"Saudade
Moon" is not a record of the physical landscape but of an emotional one,
it's my attempt to change look on the nation's leading over the coming years, I
watched my "invisible" Brazil, I told the "unsaid", over
the pacification of the favelas, over the feverish preparation for the upcoming
sporting events, which in part, have triggered this economic reaction.
I traveled for five years from the hypnotic Amazon, to the farms in the early
1800's in the state of Minas Jerais, visiting the islands off the north coast
to the desert in the state of Maranhao.
I photographed
the lifestyle of the beaches, but also, Christmas in the slums of the big
cities on the coast and inland. I tried to return the historical aspect
expressed by the art and architecture of Brasilia, and I told the ritual
ceremonies of Condomblè, then I traveled to the colonial villages and I
photographed the poorest countries, those forgotten by this hysterical ongoing
economic process.
Saudade
moon is the first major station on a long journey, the search on my emotional
geography, a tool to be able to cry with laughter, of each land living. In the
stomach of my trip, I met in Brazil the seed of “saudade”, the conscious
transition strongly related to their belonging, sentimental, epochal
ideological and finally empathic.
The
Brazilian land is still very far away from me, like the moon, with its colors
shouted in my face, or whispered from far away.
"Saudade
Moon" it’s my lunar vision of Brazil, the pretext for recognizing me in
the eyes of an everyman, and vindicate myself as a son of the world and remain
fertile towards life. paolomarchetti
All images ©
Paolo Marchetti
Dall’Amazzonia
al deserto del Maranhao, dallo stato del Minas Gerais alle spiagge di Rio,
dalle favelas delle grandi città alle coste più produttive, dall'entroterra
alle isole.
È
il lungo viaggio attraverso il Brasile del fotografo e reporter romano Paolo
Marchetti.
Ha
viaggiato per raccontare le sfaccettature di un paese dalle mille
contraddizioni, che vive in mezzo tra progresso e povertà, e l’ha fatto nei
cinque anni precedenti ai mondiali di calcio che hanno cambiato il volto del
paese sudamericano.
«Il Brasile
rappresenta la mia luna, distante, incompresa ma definitivamente importante nel
mio immaginario» racconta Marchetti, che per questo ha chiamato il suo lavoro
Saudade moon: «non è un diario di viaggio, ma il passaggio emozionale nel mio
“invisibile” Brasile e il tentativo di cambiare sguardo su una nazione leader
nei prossimi anni».
E Marchetti
non ha cercato le sonorità esotiche che troppo spesso colpisco i fotografi
frettolosi ma è andato in profondità, rallentando di fronte allo scorrere della
vita. Le immagini in un morbido bianco e nero non danno giudizi ma restituiscono
verità al quotidiano di un paese travolto dal progresso economico. Saudade
moon, che lo scorso anno gli ha permesso di vincere il prestigioso concorso
fotografico Leica Photographers Award, è stato esposto al Palazzo Ducale di
Lucca fino al 14 dicembre in occasione di Photolux.
«È un
progetto che ha innescato altre mie vocalità fotografiche» e decisamente
diverso dagli altri lavori, dai suoi progetti più giornalistici come Fever, una
mappatura visiva dei fascismi in Europa, Scarlet War sul conflitto in Mali, o
ancora The noble fire of ancient slaves sull’emergenza di Haiti post-terremoto.
Comunque
l’approccio del fotografo dell’agenzia Getty Images nel relazionarsi al
soggetto fotografato non è mai cambiato. Perché Marchetti ritiene che nel
fornire il proprio punto di vista ci sia sempre una grande responsabilità
individuale, poichè raccontare la vita degli altri è dare un messaggio al
mondo, farsi delle domande e lasciare che gli altri trovino le risposte. Una
visione imparziale in cui si lasciano liberi gli spettatori di riflettere e di
sognare.
huffingtonpost
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