioso villaggio di pescatori, respirava la poesia dell'umile gente di mare, appartato in un angolo dell'allora Locanda La Terrazza, con l'albero nelle vicinanze, dove i pescatori appendevano i Marlin per misurarne la lunghezza: questo è il luogo consacrato allo scrittore e al suo rapporto con l'oceano, con gli abissi, le tempeste e i sereni tramonti sulla baia.
Nel porto di Cojimar ormeggiava il suo cabinato, El Pilar e qui conobbe Gregorio Fuentes, presumibilmente, quel pescatore da cui fu ispirato per il personaggio di Santiago, ne Il vecchio e il mare. Gregorio Fuentes, è morto di recente a 104 anni, senza aver mai smesso di fumare puros e bere rum. Si faceva fotografare per dieci dollari e intervistare per cinquanta.
Il 50° anniversario dell'incontro tra Fidel e l'autore di Per chi suona la campana (avvenuto tra il 12 e il 15 maggio), ha coinciso con la creazione della Base di Pesca Sportiva intitolata allo scrittore, con l'inaugurazione dell'Expo-Installazione "Hemingway, Cojímar e i suoi pescatori" e con l'85° genetliaco del famoso ristorante La Terrazza di Cojimar, intorno cui ruota la vita dell'intero villaggio intimamente legato al Nobel per la Letteratura.
Il primo Torneo Internazionale di Pesca all'Aguglia, oggi intitolato a Ernest Hemingway, si svolse a metà maggio del 1960 e vide vincitore del premio Individuale, il Comandante in capo, Fidel Castro, a bordo dello yacht Cristal; il quale catturò cinque pesci, ottenendo 286.68 punti. Quella sfida rimarcò l'incontro tra le due personalità, che da allora si professarono reciproca ammirazione.
Un itinerario cubano dedicato al grande scrittore, non può che iniziare da San Francisco de Paula, dalla Finca Vigia, per ripercorrere il villaggio di Cojimar e trattenersi presso La Terrazza. Il luogo è ben evidenziato: proprio a Cojimar, accanto al piccolo Malecon, è stato eretto un monumento a pianta circolare, una struttura aperta con il busto di Hemingway e un basamento con sei colonne sormontate da una travatura. Una volta giunti sul posto, vale la pena recarsi al Torreon de Cojimar, un forte eretto sul porto tra il 1639 e il 1643. Alla Terrazza si mangia un pescato freschissimo e si bevono i suoi cocktail preferiti, tra cui il Trago Hemingway, con rum, pompelmo e lime. Non è insolito trovare qualche anziano che dica di ricordare lo scrittore seduto al suo tavolo, sempre il solito, che ovviamente, è ancora lì.
Il viaggio mnemonico prosegue all'Avana, nel labirinto di viuzze e locande in un clima intenso e fumoso, fino a intravedere il mare, tra le calli Obispo e Mercadores e nel contado, battuto dalla brezza, tra pascoli e mucche, dove lo scrittore trovava rifugio dalla calura opprimente della città. Tra i boschi del colle Bacalao, un luogo magico, lambito dalla corrente del Golfo, egli appagava la voglia di pesca e solitudine, una tana per il soldato di ventura, l'idealista con l'ossessione d'essere perseguitato dalla Cia e gran rubacuori.
Il Floridita, arredi inglesi, specchi Baccarat e camerieri in giacca bordeaux, è sempre gremito di turisti, quasi aspettassero di veder comparire Ernest Hemingway al bancone di mogano col suo daiquiri, a intrattenersi con gli amici, parlando di donne e pesca d'altura. È il locale più noto all'Avana, grazie alle frequentazioni dello scrittore e ai suoi cocktail a base d'Abana Club, lime e zucchero di canna sciolta.
Il vecchio quartiere coloniale pullula di ricordi e umori delle sue pagine più belle. Alla Boteguita del Medio, in calle Empedrado, spuntano le reminiscenze di tanti artisti, foto, firme e frasi lasciate sulle pareti, tra piatti rustici della cucina locale, rum con ghiaccio e menta. Sui muri dell'ex hotel Ambos Mundos, è affisso un cartello commemorativo: «El Novelista vivio durante la decade del 1930...».
E quando ormai all'Avana, Hemingway si recava sempre più sporadicamente, c'erano le fughe a Pinar del Rio, in un paesaggio bucolico, tra colline, palme e ruscelli offuscati dalla fitta vegetazione. Si racconta che lo scrittore amava scrutare il tramonto nel parco di Moron, tra  centinaia di fenicotteri rosa che, in un batter di mani, si alzavano in volo.
Potenza della letteratura. Grazie a Ernest Hemingway, USA e Cuba hanno timidamente compiuto il primo passo per un riavvicinamento, almeno per tutelare i manoscritti del Nobel 1954. Il 21 gennaio 2010, i due paesi hanno firmato un accordo di collaborazione tra la "Finca Vigia Foundation", società statunitense e il Consiglio Nazionale del Patrimonio Culturale a Cuba.

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Liliana Adamo

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