Marcello
Geppetti (1933–1998) was an Italian photographer. This is how David Schonauer,
the editor in chief of the American Photo magazine, described Marcello Geppetti
in 1997 during an exhibition at New York's Robert Miller Gallery. The New York
Times and Newsweek compared him to Cartier-Bresson and Weegee.
Marcello
Geppetti got started at the Giuliani and Rocca’s agency, then he worked at
Meldolesi-Canestrelli-Bozzer one of the most important agency in the 1950s and
1960s.
He was
a member of a group of photographers that inspired Federico Fellini to create
the character of a news photographer named Paparazzo in the film "La Dolce
Vita" in 1960.
His
photographs were published in Time Magazine, Life, and Vogue. Today his work is
exhibited in galleries worldwide. His pictures have sold at Sotheby's auction
house. In 2010, for the fiftieth anniversary of the movie "La dolce
vita", 120 of his photographs were exhibited at the National Museum of
Cinema in Turin. Geppetti took his last photo on 27 February 1998.
Marcello Geppetti, nasce a Rieti, a pochi chilometri da
Roma, nel 1933. Da giovanissimo ha cominciato a sviluppare la sua passione per
l’immagine e ad elaborare il suo punto di vista personale degli eventi.
Comincia a presentare i suoi lavori a giornali e agenzie di
stampa facendosi apprezzare, oltre che per la qualità delle sue foto, per il suo
talento nella fotocronaca.
I primi passi sono nell’agenzia Giuliani e Rocca per poi passare al servizio di Meldolesi-Canestrelli-Bozzer, una delle più importanti agenzie degli anni ‘50-‘60. Proprio a quei tempi risalgono le incredibili e disperate foto delle donne che si lasciano cadere nel vuoto durante l’incendio dell’Hotel Ambasciatori nel cuore di Roma, in via Veneto. Fu la casualità a far passare da lì Geppetti che immortalò immagini che fecero il giro del mondo per la loro forza giornalistica e la loro drammaticità. E' tra quel gruppo di fotografi - e lui è, con tutta probabilità, quello più d'assalto - che ispirerà Federico Fellini a creare la figura del "Paparazzo" nel film "La Dolce Vita" del 1960.
I primi passi sono nell’agenzia Giuliani e Rocca per poi passare al servizio di Meldolesi-Canestrelli-Bozzer, una delle più importanti agenzie degli anni ‘50-‘60. Proprio a quei tempi risalgono le incredibili e disperate foto delle donne che si lasciano cadere nel vuoto durante l’incendio dell’Hotel Ambasciatori nel cuore di Roma, in via Veneto. Fu la casualità a far passare da lì Geppetti che immortalò immagini che fecero il giro del mondo per la loro forza giornalistica e la loro drammaticità. E' tra quel gruppo di fotografi - e lui è, con tutta probabilità, quello più d'assalto - che ispirerà Federico Fellini a creare la figura del "Paparazzo" nel film "La Dolce Vita" del 1960.
Geppetti lascia l’attività da dipendente di agenzie che gli
stava diventando stretta e comincia a lavorare come free-lance, iniziando anche
una collaborazione, che durerà dieci anni, con il “Momento Sera”, tra i più
importanti quotidiani italiani dell'epoca.
Il periodo della Dolce Vita è il più proficuo dell’attività
di un fotografo: Roma si rivelava un set a cielo aperto, per le sue strade
circolavano le stelle internazionali e Marcello Geppetti ha scattato foto che
hanno fatto epoca, come il primo nudo di Brigitte Bardot e il bacio che svelò
l'amore tra Liz Taylor e Richard Burton.
La sua attività fotografica continua incessante anche nelle
decadi successive quando scatta testimonianze struggenti ed emblematiche degli
“anni di piombo”, oppure quando si cimenta in viaggi sui set cinematografici.
Le sue opere hanno un grande valore documentaristico,
restituendo ai fotografi di celebrità la giusta misura e dignità artistica con
immagini indimenticabili che testimoniano la grandezza di un periodo storico
fondamentale per la storia italiana e non solo. Il suo nome fa il giro del
mondo: le sue immagini appaiono su “Time Magazine”, “Life”, “Vogue”, “Donna
Karan” e, in occasione di importanti esposizioni in varie gallerie di Roma,
Milano, Londra, Lisbona, Sao Paulo, San Pietroburgo, New York, San Francisco, St.Tropez,
Bologna, le sue immagini sono vendute nelle aste di Sotheby's. Due scatti, il
già citato bacio a Ischia tra Liz Taylor e Richard Burton e Anita Ekberg che
assalta i fotografi con arco e frecce, sono entrati a far parte dell’elenco,
stilato di recente da ARTH 923 (uno studio dell’Università di Boston sull’arte
dell’immagine) delle 30 immagini più famose della storia, dove il nome di
Geppetti figura accanto a quello di Andy Warhol e Cecil Beaton. Nel 1997, in
concomitanza con una mostra alla Robert Miller Gallery di New York, Richard
Schonauer, l’editore di “American Photo”, lo chiama “il fotografo più
sottovalutato della storia”, aggiungendo che ha creato uno stile nuovo e unico
di immortalare le celebrità e articoli sul “New York Times” e sul “Newsweek” lo
paragonano a Cartier-Bresson e Weegee. E nel 2009 Marcello ha l'onore di
dividere proprio col grande Weegee, una mostra alla Galleria De Lellis di New
York, intitolata "The Sweet Life/Shooting Stars". Nel 2010 l'Italia
gli dà un giusto riconoscimento, scegliendo 120 tra le sue immagini più belle
da esporre al Museo del Cinema di Torino, per celebrare i 50 anni del film
"La Dolce Vita". A Roma, la sua città, è stata fatta una proposta per
intitolargli una via della capitale.
Il 27 febbraio del 1998 scatta il suo ultimo clic e lascia in eredità un’immensa galleria di più di un milione di fotografie (che spaziano in ogni campo del giornalismo), la maggior parte delle quali inedite, che narrano con pennellate d’autore un periodo lunghissimo della nostra vita... e della nostra storia.
All images © Marcello Geppetti
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