ARTE E IDENTITÀ DELLE CITTÀ CAPITALI
Dal 17 marzo all’11 settembre 2011
Scuderie Juvarriane della Reggia di Venaria
La mostra sarà ospitata a Palazzo Pitti di Firenze dall’autunno 2011
Realizzazione
Consorzio La Venaria Reale e Comitato Italia 150
Leonardo da Vinci. Testa di Cristo
Presidente del Comitato curatoriale: Antonio Paolucci
Curatori della sezione di Roma: Antonio Paolucci, Alessandra Rodolfo
Curatrici sezione di Firenze: Cristina Acidini, Maria Sframeli
Curatrice della sezione di Torino: Carla Enrica Spantigati
Curatore della sezione di Genova: Piero Boccardo
Curatore della sezione di Palermo: Vincenzo Abbate
Curatore della sezione di Napoli: Pierluigi Leone de Castris
Curatori della sezione di Bologna: Andrea Emiliani, Michela Scolaro
Curatori della sezione di Parma e Modena: Giovanna Damiani, Stefano Casciu, Luca Bellingeri
Curatore della sezione di Milano: Pietro C. Marani
Curatore della sezione di Venezia: Giandomenico Romanelli
Giotto. Madonna con bambino in trono e due angeli
A cura di Luca Ronconi con Margherita Palli e Valentina Dellavia, e con A.J. Weissbard (Lighting Design).
In collaborazione con Massimo Venegoni (Studio Dedalo)
Partners
Regione Piemonte, Compagnia di San Paolo.
La mostra è stata realizzata con il contributo straordinario della Compagnia di San Paolo.
Catalogo
Silvana Editoriale
Hayez. Il bacio
L’arte italiana come non è stata mai vista.
Nell’imponente cornice delle Scuderie Juvarriane della Reggia di Venaria, oltre 350 opere tracciano un percorso che va dall’antichità alla vigilia del 1861 attraverso le principali "capitali culturali" pre-unitarie: Torino, Firenze, Roma, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Parma, Modena, Napoli e Palermo. La mostra propone l’immagine delle diverse città -culture, tradizioni e ricchezze storico-artistiche- viste da grandi artisti che hanno fatto la storia: Giotto, Beato Angelico, Donatello, Botticelli, Leonardo, Raffaello, Michelangelo, Correggio, Bronzino, Tiziano, Veronese, Rubens, Tiepolo, Canova, Hayez, Parmigianino, Velazquez, Bernini e tanti altri. Dal percorso emerge e si afferma il profilo di un’arte e di uno stile italiano.LA MOSTRA
Torino, Firenze, Roma, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Parma, Modena, Napoli e Palermo: ognuna delle principali “capitali culturali” preunitarie è stata ed è in diverso modo rappresentativa dei differenti destini e delle particolari identità delle corti e delle città italiane. Chiunque abbia anche solo sfogliato un manuale di storia o di storia dell’arte sa che tali città hanno conosciuto vicende antiche e gloriose, ognuna segnata da specifici caratteri distintivi che hanno poi contribuito alla formazione culturale e artistica nazionale. Alla vigilia del 1861 si erano date un'auto-rappresentazione che univa vicende storiche, fenomeni letterari ed artistici, temperamenti dei popoli, destini, attese e speranze che sarebbero poi scaturiti all’appuntamento dell’Unità nazionale.La mostra, allestita alle Scuderie Juvarriane della Reggia di Venaria, vuole dare immagine alle Italie che la Storia chiamò a diventare Italia. Il nostro è il Paese delle “differenze”. Oggi, nel tempo della globalizzazione, ci accorgiamo che le “differenze” sono una ricchezza, un moltiplicatore di energie, di suggestioni, di risorse. La mostra ci porterà indietro nel tempo a rappresentare l’orgogliosa consapevolezza delle “differenze” che i popoli d’Italia avevano di se stessi alla vigilia del 1861.
Oltre 350 opere d’arte provenienti dai musei d’Italia, del mondo nonché da collezioni private racconteranno alla Venaria Reale l’identità delle principali "capitali culturali" italiane. Ogni capitale sarà rappresentata da opere d’arte, documenti ed oggetti in un certo senso identitari, in grado cioè di significare e di ricostruire il profilo storico e i termini delle auto-rappresentazioni.
Torino è l’Armata, la Metallurgia, la Corte.
