venerdì 19 febbraio 2010

SUBODH GUPTA E L'ARTE DELL'ASSEMBLAGGIO

Qualche tempo fa il Guardian definì Subodh Gupta il Marcel Duchamp del subcontinente indiano.

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Per la sua prima personale in Inghilterra, che andrà in scena ad ottobre presso due gallerie private (Hauser & Wirth Piccadilly e Old Bond Street), l’artista sta preparando una rielaborazione tridimensionale in bronzo della Mona Lisa baffuta di Duchamp, LHOOQ (1919).

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Le sue sculture incorporano oggetti di uso quotidiano assemblati con grande maestria. Oggetti omnipresenti in India e nel mondo, come i barattoli di latta, le pentole, i contenitori per il pranzo al sacco, le biciclette e i secchi per il latte, vengono decontestualizzati e ricombinati. Un esempio? Line of control (Linea di controllo, 2008) riproduce con pentole e padelle un grande fungo atomico scintillante.

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A differenza di Duchamp il suo è più che altro un utilizzo del ready-made quale unità compositiva di nuove creazioni scultoree di assemblaggio.

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Il fascino dell’opera di questo artista nato nel 1964 a Khagaul, Bihar, risiede proprio nella sua capacità di manipolare e conferire nuovo senso ad oggetti appartenenti al design industriale, con un gusto tutto indiano, molto contemporaneo.

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Sudobh Gupta
Fonte

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