lunedì 31 maggio 2010

LE “MESCOLANZE” DI VIGLIATURO

L’ arte di Vigliaturo a Rende

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Lo scorso 8 maggio è stata inaugurata, presso il Museo del Presente di Rende (Cs), la mostra curata da Luca Beatrice,dal titolo “MESCOLANZE”: un’ esaustiva personale dedicata alle opere del noto artista e maestro del vetro Silvio Vigliaturo.
La mostra, che potrà esser visitata gratuitamente fino al 27 giugno, offre al pubblico la possibilità di ammirare e apprezzare alcune delle opere realizzate tramite la particolare e raffinata tecnica della  vetro-fusione, considerata da critici e cultori dell’arte di fama nazionale e internazionale come unica e originale.

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Silvio Vigliaturo, pur vivendo dall’età di 13 anni  in un piccolo centro sulle colline torinesi (Chieri), dove ha avuto modo di apprendere fin da ragazzo  la tecnica della lavorazione del vetro  maturando e coltivando  la sua vena artistica, dedicando la sua vita alla scultura e alla pittura, non ha mai dimenticato la sua terra natia, la Calabria, nella quale spesso ama ritornare portando con sé i “gioielli” della sua arte, apprezzata e conosciuta in tutto il mondo.
Quella di Vigliaturo è un’arte poliedrica che colpisce lo sguardo dell’osservatore per il   forte impatto visivo delle sue creazioni, maestose e variopinte sculture tridimensionali cariche di varianti cromatiche vive che riecheggiano i colori caldi del Mediterraneo in veri e propri artifici di giochi  cromatici, e dalle forme imponenti e sinuose che svelano bellezza e armonia dell’innato estro del maestro.

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Nel suo modo di creare e fare “arte, così come nelle sue realizzazioni è sempre presente una sorta di dualismo in cui vive e rivive la dualità della sua anima:da una parte quella dell’artigiano del vetro  e dall’altra quella dell’artista, che trova piena espressione nelle sue opere,vere e proprie commistioni di pittura e scultura, che ne rappresentano la sintesi. La sua infatti è un’arte, così come rivelano le opere esposte nel Museo del Presente, che oscilla tra l’accuratezza e l’abilità manuale tipica dell’artigiano  e la  vitalità  e l’estrosità  nei colori e nelle forme tipica dell’artista. Le sue opere, sintesi perfetta tra tradizione e modernità, rappresentano l’incontro tra antico e moderno, trasformandosi in vere e proprie sperimentazioni artistiche calate nella contemporaneità dello spettatore, nelle quali si intravedono contaminazioni artistiche che risentono dell’arte di Picasso e del suo cubismo, nonché    dell’arte di  Matisse e di Mirò, ma rese originali e uniche non solo  dal modo in cui Vigliaturo lavora il vetro, ma soprattutto per l’uso dei toni cromatici impiegati.

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Le sue  creazioni  non sono solo semplici esempi dell’arte contemporanea,dell’incontro tra originalità e rivisitazione inedita dell’arte del passato, ma sono soprattutto opere cariche di significati e simbolismi,alle quali l’artigiano e l’artista del vetro da uomo affida spunti di riflessione  sulla realtà di oggi e sulla civiltà del nostro tempo, attraverso la raffigurazione e rappresentazione di personaggi e soggetti che attraverso la sua arte è in grado di trasformare in  simboli atemporali, capaci di svelare  allo spettatore la loro intrinseca attualità.