Firenze è la fondatrice della lingua e delle arti con Dante, Giotto, Donatello, Botticelli, Michelangelo.
Afrodite accovacciata (metà II sec. d.c.) Città del Vaticano, Musei Vaticani
Roma è la gloria dell’Antichità classica e dell’Autorità religiosa: due elementi unificanti destinati a tenere insieme la nuova Italia.
Milano è Leonardo da Vinci, è la religiosità dei Borromeo, è l’Illuminismo, è il dialogo costante e fecondo con l’Europa.
Venezia è la grande pittura di Tiziano e di Veronese, è il profumo d’Oriente, è il mito del Buongoverno e della città inimitabile.
“La corte di Lodovico il Moro”, realizzato dal cremonese Giuseppe Diotti nel 1823
C’è poi Genova, ricchissima e bellissima, capitale finanziaria nell’Europa della Controriforma e degli Assolutismi, la città che ha saputo trasformare il profitto bancario nei Rubens, nei Van Dyck, nei palazzi più belli della Cristianità.
Bologna, la seconda città dello Stato Pontificio, è il prestigio della sua Università ed è l’ideale classico che da Raffaello arriva a Guido Reni.
Parma e Modena sono l’arte e il collezionismo dei principi mecenati.
E infine ci sono le due capitali del Regno: Napoli e Palermo. C’è la Napoli degli Aragona e dei Borbone, di San Gennaro, dei Lazzari e di Masaniello; la Palermo di Federico Imperatore, del Feudo, dei Baroni riottosi, dell’autonomia continuamente affermata e continuamente contrastata.
LE SEZIONI
Gasper van Wittel,
Veduta del Colosseo e dell'Arco di Costantino,
Torino, Galleria Sabauda
Veduta del Colosseo e dell'Arco di Costantino,
Torino, Galleria Sabauda
Rubens. Romolo e Remo
dell’Algardi di Innocenzo X Pamphilj, ritrae nella serie dei pontefici la stagione del grande barocco, per chiudere con il gesso ottocentesco della
Religione Cattolica del neoclassico Antonio Canova.
Firenze è la lingua italiana di Dante, Petrarca e Boccaccio, è il collezionismo dei Medici, la Corte illuminata di Lorenzo il Magnifico (in mostra nel celebre ritratto del Fiammingo), è la culla del Rinascimento con Brunelleschi, Masaccio e Donatello, la nuova scienza astronomica di Galileo e, ancora, fra Sette e Ottocento, la città d’arte per eccellenza, cantata in tutta Europa nei diari dei favolosi Gran Tour.
Domenico di Michelino,
La Divina Commedia illumina Firenze,
Firenze, Cattedrale di Santa Maria del Fiore
La Divina Commedia illumina Firenze,
Firenze, Cattedrale di Santa Maria del Fiore
Odoardo Borrani,
Il 26 aprile 1859 in Firenze,
Viareggio, Istituto Matteucci
Il 26 aprile 1859 in Firenze,
Viareggio, Istituto Matteucci
Bellotto. Veduta di Torino dal lato dei Giardino Reale
Genova, ricchissima e bellissima, evocata nei diari di celebri viaggiatori tra cui Gustave Flaubert che nel 1845 paragonò il suo fascino a quello di Costantinopoli, ripercorre in mostra, a cura di Piero Boccardo, la sua età d’oro come capitale finanziaria e dell’arte, nell’Europa della Controriforma e degli Assolutismi. Una trentina di opere scelte, tra cui preziose tele di Rubens, Strozzi, Van Dyck, Veronese, danno immagine alla storia della città, dalla nascita della Repubblica, con il
Ritratto di Andrea Doria nelle vesti di Nettuno del Bronzino, fino all’epopea garibaldina.
Testimonianze artistiche delle molte culture di Palermo, tra il Medioevo e l’età moderna, scandiscono il cammino della città, in bilico tra l’autonomia rivendicata e contrastata.
Jacob Philipp Hackert,
Il Porto di Palermo,
Caserta, Palazzo Reale
Il Porto di Palermo,
Caserta, Palazzo Reale
Un particolare de «I Vespri siciliani» di Michele Rapisardi (1822-1886)
Vespri siciliani (nel dipinto di Michele Rapisardi) è collegato direttamente all’epopea garibaldina: la rivolta del popolo al sopruso angioino nel 1282 rappresenterebbe la prima presa di coscienza del sentimento indipendentista.
