Le fotografie di Pepi Merisio
Mercato del bestiame, Serina, 1965 - © Pepi Merisio
A parlare è Pepi Merisio. Nato nel 1931 e fotoamatore dal 1947 come lo furono Fulvio Roiter, Gianni Berengo Gardin, Mario Giacomelli, quando il termine dilettante non era considerato un insulto.
Nel ‘62 passò al professionismo e l’anno dopo iniziò una lunga collaborazione con Epoca. Una selezione delle sue foto “Ieri in Lombardia“ è esposta fino al 13 novembre al grattacielo Pirelli di Milano.
Alpe Campascio, Valmalenco, 1969 - © Pepi Merisio
Le rogazioni, Valsassina, 1960 - © Pepi Merisio
Stazione Centrale, Milano, 1955 - © Pepi Merisio
Emigranti, Milano, 1966 - © Pepi Merisio
Maternità, Val di Mello, 1962 - © Pepi Merisio
Le immagini in mostra sono 150, molte delle quali inedite. Scattate negli anni ‘60 e ‘70 raccontano la provincia italiana di allora.
© Pepi Merisio
“Allora fotografare era più facile. I pescatori erano vestiti da pescatori, gli operai da operai e i preti da preti. Oggi siamo tutti omologati e meno riconoscibili. C’è bisogno delle didascalie per dare l’identità alle persone.”
© Pepi Merisio
“Quando, dopo un viaggio, tornavo a casa, fotografavo la Lombardia perché mi accorgevo che stava scomparendo tutto rapidamente. E non solo la Lombardia. Potrei fare mostre “Ieri in Liguria”, “Ieri nel Lazio”…”
La fotografia è solo un mezzo per ricordare o può anche servire per cambiare il mondo?
“Non so. Io credo che più che per cambiare, la fotografia serva per insegnare qualcosa. Paolo Monti diceva che fotografare la guerra è facilissimo. Difficile é fotografare la pace.”
marcello.mencarini
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