Sala Murat in Piazza Ferrarese, Bari
La Sala Murat del Comune, in piazza del Ferrarese, apre le porte all’arte digitale. Fino a domenica 26 giugno, ospiterà la mostra di arte digitale, “Fingerpainting”, di Matthew Watkins. Nel mondo dell’artista si mescolano sapientemente ingredienti così diversi come la fantasia e la tecnologia. La sinergia tra questi due elementi ha suscitato l’interesse anche di Michele Mirabella. L’artista canadese, ma barese d’adozione, presenta oltre 50 opere, ovvero disegni digitali interamente realizzati sull’ e utilizzando la punta delle dita.
La fingerpainting nasce come ritorno allo schizzo infantile; infatti attraverso la tecnologia si torna ad utilizzare il proprio corpo per esprimersi, ovvero “sporcarsi le mani”.
Matthew Watkins, che annovera svariate esperienze nel campo pubblicitario, della comunicazione e del marketing , ha realizzato una serie di opere disegnate in punta di dito sullo schermo multitouch misurandosi prima sull’ e poi sull’ utilizzando vari applicazioni incluso Brushes, Sketchbook Pro e Artrage.
Tra creatività e manualità servendosi di una tavoletta e dei pixel, Watkins dipinge paesaggi, animali, ma anche scene noir, personaggi da fumetto. “The Look” è l’opera che meglio rappresenta il concetto del “dipingere”: dipingere infatti vuol dire vedere, osservare con maggiore attenzione ciò che è intorno a noi. The look e’ un omaggio al vedere e all’essere visto. In alcune opere poi non mancano ricordi personali e scene di vita a Bari, la città che lo ha adottato ormai da quasi un ventennio. Ma negli ultimi anni sempre più insistente è il noir,
come accade in “The Duchess”, ispirato dalla Duchessa di Langeais di Balzac.
Tra fantascienza e realtà invece è l’opera
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“Robot Sommelier”, dove il robot rappresenta lo strumento con cui l’uomo misura se stesso e allo stesso tempo esprime le sue paure e le sue speranze. Molti quadri sono delle "orphaned stories", ovvero storie senza passato o futuro, isolati nel tempo, che raccontano in modo dettagliato un momento, come se fosse un fotogramma tagliato dalla pellicola di un film. Dietro questo neoespressionismo le opere high-tech in esposizione rivelano comunque l’impegno di Watkins a tutelare la dimensione narrativa delle rappresentazioni.
Ad influenzare l’artista inizialmente sono stati due grandi pittori naturalisti canadesi, Robert Bateman e George Mclean, anche se nelle sue opere sono evidenti le contaminazioni dall’impressionismo astratto e dalla pop art, per non parlare poi dell’influenza noir tratta dai libri di Raymond Chandler e Dashiell Hammet. La “fingerpainting”, già diffusa all’estero, trova una sempre maggiore condivisione delle sue opere grazie ai social media che hanno dato vita alle mostre "fai da te" online.
L’iPhone e iPad art inoltre consente anche di interagire, poiché due o più persone alternandosi possono costruire una conversazione visiva. Forse più vicina alla street art che alla pittura di galleria o da collezione, la mobile digital art rappresenta una vera e propria rivoluzione artistica
Fonte
www.watkinsmedia.com/
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