L’identità di Napoli, capitale storica dell’Italia meridionale, sede di una grande corte regale, emerge sfaccettata in mostra nelle raffigurazioni del potere sovrano, con i molteplici modelli di autorapprentazione e, per contrasto, nelle vivide immagini della sua plebe nei dipinti di Cerquozzi, Giordano, Traversi, Miola. A cura di Pierluigi Leone De Castris, attraverso circa cinquanta opere, la città, i colori, i Santi, la storia rivelano tutte le contaminazioni artistiche di un porto mediterraneo aperto all’Europa e all’Oriente, quanto mai amato, come meta privilegiata del Grand Tour e raffigurato in brillanti vedute tra Sette e Ottocento.
Seconda città dello Stato Pontificio, Bologna, celebre per il prestigio della sua Università, porta in mostra la ricca tradizione pittorica delle corti padane nelle tele del Correggio e del Dossi, illustrando la riconquista vaticana di Giulio II nel 1506, con opere di Guercino, Fontana, Bagnocavallo, Ludovico e Annibale Carracci. L’esposizione, curata da Andrea Emiliani e Michela Scolaro, riconosce nell’ideale classico che attinge alla memoria rinascimentale di Raffaello fino alle espressioni neoplatoniche di Guido Reni, un modello di unificazione della pittura italiana.
Guido Reni. Amor sacro e Amor profano
Correggio. La Madonna Campori
Venezia si rappresenta in mostra nell’immagine riflessa del proprio mito, celebrato dall’arte attraverso i secoli, fin quasi a fondere la proiezione simbolica della città con i momenti più gloriosi e drammatici della sua storia. La sezione, curata da Giandomenico Romanelli, rappresenta alcuni momenti cruciali nella lunga storia di autonomia politica e istituzionale di Venezia e della sua Repubblica e ricompone le diverse anime di un luogo non luogo, tra immagini pittoriche evocative e realistiche. Le icone della Repubblica, con i ritratti di Tiziano e il
Leone marciano di Carpaccio, si alternano alle celebri raffigurazioni della città del Canaletto e alle visuali nostalgiche del Guardi, per riemergere nei colori del Tiepolo e nelle sculture del Canova.
IL PROGETTO ALLESTITIVO
L’idea base del progetto di allestimento è quella di non alterare lo straordinario spazio architettonico della citroniera e della scuderia, realizzandolo idealmente all’aria aperta, con il proposito di trasferire in uno spazio esterno (ma chiuso) ciò che abitualmente è collocato in spazi interni: le opere d’arte.Lo spazio esterno idealizzato, creato dall’architettura e dall’allestimento, diviene paesaggio, natura, aria aperta, valori aggiunti e anch’essi bellezza d’Italia. Il carattere di spazio esterno è sottolineato dalla presenza a terra di un manto erboso, a sua volta naturalmente cosparso di foglie.
All’interno del percorso assumono importanza cruciale la luce e il senso del tempo: un tempo unitario ed assoluto, non alterato dai limiti e dai confini storici, che ha un proprio valore di superamento e allineamento delle differenze cronologiche e storiche delle opere in mostra. Il trascorrere del tempo, cadenzato dal susseguirsi delle stagioni, è suggerito dal variare della colorazione e della tipologia di erba e foglie lungo il percorso.
Pietro Piffetti (Torino 1701-1777) Cassettone a ribalta con scansia a doppia anta
Secondo quarto del XVIII secolo
Legno lastronato con intarsi in legni vari, avorio, madreperla, tartaruga, ottone,
legno intagliato, dorato, applicazioni in metallo dorato, cm 312x128x62
Roma, Palazzo del Quirinale
Secondo quarto del XVIII secolo
Legno lastronato con intarsi in legni vari, avorio, madreperla, tartaruga, ottone,
legno intagliato, dorato, applicazioni in metallo dorato, cm 312x128x62
Roma, Palazzo del Quirinale
Non si tratta quindi di mura di una città ma di uno spazio ideale: un muro in costruzione che arriva a rappresentare la nascita dell’identità italiana e della bellezza stessa, un muro che unisce anziché dividere.
Tiepolo. Venezia riceve da Nettuno i doni del mare. Venezia, Palazzo Ducale
www.italia150.it e e www.lavenariareale.it
Prenotazioni: tel. +39 011 4992333
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