venerdì 5 ottobre 2012
LA RIVOLUZIONE È UN'ARTE CHE SI PRATICA IN EGITTO OGNI GIORNO
La vera arte è quella della rivoluzione. Prendo in prestito queste parole dal blog Arabawi, per aprire un articolo che parla di graffiti, stencil, attivismo e public art in Egitto.
La rivoluzione in Egitto, che da Piazza Tahrir al Cairo si è diffusa in Medio oriente, non è finita con la caduta di Hosni Mubarak. La lotta per la conquista della libertà individuali e sociali di cui godiamo in occidente, è appena cominciata. Lo sa bene Essam Ata الشهيد عصام عطا, uno dei martiri di questo tempo, morto venerdì 27 ottobre 2011 dopo essere stato torturato in carcere con l’inserimento di un tubo d’acqua attraverso bocca ed ano. Il reato di cui si era macchiato? Nessuno lo sa, il suo fascicolo è stato archiviato ed infangato. L’unica certezza è che le guardie carcerarie se la sono presa con lui perché aveva “contrabbandato” una SIM card per chiamare la sua famiglia.
Un murale a lui dedicato, colorato e vivido, è stato dipinto con rulli e pennelli sulla parete della vecchia biblioteca AUC a Mohamed Mahmoud Street, la via che costeggia Piazza Tahrir. La strada, al centro degli scontri più violenti tra manifestanti e polizia, che si è trasformata in un’enorme bacheca pubblica fatta di scritte e stencil, simboli e slogan nati come ‘primitivi segni’ a supporto della rivoluzione.
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