Fra questi tratti, quello senz'altro più evidente riguardava la pesca di un mollusco, l'awabi (in italiano «orecchia di mare»), che costituiva la principale occupazione dei mesi estivi e la fonte di reddito di gran lunga più importante dell'intera comunità.
All'isola di Hèkura, al largo delle coste centro occidentali del Giappone, la pesca agli awabi era un compito riservato alle donne che la praticavano in apnea lungo i fondali prospicienti l'isola, in alcuni casi profondi anche venti metri. Nel celebre servizio fotografico realizzato da Maraini, forse il primo reportage etnografico subacqueo, le Ama sono ritratte nel loro ambiente naturale: fra gli scogli, in acqua e sott'acqua, coperte soltanto da un perizoma.
La visione solare e disincantata di quello che agli occhi occidentali appariva come il "fascino erotico" delle donne di Hèkura, si coniuga con la narrazione per fotogrammi di una quotidianità contrassegnata da un profondo rapporto della cultura con l'ambiente.
Un Giappone, per molti versi sconosciuto, che l'obiettivo di Maraini riuscì a immortalare ancora nella sua piena vitalità, mentre all'orizzonte s'intravedeva già l'autunno di un mondo destinato, da lì a poco, a scomparire per sempre. In queste pagine vi sono alcune foto in bianco e nero, scelte fra quelle scattate da Maraini all'isola di Hèkura nel 1954. Le foto scattate da Maraini a Hèkura furono in parte pubblicate nel volume "L'isola delle pescatrici" del 1962.
Fonte
Foto scattata da Fosco Maraini durante il suo soggiorno di studio in Hokkaido
immagine di proprietà del Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze
immagine di proprietà del Museo di Storia Naturale dell'Università di Firenze
La pescatrice di perle
s’immerse nuda nel mare,
aveva collane di corallo
e lavorava l’acqua,
sul fondo la conchiglia
aspettava il tesoro nascosto,
riflessi azzurri
le sue mani abili
e una rete piccola
per un amore da poco,
senza respiro
venti metri ancora
i capelli nuvole di sabbia,
pescava libertà la donna
con la luce in fondo in fondo,
ne venne solo una,
una soltanto
come un bacio
spedito dal mare
infilato nel filo del cuore,
una lama sui fianchi
e quattro ricci
offerti da dio Nettuno.
Spende i suoi tutti polmoni
la ama di Hèkura
a cercar bottoni
sulla giacca dell’oceano
a sostenerla forse un volo,
un posto nel lodo,
lassù nel paradiso delle camelie
accanto ai padri di Cheju-do
nel cielo dei poveri.
Le foto sono state scattate da Fosco Maraini all'isola di Hèkura nel 1954, esse furono poi in parte pubblicate nel volume "L'isola delle pescatrici" del 1962.
L'incanto delle donne del mare. Le Ama di Hèkura nell'opera di Fosco Maraini
IL SITO DI FOSCO MARAINI
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