mercoledì 27 giugno 2012

IL MONDO BUCOLICO DI GIOVANNI ROSSI (ISSOR)

Residente a Villasanta, ove nacque 65 anni fa, Rossi è artista di spicco nel suo genere e fra i pochissimi a praticare la tecnica olio sotto vetro, secondo la lezione della scuola di Hlebine, un paesino sperduto nella regione croata della Podravina, dove negli anni Trenta prese avvio questo specifico modo espressivo, che poi si irradiò in un raggio sempre più vasto entro e oltre la Podravina la quale, a buon titolo, detiene il nome di ‘culla del Naïf’.

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Due volte vincitore del premio Internazionale di arte Naïf di Varenna, dove ormai è presenza stabile, ha al suo attivo numerose esposizioni e vanta permanenze nella prestigiosa Galleria degli artisti di Trebnje in Slovenia, al Museo delle Arti Naives Cesare Zavattini di Luzzara e al Vihorlatské Múzeum Humenné in Slovacchia.

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Il nomignolo ‘issor’ palesa il suo modo di procedere in pittura: i colori vengono stesi sul retro e in sequenza contraria rispetto a quel che appare a lavoro finito. Ciò significa partire dai particolari cromatici in primo piano e proseguire a ritroso, arrivando da ultimo al fondo.

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Vivacità di tinte, brio di movenze, composizione ariosa e bilanciata: questa la cifra delle sue immagini. Le contornano cornici di sapore rustico, in sintonia con le scene raffigurate. Ad agire in questa specie di teatrino di animazione sono infatti i tòpoi della vita popolare: il contadino intento ai lavori campestri o del piccolo allevamento, la chiacchiera fra comari, le feste paesane, la devozione presso le edicole sacre. Immancabile l'effigie dell'ubriaco di ritorno dall'osteria, ma c'è anche il monello, la massaia, il boscaiolo.
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Pervase di romanticismo non privo di note burlesche e anche di ricordi personali, rammentano le allegorie dei Mesi e delle Stagioni, tipiche dell'arte medioevale, con quelle tozze sagome variamente atteggiate che, nel ciclo dell'anno, attendono all'occupazione che ciascun periodo richiede. Tra autobiografia ed etnografia, narrazione e arte, il mondo di ‘issor’ è fitto di presenze, fra le quali ricorre un uccelletto, l’espressione visiva della sua intonazione lirica.

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