OMAGGIO ALLA FIGURA DI UN DONNA ECLETTICA, TORMENTATA E CREATIVA
A Palazzo Primavera a Terni è allestita un' ampia mostra antologica della fotografa storica Tina Modotti organizzata dall'amministrazione comunale in collaborazione con le associazioni culturali Cinemazero e Uburé. Tina Modotti, nata ad Udine nel 1896, ha avuto una vita avventurosa, ha operato come pioniera del femminismo, come modella, politicamente aderente al comunismo ha lasciato una ampia testimonianza documentaria attraverso la fotografia alla quale si è applicata sin dal 1923.
Trasferitasi giovanissima in Messico, ha documentato figure, volti, avvenimenti di quel paese venendo anche in contatto con personaggi di primo piano nel mondo dell'arte come Pablo Neruda il quale, morta Tina Modotti a Città del Messico nel1942 ne ha dettato l'epitaffio sulla tomba.
Resterà aperta fino al 4 aprile.
Fonte
La vera storia di Tina Modotti deve ancora essere scritta. Nonostante le molte autorevoli biografie (in primis quella di Pino Cacucci Tina, Feltrinelli) e i film che le sono stati dedicati.
Nata nel 1896 in una famiglia numerosa e povera di Udine, Tina fu, forse, giovanissima prostituta, poi operaia, teatrante dalla forte carica espressiva e, una volta sbarcata Oltreoceano in cerca di fortuna, attrice del cinema muto.
Ma a Hollywood le parti da odalisca e femme fatale ,che le assegnavano per la sua straordinaria bellezza e lo sguardo malinconico, la stufarono presto. Si sentiva chiusa in una scatola. E come tante volte poi farà nella vita, si rimise in cerca.«Aveva una grande sete di conoscere, di sapere, di imparare», diceva di lei il fotografo Edward Weston che diventò il suo amante e la introdusse ai segreti della Graflex.
Ma entrando in contatto con i muralisti messicani e, a Città del Messico, frequentando Diego Rivera e i poeti del movimento estridentista, Tina maturò una forte passione politica.
Impegno civile, militanza nelle file del partito comunista messicano, lavoro nella redazione di El Machete e al contempo l’esigenza profonda di trovare una propria cifra espressiva, originale.
In questo esplosivo mix Tina Modotti, nell’arco di poco tempo divenne una delle più sensibili fotografe del primo Novecento, regalando alle sue opere un’intensità drammatica e poetica che ha pochi eguali.
Fra i campesinos e i rivoluzionari, i suoi scatti hanno il respiro di un epos potente, calmo, antiretorico. Semplici primi piani di mani di lavoratori, bambini al seno della madre, campi assolati in cui sabbia arida e sassi si trasformano in elementi di un paesaggio vivente e umano, un mare di sombreri nelle riunioni politiche in una piazza dalla forte carica pittorica
E’ una strada di ricerca diversa quella che sceglie l’irrequieta Tina Modotti, che passa da un amore all’altro, fedele solo al desiderio, e intanto si butta a capofitto nell’impegno politico e nell’arte. Tina cerca di far risuonare il suo cuore nei ritratti. Stagliato contro il cielo, il profilo del rivoluzionario cubano Julio Antonio Mella è uno dei più intensi di questi anni.Ma dopo la pallottola stalinista che lo freddò mentre le camminava accanto, Tina cominciò a vacillare. E’ la fine di un grande amore e insieme il crollo di un grande ideale.
Nel 1942, dopo vari anni spesi a lavorare oltre la cortina di ferro, Tina Modotti fu trovata morta in un taxi a Città del Messico. I veleni della Russia stalinista, da cui aveva sperato di poter scappare, erano riusciti a raggiungerla e a spezzarla.
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