mercoledì 30 dicembre 2015

JIM RICHARDSON | PHOTOGRAPHER

Jim Richardson is an American photojournalist working primarily for the National Geographic Society and as a social documentary photographer recognized for his explorations of small-town life.
Richardson's first story forNational Geographic magazine appeared in 1984. Since then, he has become one of the magazine's most productive contemporary contributing photographers, with more than 20 stories.
Richardson also is a contributing editor of National Geographic Travelermagazine, where he has contributed both writing and photographs. He also is a popular speaker and workshop leader in the U.S. and abroad.
His combined areas of expertise include volcanoes, agriculture, rivers and aquifers, and the United Kingdom, especially the people, culture, and landscape of Scotland, his Scotland, his family's native Cornwall, and the wider Celtic world.
In May 2004, National Geographic published Richardson's color story on the Great Plains alongside a retrospective of his 30 years of social documentary photography of Cuba, Kansas. Richardson's ongoing photography of Cuba, population 230, has been profiled twice by CBS's Sunday Morning, first in 1983 and again in 2004.
Richardson's book, High School USA, a three-year photographic examination of adolescence in a small-town Kansas high school, is considered a photo documentary classic.
Richardson's audiovisual presentation about rural life, "Reflections From a Wide Spot in the Road," won the Crystal AMI Award and toured internationally.
In 2001, ABC News Nightline followed Richardson in the field and during editing and layout at National Geographic Society headquarters in Washington, D.C., for a story called "Yellow Journalism: The Making of a National Geographic Story."
Richardson first began using a camera as a youngster on his parents' wheat and dairy farm north of Belleville in north-central Kansas. He began experimenting with his father's second-hand box camera, photographing the world of the farmstead for display at the Republic County Fair.
In 1971, he abandoned his psychology major at Kansas State University to begin a photo internship at the Topeka (Kansas) Capital-Journal. In the intervening 15 years, Richardson's work was published in many major publications, ranging from Life and Time to Sports Illustrated and the New York Times. In 1986, he left a job at The Denver Post to begin a full-time freelance career.
Richardson and his wife, Kathy, returned to Kansas in 1997, having lived 18 years in Denver. They now live in Lindsborg, Kansas, where they operate Small World: A Gallery of Arts and Ideas on the town's Main Street.


























All images © Jim Richardson


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lunedì 28 dicembre 2015

STREET THEOGRAPHY | KOSTYA SMOLYANINOV

The project "Street Theography" was created during 2006-2013 in different cities of Ukraine, Poland and Russia. No wonder of people praying in church, but the meter of my interest were manifestations of religious feelings in everyday life, on every street. Hence the name and the idea emerged during photographic research ─ especially in the street the conflict between the intimate nature of faith and the public, often ostentatious religiosity strongly appears.





























All images © Kostya Smolyaninov


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sabato 26 dicembre 2015

LADAKH | ANNA RITA CARRISI

Tra le montagne, sospeso tra Budda e il cielo, il Ladakh si mostra in tutta la sua bellezza con testi e foto di Anna Rita Carrisi
Attraversando il Ladakh
Luglio 2013
C’è una terra straordinaria in Oriente  capace di  imprigionare  il cuore di chi l’attraversa. La paragonerei ad una stella caduta sulla terra, un angolo di paradiso dimenticato.  L’altopiano del Ladakh, chiamato anche ilpiccolo Tibet. I pendii rocciosi delle valli sono un libro aperto di geologia che affascina chiunque per la varietà dei colori, con l’alternarsi degli strati e delle cenge, con i grandi mammelloni sabbiosi. Il paese deglialti valichi, nomi che provano a evocare, senza riuscirci completamente, la meravigliosa sensazione di trovarsi in una terra unica al mondo. Oasi polverose circondate che si alternano ai monasteri lamaisti, fortezze in miniatura dove il tempo sembra fermo a un’epoca lontana, un luogo remoto e dalla natura sproporzionata dove tutto ha una sua spiegazione poetica o mistica, frutto della serenità e della fede di uno dei popoli più intimamente religiosi del pianeta. Entrando silenziosamente  nei monasteri della valle dell’Indo, camminando nelle immense distese aride e selvagge circondate dalle vette innevate, sono riuscita a  scivolare nella pace di un mondo antico, fatto di persone dai gesti semplici e di una spiritualità così profonda da lasciare tracce indelebili nella propria memoria.
Non puoi percorrere la Via prima di essere diventato la Via stessa.
Gautama Buddh

…… E Tutto scorre
“All’inizio e alla fine del mondo tutto era acqua e tutto diverrà acqua”
E’ l’antico testo del Kata Sarit Sagar a rammentarci che fra questi due estremi il mondo si evolve e si dissolve in una serie interminabile di cicli attraverso milioni di anni. L’uomo partecipa a questo dilemma, appare e scompare di volta in volta nel corso delle ere. Il pensiero indiano provvede ad offrire una via di salvezza in questo trauma, attraverso il distacco del proprio io dalla ruota senza fine dell’esistenza. Questo distacco può essere operato quando si raggiunge l’asceteismo e la meditazione, annullando il desiderio di possesso, così che ognuno possa guardare aldilà dell’esperienza umana ed apparente. Altre vie sono offerte al Karma, raggiungimento degli obiettivi positivi, dalla Bakti, amore e adorazione per dio, dal dharma, senso della giusta azione. Questi percorsi spirituali permettono di raggiungere la moskha (liberazione) che conduce il se aldilà del tempo dove il legame con la causa è profondo ed entriamo in uno stato di sonno senza sogni, conosciuto come turiya.
L’uomo ideale (uttam purusha ) è chi ricerca questa visione e gioisce per il benessere di tutte le creature
Chhandogya Upanishadd 8.12  viaggiofotografico

Biografia
“Ciao, mi chiamo Anna Rita, vivo a Milano. Sono una Docente in Scienze Motorie ma con una grande passione per la fotografia. Io credo che ognuno di noi trovi o prima o poi la forma per poter esprimere ciò che è custodito dentro. C'è chi la chiama La Propria Ombra, ma per me rappresenta la Luce. Cerco con i miei occhi di catturare ciò che il quel momento mi emoziona e cerco di trasmetterlo. Sono sempre alla continua ricerca dentro di me, quindi nell'infinita ricerca interiore. Amo la fotografia da quando frequentavo l' Università di Scienze Motorie dove tra le varie discipline ho studiato anche Cinematografia Sportiva . E' stato lì che il mio interesse è nato. Ma per ragioni d' impegni familiari e lavorativi l'ho un po soffocato. Solo negli ultimi anni lascio che questa passione viva, perchè tutte le volte che la vivo mi emoziona. “
Anna Rita 
























All images © Anna Rita Carrisi
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