Hugo
Simberg fu senza dubbio il più controverso pittore finlandese che visse a
cavallo tra XIX e il XX secolo. La sua pittura è a dir poco magnetica, e il suo
stile, vicino al simbolismo,
è una macabra rappresentazione della vita dalla quale non si può far altro che
rimanervi catturati.
Nacque
nel 1873
ad Hamina,
un piccolo paese nel sud della Finlandia.
La famiglia gli permise di vivere in condizione agiata la sua giovinezza,
consentendogli un’istruzione superiore alla media del periodo. A 18 anni
cominciò a disegnare e solo due anni dopo decise di iscriversi alla Scuola di Disegno
dell’Associazionedelle Arti finlandese. Il suo carattere
ribelle, e già ben delineato fin da giovane, lo spinse ad abbandonare gli studi
per prendere lezioni dal suo maestro contemporaneo, Akseli Gallen-Kallela.
Vi rimase per circa tre anni, anche se durante questo periodo si allontanò
dallo studio di Gallen-Kallela in due diversi momenti, per intraprendere un
viaggio a Londra
e successivamente a Parigi
e in Italia.
Fin da giovane quindi
cominciò ad esporre in tutta Europa,
spesso al fianco dei più noti connazionali. Ma il coraggio è una dote che non
mancava senza dubbio al giovane Simberg,
tanto da portarlo ad alcuni importanti incarichi. Nel 1903-06
si ritrova a dipingere gli interni della cattedrale di Tampere
insieme a Magnus
Enckell. Ed è proprio in questa occasione che
dipinge probabilmente il suo capolavoro, “L’angelo ferito”.
La scena ritrae un angelo bendato mentre viene portato in barella da due
ragazzi. Intriso di simbolismi, quest’opera per la sua natura mistica l’ha reso
immortale. Purtroppo la sua vita
fu breve, infatti morì nel 1917 ad Ahtari, ma
questo non gli impedì di lasciare un segno potente nella cultura finnica,
imponendo il suo stile tra i vari maestri che vissero il suo tempo. Simberg è
il volto oscuro della vita, è colui che guarda in faccia la morte senza
temerla. Adora il macabro tanto da rimanerne intrappolato in uno stile che
diventerà personalissimo, ricordando vagamente il satanico Felicien Rops,
ma con la differenza che in Simberg c’è un credo di fondo, la religione è
presente, sempre o quasi, anche se a volte è contrastata da impavidi demoni. freemaninrealworld
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