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E’ una mostra quella ospitata nel Museo del Presente che riesce ad riallacciare il “presente”  con il  “passato”. Partendo da Pericle, il grande statista greco emblema del pensiero democratico di ogni tempo, passando attraverso le  figure della mitologia classica come quella di Ettore e  Andromaca,alle quali contrappone quella dell’eroe Achille, arriva fino ad Obama, primo e grande risultato della mescolanza tra popoli  ed  simbolo del cambiamento. Nell’esposizione delle opere una posizione di rilievo è assunta dalle  sculture come  quella di “Mediterraneo”, raffiguranti due fichi d’india, intesi a rappresentare una riflessione tesa al risveglio dall’oblio del passato e quella degli “ Equilibristi”, che rappresenta  il baricentro della mostra. Filo conduttore di tutte le opere esposte è la “mescolanza”, che ne rappresenta anche il tema centrale, che è soprattutto mescolanza di popoli e di culture, in cui l’ equilibrio, da qui anche la posizione centrale e significativa delle  sculture  degli Equilibristi all’interno della mostra, gioca un ruolo fondamentale  in assenza del quale la mescolanza si trasformerebbe in puro e semplice caos.

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L’arte versatile creata da Vigliaturo riesce ad essere cosi attuale e contemporanea, tanto da ispirare alcuni dei modelli della collezione di borse  Handbag Banner, che hanno tratto ispirazione proprio  dai dipinti della serie “mescolanze”, riproducendo su delle borse il bozzetto iniziale del lavoro del maestro, trasformando così quello che è l’accessorio femminile per eccellenza in vera e propria testimonianza di ciò che diventerà “arte”.
Angela  Altomare
http://www.museovigliaturo.it/

Museo del Presente, Via Nicolaj Lenin, 87036, Rende (Cs)


Periodo: sino al 30 giugno 2010

Orario: dalle 09.00 alle 19.00, chiuso il lunedì

Info: tel. 0984 462493

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BOLERO DI MANARA

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domenica 30 maggio 2010

TIEPOLO A UDINE

Disegni noir e affreschi pop

MOSTRE. La città friulana dedica un ricco programma al «suo» pittore
Una stagione di eventi in onore dell'ultimo frescante. Gli sgargianti cicli pittorici giovanili in contrasto con i misteriosi disegni, dai soggetti magici e oscuri.

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Giambattista Tiepolo, Astrologo e giovane soldato, acquaforte

Raramente un pittore ha avuto successo e fortuna come Tiepolo, che inizia nel 1725 la carriera di frescante. Giambattista Tiepolo nasce a Venezia il 3 marzo 1696. A soli 21 anni è iscritto nella fraglia dei pittori e nel 1719 si imparenta con un'altra prestigiosa famiglia di artisti, quella dei Guardi, sposando Cecilia, sorella di Francesco e Gianantonio. Le sue opere che ancora si possono vedere sono palazzo Sandi a Venezia, quindi a Udine la cappella del Sacramento in Duomo e il palazzo Vescovile, capolavoro giovanile, a Milano i Palazzi Archinti e Dugnani, a Bergamo la cappella Colleoni e la chiesa dei Gesuati a Venezia: tutte opere realizzate fra il 1725 e il 1740. In quest'ultima data torna a Milano per decorare palazzo Clerici, quindi a Venezia la scuola del Carmine, villa Cordellina e palazzo Labia.

