Ernesto Fantozzi, nato a Milano nel 1931, inizia a
fotografare nel 1958 aderendo subito al Circolo Fotografico Milanese e, nel
1962, riceve la nomina di AFIAP (Artiste de la Federation Internazionale
de l’Art Photographique). Rinuncia presto al rituale dei concorsi ma si fa luce
partecipando a mostre personali e collettive. Le sue foto sono subito connotate
da un’inclinazione al reportage e la critica le cita con interesse. All’inizio
degli anni sessanta è tentato di abbandonare la sua attività nel settore edile
per quella fotografica. Sarà poi invece tra i fondatori del “Gruppo 66” che
raccoglieva alcuni appassionati fotografi non professionisti uniti dallo
scopo di documentare la quotidianità della vita milanese. Con l’esaurirsi
dell’attività del gruppo (che sarà illustrata in un volume edito dalla LEONARDO
ARTE), verso la metà degli anni settanta, anche Ernesto Fantozzi sospende la
sua pur cospicua produzione personale ed inizia a tenere corsi annuali di storia
critica della fotografia di reportage presso il Circolo Fotografico Milanese.
Riprende a fotografare nel 1994 e nel 1998 dedica una lunga ricerca visiva –
poi pubblicata in un fotolibro – agli ultimi artigiani argentieri di Milano, al
lavoro nella gloriosa Galbiati. Poco dopo pubblica un volume che il CMAE
(Club Milanese Automoto d’Epoca) gli commissiona per illustrare i propri soci
più attivi ed appassionati. Più recente è la pubblicazione del volume
“Relazioni che curano” realizzato per illustrare il viver quotidiano nella Casa
di Riposo Gallazzi Vismara di Arese. La sua attività fotografica si esplica
naturalmente anche attraverso work shop, conferenze, mostre personali e
collettive, mentre le sue foto, oltre ad essere conservate in collezioni pubbliche
e private italiane e straniere, continuano ad essere pubblicate su foto-libri e
riviste specializzate. Nel 2002 la FIAF (Federazione Italiana delle
Associazioni Fotografiche) lo nomina “Autore dell’anno” dedicandogli un’ampia
monografia e, nel 2003, lo riconosce “Maestro della Fotografia Italiana”
All
images © Ernesto
Fantozzi
Nessun commento:
Posta un commento