Amo Chagal, Miro', Goya, Picasso, la focaccia al formaggio di Recco, la colazione al bar Paolo Conte, la Nannini, il "Nessun Dorma" di Pavarotti, le prospettive, i miei figli, i silenzi intelligenti, il mio lavoro e soprattutto la vita".
Anna Àntola
Anna Àntola dipinge figurine che hanno i profili morbidi e accoglienti di Botero, i colori vividi di Picasso (al quale rende omaggio nell’opera “Una rosa per Pablo”),
gli sguardi sognanti e la leggerezza di Chagall. Il suo studio è in Piazzale Bacone a Milano, ma i suoi quadri hanno i “cromatismi del mondo”, le sfumature “nette e carnali” di un universo sensuale fatto di sguardi obliqui e pose maliziose. Nelle sue tele ci sono rose e gatti, acque di disperazione e visi placidi, eroine di Shakespeare e donne contemporanee, personaggi “femminili e singolari” dall’irresistibile allure e dalle forme tondeggianti, che sembrano osservarti in maniera beffarda. “Regine, contadine e cittadine”, colte in un decoro naturale, che ha le tinte violente del desiderio e l’impatto forte del riconoscimento. Dietro la suggestione fantastica, sono lavori terribilmente personali, che la dicono lunga sulla loro creatrice e completano quei nomi scritti in bianco ai loro piedi un “ritratto di parole” che è lei stessa a tracciare.
Ho ammirato e studiato gli impressionisti i metafisici e i concettuali traendone grandi emozioni. Ma Picasso rimane il mio grande amore. Invidio la sua sensualità, la virile creatività e la capacità di esplorare l’animo femminile.
Ma di me devo parlare: ho sempre dipinto, non ho mai abbandonato il cavalletto anche nei momenti di sconforto. Non è stato facile ma alla soglia della maturità artistica, e anche più, mi sembra di aver trovato il mio segno e miei contorni dove riconoscermi ed abbandonarmi alla più completa libertà e fantasia.
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