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La sua fama è di livello europeo e il principe vescovo di Franconia Carlo Filippo di Greiffennlau lo chiama a decorare il palazzo di Würzburg. Giambattista vi si reca accompagnato dai figli Giandomenico e Lorenzo, accolto con tutti gli onori e lautamente ricompensato. Rimane in Franconia dal 1750 al 1753, anno in cui affresca villa Soderini. Nel 1757 esegue gli affreschi di villa Valmarana e nel 1761 gli affreschi della sala da ballo di palazzo Canossa nel corso di Castelvecchio a Verona (crollati dal soffitto l'ultimo giorno di guerra nel 1945, gli intonaci dipinti restano tuttora da ricomporre). Quindi, cedendo alla insistenze di Carlo III re di Spagna, Tiepolo si reca a Madrid con i figli Giandomenico e Lorenzo, accompagnato dal prospettico di fiducia, suo stretto collaboratore fin dalle prime prove, Mengozzi Colonna. Il compito assegnatoli da re Carlo è difficoltoso: affrescare l'ampio ma non alto soffitto della sala del trono del Palazzo Reale.
Però a Madrid non sono solo le grandi difficoltà tecniche, del resto magnificamente risolte, a rattristarlo, quanto gli intrighi provocati dalla presenza a corte di Anton Raphael Mengs, antesignano di un rigido recupero classico nella pittura e nelle arti in generale, sostenuto dal confessore del re, padre Gioacchino de Electa. Giambattista Tiepolo muore improvvisamente a Madrid il 27 marzo 1770 e la sua fama rapidamente scompare, proprio per l'ascesa e le fortune dell'arte neoclassica di Mengs e Canova e, a seguire, di tutta la cultura artistica romantica.
Solo sul finire del XIX secolo la sua pittura verrà riscoperta. Non poteva se non essere così, perché Tiepolo è l'ultimo grande interprete della cultura artistica tardobarocca e rococò, e raccoglie nella sua cinquantennale attività la visione del mondo degli artisti di questa cultura: da Rembrandt a Paolo Veronese, da Carpioni a Dorigny, dai grandi prospettici come Pietro da Cortona e Dal Pozzo e, soprattutto, da Sebastiano Ricci e Antonio Pellegrini, i due grandi divulgatori dell'ultima stagione pittorica del XVIII secolo.
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Udine, che fu la città di terraferma dove iniziò la carriera di Tiepolo, gli dedica ora non solo una mostra, ma una serie di eventi distribuiti fra più ambienti e in più località, per ricordarci dell'artista un dato spesso sottostimato: la nostalgia della realtà che animava nel profondo la sua ricerca artistica, proprio mentre la sua poesia cantava l'ultima, decadente e decaduta, generazione nobiliare veneziana e le faceva indossare i panni degli eroi della mitologia classica.
NOSTALGIA Scrive Camillo Semenzato che «non si comprende Tiepolo se non si considera questa continua nostalgia della realtà ch'egli porta con sé nella scalata agli spazi più vertiginosi»: questi cieli che s'aprono a prospettive difficilissime dove i personaggi sembrano danzare da virtuosi. Si muovono solennemente, avanzando sul proscenio di scenografie fantastiche, sublimazione di una realtà sempre presente. Per questo le sue figure perdono, per così dire, la gravità terrestre e si muovono nella trasparenza luminosa dei cieli e dei colonnati — soffici come nuvole, maestosi come monumenti del tempo — offrendo di sé gesti di altissima dignità nobiliare. Un ricordo, una passione per virtù scomparse, ancora sublimate nella realtà veneziana.
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Acqueforti e disegni in mostra a Udine, spesso preparatori degli affreschi, ci guidano nel mondo più intimo di Tiepolo: sfuggente e misterioso perché non siamo più in grado di decifrarne i più profondi significati. Ma una cosa rimane ed è forte: questi segni rapidi e pieni di luce, quasi disegno e incisione fossero per l'artista un unico gesto, hanno già la luce piena degli olii e degli affreschi.
È in mostra l'intera produzione grafica di Giambattista Tiepolo, suddivisa nella prima serie dei Capricci (1741-1742), dei quali dieci furono pubblicati da Anton Maria Zanetti nel 1743, e degli Scherzi di Fantasia. Complessivamente 38 incisioni e 16 disegni che rappresentano i suoi personaggi: maghi, scheletri, carni irsuti, macchiette, donne e soldati, ninfe e satiri, un filosofo che legge in un grande libro, un cavaliere e il suo cavallo, la folla e i serpenti, ma anche paesaggi collinari e qualche adorazione dei Magi.

