Disegni noir e affreschi pop
MOSTRE. La città friulana dedica un ricco programma al «suo» pittore
Una stagione di eventi in onore dell'ultimo frescante. Gli sgargianti cicli pittorici giovanili in contrasto con i misteriosi disegni, dai soggetti magici e oscuri.
Una stagione di eventi in onore dell'ultimo frescante. Gli sgargianti cicli pittorici giovanili in contrasto con i misteriosi disegni, dai soggetti magici e oscuri.
Giambattista Tiepolo, Astrologo e giovane soldato, acquaforte
La sua fama è di livello europeo e il principe vescovo di Franconia Carlo Filippo di Greiffennlau lo chiama a decorare il palazzo di Würzburg. Giambattista vi si reca accompagnato dai figli Giandomenico e Lorenzo, accolto con tutti gli onori e lautamente ricompensato. Rimane in Franconia dal 1750 al 1753, anno in cui affresca villa Soderini. Nel 1757 esegue gli affreschi di villa Valmarana e nel 1761 gli affreschi della sala da ballo di palazzo Canossa nel corso di Castelvecchio a Verona (crollati dal soffitto l'ultimo giorno di guerra nel 1945, gli intonaci dipinti restano tuttora da ricomporre). Quindi, cedendo alla insistenze di Carlo III re di Spagna, Tiepolo si reca a Madrid con i figli Giandomenico e Lorenzo, accompagnato dal prospettico di fiducia, suo stretto collaboratore fin dalle prime prove, Mengozzi Colonna. Il compito assegnatoli da re Carlo è difficoltoso: affrescare l'ampio ma non alto soffitto della sala del trono del Palazzo Reale.
Però a Madrid non sono solo le grandi difficoltà tecniche, del resto magnificamente risolte, a rattristarlo, quanto gli intrighi provocati dalla presenza a corte di Anton Raphael Mengs, antesignano di un rigido recupero classico nella pittura e nelle arti in generale, sostenuto dal confessore del re, padre Gioacchino de Electa. Giambattista Tiepolo muore improvvisamente a Madrid il 27 marzo 1770 e la sua fama rapidamente scompare, proprio per l'ascesa e le fortune dell'arte neoclassica di Mengs e Canova e, a seguire, di tutta la cultura artistica romantica.
Solo sul finire del XIX secolo la sua pittura verrà riscoperta. Non poteva se non essere così, perché Tiepolo è l'ultimo grande interprete della cultura artistica tardobarocca e rococò, e raccoglie nella sua cinquantennale attività la visione del mondo degli artisti di questa cultura: da Rembrandt a Paolo Veronese, da Carpioni a Dorigny, dai grandi prospettici come Pietro da Cortona e Dal Pozzo e, soprattutto, da Sebastiano Ricci e Antonio Pellegrini, i due grandi divulgatori dell'ultima stagione pittorica del XVIII secolo.
Udine, che fu la città di terraferma dove iniziò la carriera di Tiepolo, gli dedica ora non solo una mostra, ma una serie di eventi distribuiti fra più ambienti e in più località, per ricordarci dell'artista un dato spesso sottostimato: la nostalgia della realtà che animava nel profondo la sua ricerca artistica, proprio mentre la sua poesia cantava l'ultima, decadente e decaduta, generazione nobiliare veneziana e le faceva indossare i panni degli eroi della mitologia classica.
NOSTALGIA Scrive Camillo Semenzato che «non si comprende Tiepolo se non si considera questa continua nostalgia della realtà ch'egli porta con sé nella scalata agli spazi più vertiginosi»: questi cieli che s'aprono a prospettive difficilissime dove i personaggi sembrano danzare da virtuosi. Si muovono solennemente, avanzando sul proscenio di scenografie fantastiche, sublimazione di una realtà sempre presente. Per questo le sue figure perdono, per così dire, la gravità terrestre e si muovono nella trasparenza luminosa dei cieli e dei colonnati — soffici come nuvole, maestosi come monumenti del tempo — offrendo di sé gesti di altissima dignità nobiliare. Un ricordo, una passione per virtù scomparse, ancora sublimate nella realtà veneziana.
Acqueforti e disegni in mostra a Udine, spesso preparatori degli affreschi, ci guidano nel mondo più intimo di Tiepolo: sfuggente e misterioso perché non siamo più in grado di decifrarne i più profondi significati. Ma una cosa rimane ed è forte: questi segni rapidi e pieni di luce, quasi disegno e incisione fossero per l'artista un unico gesto, hanno già la luce piena degli olii e degli affreschi.
È in mostra l'intera produzione grafica di Giambattista Tiepolo, suddivisa nella prima serie dei Capricci (1741-1742), dei quali dieci furono pubblicati da Anton Maria Zanetti nel 1743, e degli Scherzi di Fantasia. Complessivamente 38 incisioni e 16 disegni che rappresentano i suoi personaggi: maghi, scheletri, carni irsuti, macchiette, donne e soldati, ninfe e satiri, un filosofo che legge in un grande libro, un cavaliere e il suo cavallo, la folla e i serpenti, ma anche paesaggi collinari e qualche adorazione dei Magi.
Sono soprattutto maghi, vecchioni e serpenti i personaggi di questa misteriosa ballata in più tempi che affascina per due motivi: il rimando istantaneo al Tiepolo in grande (quello degli affreschi famosi) e la misteriosità dei soggetti. Temi che, a loro volta, richiamano un altro grande incisore e pittore: Francisco Goya (che potrete ammirare nella mostra milanese di Palazzo Reale «Goya e il mondo moderno» a cura di Valeriano Bozal e Concha Lomba; catalogo Skira). La ricerca di Tiepolo si svolse tutta nel secolo dei Lumi.
Goya ne esce per lanciare la sfida al mistero del male che il secolo dei lumi non ha sconfitto. Ma, forse, questi Capricci e questi Scherzi di Fantasia sono il giudizio amaro di Tiepolo per quanto sta vivendo nella crisi senza rimedio della sua civiltà alla fine.
Francesco Butturini
A 40 anni dall’ultima loro storica esposizione, i Capricci e gli Scherzi di Giambattista Tiepolo tornano al Castello di Udine.
Il corpus completo della magnifica produzione grafica dell’artista veneziano sarà esposto nel Salone del Parlamento del Castello udinese, insieme ad una attentissima selezione di suoi disegni, opere direttamente collegate ai temi delle incisioni.
“Giambattista Tiepolo tra scherzo e capriccio”, curata da Cristina Donazzolo Cristante e Vania Gransinigh, sarà allestita in Castello sino al 31 ottobre.
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