La Via Crucis, o “via della croce”, è un rito
che propone una riflessione sul percorso doloroso di Gesù Cristo che
si avvia alla crocifissione sul
Golgota. Durante la Settimana Santa i cristiani pregano di fronte a quattordici
immagini, dette “stazioni” della passione di Cristo.
Le opere di Fernando Botero raccolte per l’esposizione “VIA CRUCIS la pasión de
Cristo” rappresentano una
svolta nella
carriera dell’artista, senza per questo mettere in ombra il tratto originale e
peculiare del linguaggio che lo ha reso famoso. Come spiega il critico d’arte Conrado
Uribe, per la prima volta, nelle opere dell’artista fa
incursione il dramma, ed è per questa ragione che il suo lavoro può essere
considerato come un nuovo corso. Qui la
continuità del vecchio si accompagna alle trasformazioni che arricchiscono e
potenziano le opere e la loro interpretazione. Mutamenti importanti, senza dubbio, nella
carriera dell’artista. http://www.boteroapalermo.it/
Dal 20 Marzo
2015 al 21 Giugno 2015
PALERMO
LUOGO: Palazzo Reale
ENTI PROMOTORI:
· Assemblea regionale siciliana
· Fondazione Federico II
· Museo colombiano di Antioquia
COSTO DEL BIGLIETTO: Cappella Palatina e Appartamenti Reali + Mostra intero 12 €,
ridotto 10 €. Cappella Palatina + Mostra intero 10 €, ridotto 8 €. Gratuito
under 13
TELEFONO PER INFORMAZIONI: +39 091 6262833
E-MAIL INFO: fondazione@federicosecondo.org
Donate dall’artista al Museo di Medellin, sua città natale, nel 2012 le opere
rappresentano uno dei grandi temi dell’arte fin dal XVI secolo. “Poi cominciò
gradualmente a scomparire e, al tempo della rivoluzione francese, era
praticamente scomparso. Oggi è inesistente”, ha spiegato l’artista a Beatriz
Manz, docente di Geografia e Studi Etnici all’Università di Berkeley. “Non sono
religioso, ma questo tema ha una bellissima tradizione artistica. A quei tempi,
i pittori mescolavano la realtà quotidiana con la Storia (…) Mi sono preso la
stessa libertà di mescolare certe realtà latinoamericane col tema biblico”.
Sull’apparizione dello stesso artista ne “Il bacio di Giuda”, Botero ha aggiunto: “Un’altra tradizione era quella di dipingere il proprio ritratto all’interno dei temi biblici. Masaccio accanto a Gesù nella Cappella Brancacci a Firenze, Pinturicchio negli affreschi di Siena e Michelangelo nel Giudizio Universale alla Cappella Sistina e via dicendo. Ho indossato il miglior vestito della festa per apparire accanto a Cristo. Non poteva essere diversamente”.Come nei dipinti su Abu Ghraib del 2005, anche qui crudeltà e dramma si espandono in forme rassicuranti, solide. Il corto circuito è assicurato e le tele già si attestano come momento cruciale dell’intera produzione boteriana.
La “Passione di Cristo” secondo Botero, intende fornire una riflessione sul dramma della passione e morte di Gesù Cristo, e il lavoro presentato dimostra un cambiamento nelle motivazioni dell’artista, pur mantenendo la forza del proprio stile. “Ho fatto queste opere – spiega l’artista colombiano – perché è un momento fondamentale della vita di Gesù e perché è un argomento che è andato scomparendo poco a poco nella storia della pittura: non ci sono elementi satirici in questo lavoro che è pervaso di grande rispetto”.arte.it
Sull’apparizione dello stesso artista ne “Il bacio di Giuda”, Botero ha aggiunto: “Un’altra tradizione era quella di dipingere il proprio ritratto all’interno dei temi biblici. Masaccio accanto a Gesù nella Cappella Brancacci a Firenze, Pinturicchio negli affreschi di Siena e Michelangelo nel Giudizio Universale alla Cappella Sistina e via dicendo. Ho indossato il miglior vestito della festa per apparire accanto a Cristo. Non poteva essere diversamente”.Come nei dipinti su Abu Ghraib del 2005, anche qui crudeltà e dramma si espandono in forme rassicuranti, solide. Il corto circuito è assicurato e le tele già si attestano come momento cruciale dell’intera produzione boteriana.
La “Passione di Cristo” secondo Botero, intende fornire una riflessione sul dramma della passione e morte di Gesù Cristo, e il lavoro presentato dimostra un cambiamento nelle motivazioni dell’artista, pur mantenendo la forza del proprio stile. “Ho fatto queste opere – spiega l’artista colombiano – perché è un momento fondamentale della vita di Gesù e perché è un argomento che è andato scomparendo poco a poco nella storia della pittura: non ci sono elementi satirici in questo lavoro che è pervaso di grande rispetto”.arte.it
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