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Sono soprattutto maghi, vecchioni e serpenti i personaggi di questa misteriosa ballata in più tempi che affascina per due motivi: il rimando istantaneo al Tiepolo in grande (quello degli affreschi famosi) e la misteriosità dei soggetti. Temi che, a loro volta, richiamano un altro grande incisore e pittore: Francisco Goya (che potrete ammirare nella mostra milanese di Palazzo Reale «Goya e il mondo moderno» a cura di Valeriano Bozal e Concha Lomba; catalogo Skira). La ricerca di Tiepolo si svolse tutta nel secolo dei Lumi.
Goya ne esce per lanciare la sfida al mistero del male che il secolo dei lumi non ha sconfitto. Ma, forse, questi Capricci e questi Scherzi di Fantasia sono il giudizio amaro di Tiepolo per quanto sta vivendo nella crisi senza rimedio della sua civiltà alla fine.
Francesco Butturini

A 40 anni dall’ultima loro storica esposizione, i Capricci e gli Scherzi di Giambattista Tiepolo tornano al Castello di Udine.


Il corpus completo della magnifica produzione grafica dell’artista veneziano sarà esposto nel Salone del Parlamento del Castello udinese, insieme ad una attentissima selezione di suoi disegni, opere direttamente collegate ai temi delle incisioni.

Giambattista Tiepolo tra scherzo e capriccio”, curata da Cristina Donazzolo Cristante e Vania Gransinigh, sarà allestita in Castello sino al 31 ottobre.
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CHIAPAS LA ÚLTIMA REVOLUCIÓN

jesús f. salvadores

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The First of January of 1994,in the State of Chiapas,in the mountains of the Mexican south-east, the EZLN (Ejercito Zapatista de Liberación Nacional) rised up in arms ans Subcomandante Marcos took the lead with the slogan that Emiliano Zapata made half Century before:Earth and Freedom
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sabato 29 maggio 2010

SIMONE GILARDI

La pelle, il confine dell'anima
La Galleria dell'ombra presenta la personale del giovane artista Simone Gilardi, di origine comasca e classe 1983, vincitore dell'edizione 2010 del Premio Giovani Ghiggini Arte. Dopo aver compiuto approfonditi studi della figura nel suo complesso, nell'ultimo periodo l'artista si e' concentrato sui volti, punto focale dell'individualità umana.

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Con pennellate vigorose, materiche, gestuali, trasmette il senso d'impermanenza, di precarietà, dell'essere umano e nello stesso tempo coglierne la scintilla vitale. I visi recano sulla pelle le tracce di biografie vissute nella certezza della solitudine e nell'incognita degli accadimenti. Ogni ruga o imperfezione della pelle e' frutto dello scorrere del tempo, che logora e plasma la carne. La pelle, e' in qualche modo il confine dell'anima e cosi' sulla superficie del volto affiorano i segni di quello che abbiamo dentro.
È un'indagine introspettiva che tenta di apportare forza al soggetto e allo stesso tempo deformarlo in superficie, solo, nella sua carnalità. Una ricerca che si concentra sulla labilità dell'uomo e sull'incognita di un'esistenza che ci vede soli dentro noi stessi. È un'immagine in contrasto netto con i volti imposti dalla carta patinata, sempre giovani, sfacciatamente belli e forzatamente perfetti.
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E sono stati i ritratti haitiani dipinti ad olio su tela del comasco, dalle pennellate tenaci e severe, i volti che palesano in ogni tratto tutta l'essenza dell'individualità umana, i visi che portano in se' una storia di vita vissuta, a trionfare sulla fotografia, arrivata in forze quest'anno assieme alla scultura, nell'edizione numero 9 del Premio Giovani GhigginiArte dell'aprile 2010.

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Simone Gilardi vincitore Premio GhigginiArte Giovani

L'esposizione presso la Galleria dell'Ombra presenterà alcuni dei ritratti haitiani, di sorprendente forza e maturità artista, ed alcuni dei lavori precedenti che consentono la comprensione ed evoluzione del lavoro dell'artista.
Simone Gilardi ha conseguito nel 2007 il diploma di Laura in Arti Visive, Pittura presso l'Accademia di Belle Arti Brera di Milano.
Mostra aperta fino al 23 giugno 2010
Galleria dell'ombra
via Nino Bixio, 14/a Brescia
Orari di apertura: mart-dom 18-23
ingresso libero
http://www.simonegilardi.com/
Fonte
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