Ho scoperto Momò navigando in Internet, dove di lui se ne parla ovunque, tanto, e fin dalle prime immagini e sue dichiarazioni ho provato una simpatia naturale per le sue opere e per il suo operare.
Uguale e tanto diverso da me. Tanto uguale, non nel senso di uniforme, piatto e magari omologato ma, al contrario…..individuo assolutamente individuale, però uguale nella tensione per la giustizia, pace e felicità sulla terra….e uguale nella ricerca di nuovi linguaggi della Pittura, che non è né morta né obsoleta come anelano gli “artecontemporaneisti” al potere..
E uguale anche nel sogno di ri-integrare le Arti divorziate, riproponendo la unità tra Pittura, Scultura e Architettura, che è il cammino dell’Arte Pubblica (il “No hay más ruta que la nuestra” del nostro caro David Alfaro Siqueiros) e, insomma, distanti ma con una rotta ugualmente e assolutamente controcorrente e definita …. “caminantes somos y por el camino andamos” come dice Saramago…….lavorando e cercando di contribuire onestamente e dignitosamente con il nostro piccolo “granito de arena” a cambiare le cose.
COMISO PARK, acrilico, cm200x300, 1984
E, senza saperlo né conoscerci, abbiamo incrociato varie situazioni e personaggi che hanno lasciato tracce profonde in questo cammino, come il maestro Gabriele Mucchi a Milano che ospitò Momò nei suoi primi mesi milanesi, nello stesso studio del Maestro che io frequentavo, e dove ho posato come modello per i suoi dipinti sulla morte di Pier Paolo Pasolini; come il maestro Aurelio C. che frequentammo entrambi in periodi differenti…e poi Mario De Micheli e, insomma, quei grandi artisti e intellettuali che fino alla fine hanno lottato per un’arte nuova in una Italia verticale, dignitosa e onesta.
ACQUE GIALLE A CEFALA DIANA, acrilico, cm124x62, 1981
Momò è un “disegnatore satirico di razza” disse Mario De Micheli……
E’ vero. E’ un Pittore di quelli che disegnano prima di tutto e soprattutto, e il colore lo usa in funzione del disegno e del senso del suo lavoro. Ma può benissimo anche farne a meno del colore, e dipingere monocromo, anzi, personalmente lo preferisco senza colori, che mi sembra più potente, poderoso e monumentale.
GIOCHI E SPASSI DEGLI EROI DI COMISO PARK, disegno, cm.150x200,1984
Caricaturista graffiante del nostro Belpaese corrotto, provinciale, decadente, con una satira pungente e grottesca della politica e del costume con i suoi magistrati, politici, cardinali, portaborse e ruffiani, baldracche e banchieri della prima, seconda e terza repubblica, che ricordano certi espressionisti tedeschi come Otto Dix o George Grosz o, in Italia le critiche graffianti delle consuetudini borghesi degli Strapaesani come Mino Maccari o più recentemente Alberto Manfredi, quel bravo Pittore e Incisore di Reggio Emilia che fu mio Maestro a Firenze.
IL GELATO DI TARIQ, diesgno, cm150x120, 2002
Ma senza più spigoli e contrasti eccessivi: Momò è mediterraneo, e il suo “espressionismo” è rotondo, sinuoso, solare, pieno di mezzi toni, e pieno anche di anelli, brilli, brillanti e lustrini, colorini e dorature, coriandoli in un carnevale comico e teatrale, pieno, gonfio, straripante e bianco e nero come il barocco spagnolo o quello coloniale, che è tragico…..come lo è oggi la realtà italiana che, forse, è anche più tragica, senza che si sappia, o ibernata nella indifferenza, incoscienza, omertà, e l’arroganza e la vanità del Belpaese che fu.
INSOSTENIBILE LEGGEREZZA, terracotta, ocre, refrattaria, h.cm35, 2002
LA STANZA DI MOMO, disegno, cm33x66, 2004
LABIRINTO VERTICALE, acrilico, cm200x150, 1993
LADY LEDA SENZA CIGNO, disegno, cm50x35,1989
LADY LEDA, disegno, cm180x140, 2002
LO STUDIO DI MOMO, disegno, cm50x40, 2004
MAGISTRATI, acrilico, cm70x50, 1979
NEI VICOLI DI PALERMO, disegno, cm60x80, 2006
OMAGGIO A MOZART, acrilico, cm50x40, 2006
ORA PRO NOBIS, acrilico, cm35x50, 1979
PIAZZA DELLA VERGOGNA, acrilico e matita, cm200x450, 1986-87
PICCOLA MATERNITA' N.2, acrilico, cm66x33,2005
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