L'artista portoghese Paula Rego, nata a Lisbona nel 1935, è una delle più famose artiste figurative contemporanee
Attraverso una pittura che richiama, per il suo espressionismo sensuale, un linguaggio tra Beckmann e Balthus, l'artista portoghese ritrae donne impegnate in vicende ambigue, ma atte a dimostrare la loro forza trasgressiva e battagliera.
Persone che per il loro fascino, basato su una presenza fisica potente, sembrano rimandare alla Saraghina di Fellmi o alle Serve di Genet, personaggi che spaventano per i loro atteggiamenti selvaggi e criminali.
La rappresentazione ruota sulla fragilità e la ferocia tanto della famiglia, quanto della solitudine personale. La lotta per lo spazio vitale si traduce in una figura capace di occupare la superficie dipinta fino a schiacciarla.
Una imponente fragilità che reagisce all'umiliazione con una nudità greve ma autonoma, intrisa di una maestà che supera le sofferenze. Una grazia piena di rabbia e di desiderio di essere amata, che ostenta la sua resistenza contro l'uomo: un dipingere drammatico e affascinante, in cui la donna non sì lascia usurpare, ma contrattacca per non essere distrutta.
Articolo Originale di Germano Celant
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