lunedì 7 dicembre 2009

I POLITTICI DEL CRIVELLI PER IL BICENTENARIO DI BRERA

Una mostra rara, preziosa, così come il suo sconcertante, prodigioso, coinvolgente pittore ritenuto al tempo un primitivo, il Crivelli, che conclude il bicentenario di Brera con un’occasione unica: rivedere quasi al completo i pannelli che componevano le due grandi pale eseguite per Camerino (il trittico di San Domenico e il polittico del Duomo), ammirare la splendida Annunciazione di Ascoli, in prestito dalla National Gallery di Londra che, dopo Brera, possiede il maggior numero di opere del Crivelli. Una vicenda all’apparenza singolare quella del pittore veneziano a Brera.

Madanna della Candeletta

Allorché Eugenio di Beauharnais divenne viceré d’Italia, aprì Brera al pubblico e su consiglio della madre l’allora imperatrice Giuseppina, moglie di Napoleone, volle fare della collezione milanese un museo centrale per l’arte italiana.

OPUS KAROLI CRIVELLI VENETI 1473

Non c’è troppo da stupirsi che nel 1811 i commissari napoleonici dalle Marche convogliassero ben 13 tavole, due pale e dieci scomparti che componevano i due polittici per Camerino di un artista singolare, poco conosciuto.

The dead Christ supported by two angels Carlo Crivelli.

Talune tavole vennero poi disperse: alcune «scene» cedute e la mirabile Annunciazione di Ascoli scambiata con un’altra opera da Londra, la Consegna delle chiavi di San Pietro finì ai Musei di Berlino.

MADONNA CON BAMBINO

Di Carlo Crivelli, della sua esistenza poco si sa: nacque a Venezia verso il 1430-35 (coetaneo di Mantegna e Bellini che ammirerà) da un pittore che gli insegna il mestiere, mentre fioriscono le due botteghe di Jacopo Bellini e dei Vivarini. Si hanno tracce di lui a Padova, dove si trova lo Squacione. Nel 1457 è costretto a lasciare Venezia per un amore adulterino, va a Zara, dal ’68 è nelle Marche, fra Ascoli, Camerino, Ancona, Fermo, Fabriano, luoghi di varie committenze, muore fra il 1494 e il ‘95.

Carlo Crivelli, Trittico di Montefiore dell'Aso

Artista straordinario, in bilico fra gotico e rinascimento, ebbe immaginazione fertilissima, maestria tecnica eccezionale, conoscenza dettagliata anche delle arti decorative (i giganteschi polittici sono vere e proprie macchine da costruire con falegnami, orefici e artigiani vari) e dei materiali più diversi, tessuti, tappeti (taluni rari portano il suo nome) legni, marmi, che riprodusse a profusione con precisione maniacale tanto da renderli «surreali». Maestro di illusionismi e inganni, conosce alla perfezione la prospettiva, tuttavia impiega sovente i salti di proporzioni, inserisce addirittura oggetti veri, direttamente nell’opera, come le chiavi di San Pietro o pietre decorative, in anticipo di secoli.

The Virgin and Child with Saints Francis and Sebastian

Girando fra le sale della Pinacoteca si resta ammaliati dalle opere in gran parte della fase ultima della carriera; soggiogano dettagli come i festoni di mele, zucche, cetrioli, ciliegie, con bucrani e minuscoli teschi di bimbi, piuttosto che le speciali mani allungate, snodate, stravaganti come quelle del Dio Padre dell’Incoronazione della Vergine, simili a granchi, o le singolari ali dell’angelo annunziante, carico di gioielli come sovente le Madonne. Usava colori a tempera di tale splendore e scintillii che risultano, dopo restauri recenti, brillanti e come l’oro che impiega dove possibile.

The Crucifixion

Ciò che questa mostra suggerisce, con confronti d’argenterie, reliquiari, terracotte, tappeti, piviali o il mirabile tondo dei Della Robbia, ma anche con opere di altri artisti del tempo, è che certo Crivelli guardò Mantegna e Giovanni Bellini, tuttavia ogni creazione è studiata, meditata, preparata, filtrata dalla sua maestria e genialità. Non a caso nel secolo scorso citato da Apollinaire, Severini e Gadda. È pur vero come indica la curatrice della mostra, Emanuela Daffra, che i committenti gli domandavano oro, luccicore, colori, in pratica gioielli ed eleganze di corti più o meno minuscole, ma il Crivelli in tanta esuberanza di dettagli, ori, colori seppe muoversi e giostrarli con sapienza squisita.

pietà di carlo-crivelli

Come mostra l’incanto delle tavole e delle pale ricostruite o delle opere minuscole come il San Francesco che raccoglie il sangue di Cristo dal Poldi Pezzoli.

The Annunciation with St. Emidius -1486- Artist Carlo Crivelli -c. 1435 1495

Basta un’occhiata all’Annunciazione di Sant’Emidio che tornerà a Londra: una scena di vita cittadina con architetture, una loggia abbellita da fiori e uccelli, di lato una visione di scorcio in prospettiva magistrale, archi, scale, un bimbetto che sbircia oltre la balaustra, figure del tempo indifferenti alla scena; inginocchiati stanno vicini l’Arcangelo Gabriele con giglio e mano destra in segno di benedizione, accanto a un giovane Sant’Emidio, patrono della città di Ascoli Piceno (committente per la parziale autonomia conquistata dallo Stato della Chiesa, da ciò la scritta sul gradino dipinto in primo piano: Libertas Ecclesiastica 1486), con piviale e mitra, ricchi di pietre preziose e il modello della città nelle mani. Catalogo (ed. Electa) con importanti saggi.

clip_image002

Carlo Crivelli, L’incoronazione della Vergine con Agostino e Santi, seconda metà XV secolo, Pinacoteca di Brera, Milano.

CRIVELLI E BRERA
MILANO PINACOTECA DI BRERA
FINO AL 28 MARZO

Fonte testo

clip_image004

Carlo Crivelli: Madonna umgeben von Heiligen, National Gallery, London, 1476

Vedi anche:

http://arengario.net/momenti/momenti51.html

Nessun commento:

Posta un commento

ShareThis

post<li>
Related Posts with Thumbnails