venerdì 4 marzo 2016

SAUDADE MOON | PAOLO MARCHETTI

"Saudade Moon" is not a record of the physical landscape but of an emotional one, it's my attempt to change look on the nation's leading over the coming years, I watched my "invisible" Brazil, I told the "unsaid", over the pacification of the favelas, over the feverish preparation for the upcoming sporting events, which in part, have triggered this economic reaction.
I traveled for five years from the hypnotic Amazon, to the farms in the early 1800's in the state of Minas Jerais, visiting the islands off the north coast to the desert in the state of Maranhao.I photographed the lifestyle of the beaches, but also, Christmas in the slums of the big cities on the coast and inland. I tried to return the historical aspect expressed by the art and architecture of Brasilia, and I told the ritual ceremonies of Condomblè, then I traveled to the colonial villages and I photographed the poorest countries, those forgotten by this hysterical ongoing economic process.
Saudade moon is the first major station on a long journey, the search on my emotional geography, a tool to be able to cry with laughter, of each land living. In the stomach of my trip, I met in Brazil the seed of “saudade”, the conscious transition strongly related to their belonging, sentimental, epochal ideological and finally empathic.
The Brazilian land is still very far away from me, like the moon, with its colors shouted in my face, or whispered from far away.
 "Saudade Moon" it’s my lunar vision of Brazil, the pretext for recognizing me in the eyes of an everyman, and vindicate myself as a son of the world and remain fertile towards life. paolomarchetti























All images © Paolo Marchetti

Dall’Amazzonia al deserto del Maranhao, dallo stato del Minas Gerais alle spiagge di Rio, dalle favelas delle grandi città alle coste più produttive, dall'entroterra alle isole. È il lungo viaggio attraverso il Brasile del fotografo e reporter romano Paolo Marchetti.
Ha viaggiato per raccontare le sfaccettature di un paese dalle mille contraddizioni, che vive in mezzo tra progresso e povertà, e l’ha fatto nei cinque anni precedenti ai mondiali di calcio che hanno cambiato il volto del paese sudamericano.
«Il Brasile rappresenta la mia luna, distante, incompresa ma definitivamente importante nel mio immaginario» racconta Marchetti, che per questo ha chiamato il suo lavoro Saudade moon: «non è un diario di viaggio, ma il passaggio emozionale nel mio “invisibile” Brasile e il tentativo di cambiare sguardo su una nazione leader nei prossimi anni».
E Marchetti non ha cercato le sonorità esotiche che troppo spesso colpisco i fotografi frettolosi ma è andato in profondità, rallentando di fronte allo scorrere della vita. Le immagini in un morbido bianco e nero non danno giudizi ma restituiscono verità al quotidiano di un paese travolto dal progresso economico. Saudade moon, che lo scorso anno gli ha permesso di vincere il prestigioso concorso fotografico Leica Photographers Award, è stato esposto al Palazzo Ducale di Lucca fino al 14 dicembre in occasione di Photolux.
«È un progetto che ha innescato altre mie vocalità fotografiche» e decisamente diverso dagli altri lavori, dai suoi progetti più giornalistici come Fever, una mappatura visiva dei fascismi in Europa, Scarlet War sul conflitto in Mali, o ancora The noble fire of ancient slaves sull’emergenza di Haiti post-terremoto.
Comunque l’approccio del fotografo dell’agenzia Getty Images nel relazionarsi al soggetto fotografato non è mai cambiato. Perché Marchetti ritiene che nel fornire il proprio punto di vista ci sia sempre una grande responsabilità individuale, poichè raccontare la vita degli altri è dare un messaggio al mondo, farsi delle domande e lasciare che gli altri trovino le risposte. Una visione imparziale in cui si lasciano liberi gli spettatori di riflettere e di sognare.
huffingtonpost

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