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mercoledì 2 marzo 2011

IMPRESSIONISTI A PALAZZO REALE

I capolavori della Collezione Clark

Per la prima volta in Italia 73 capolavori dallo Sterling and Francine Clark Art Institute, USA
Sarà Palazzo Reale di Milano la prima tappa dell’eccezionale e inedito tour mondiale dei capolavori della famosa collezione americana del Sterling and Francine Clark Art Institute, di Williamstown, Stati Uniti, che comprende grandi opere francesi del XIX secolo, con stupendi dipinti di Pierre-Auguste Renoir, Claude Monet, Edgar Degas, Édouard Manet, Berthe Morisot e Camille Pissarro.
La mostra si terrà dal 2 marzo al 19 giugno 2011 e conterà 73 opere dei maestri francesi dell’Ottocento. Successivamente la collezione Clark sarà ospitata in Francia, al Musée des Impressionnismes di Giverny, dal 13 luglio al 31 ottobre 2011, in Spagna, alla CaixaForum di Barcelona, dal 18 novembre 2011 al 12 febbraio 2012, e proseguirà nei maggiori musei di tutto il mondo.
Sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica Italiana, l’evento è promosso dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano, vanta il patrocinio del Ministero degli Affari Esteri, del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, del Consolato Generale degli Stati Uniti di Milano e della Camera di Commercio Americana in Italia ed è organizzato dallo Sterling and Francine Clark Art Institute, insieme a Palazzo Reale e Arthemisia Group.
Lo Sterling and Francine Clark Art Institute nasce nel 1955 a Williamstown, New England, Massachusetts, grazie a Robert Sterling Clark, uno degli eredi del patrimonio delle macchine da cucire Singer, e alla moglie Francine Clary Clark, che insieme acquistarono il nucleo principale della collezione fra il 1910 e il 1950. Il fiore all’occhiello dell’istituzione è la sua collezione di dipinti francesi oltre a capolavori europei e americani che vanno dal Rinascimento alla fine dell’Ottocento.
Il Clark Art Institute organizza inoltre grandi mostre esportando le proprie opere in tutto il mondo. L’ultima e più recente è l’importante monografica Pasión por Renoir, aperta ad ottobre 2010 al Museu Nacional del Prado di Madrid, con l’intera collezione di trentuno dipinti di Pierre-Auguste Renoir, mai usciti prima insieme dalla sede di Williamstown.
Dopo Madrid, ventuno di questi capolavori giungono a Milano per l’appuntamento dedicato agli Impressionisti come corpus centrale di un innedito e suggestivo percorso che, accanto ai dipinti di Renoir, Monet, Degas, Manet, Morisot e Pissarro, include altresì opere fondamentali dei pittori barbizonniers quali Jean-Baptiste-Camille Corot, Jean-François Millet, e Theodore Rousseau, dei maggiori pittori accademici del tempo quali William-Adolphe Bouguereau, Jean-Léon Gérôme e Alfred Stevens, e di post-impressionisti quali Pierre Bonnard, Paul Gauguin e Henri de Toulouse-Lautrec.

La mostra è curata da Richard Rand, Senior Curator presso lo Sterling and Francine Clark Art Institute e il percorso espositivo, organizzato con la consulenza scientifica di Stefano Zuffi, è articolato in dieci sezioni incentrate sui temi fondamentali che testimoniano le innovazioni stilistiche e tecniche della seconda metà dell’Ottocento: Impressione, Luce, Natura, Mare, Città e campagna, Viaggi, Corpo, Volti, Società e Piaceri.


I capolavori della Collezione Clark

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Édouard Manet - Vaso di rose, 1882
Olio su tela, 55,9 x 34,6 cm
Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown,
Massachusetts, USA, 1955.556.
Acquistato da Sterling e Francine Clark, 1923
Photo by Michael Agee © Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown, Massachusetts, USA.

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Claude Monet - Oche nel ruscello, 1874
Olio su tela, 73,7 x 60 cm
Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown, Massachusetts, USA, 1955.529.
Acquistato da Sterling e Francine Clark, 1949
Photo by Michael Agee © Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown, Massachusetts, USA.

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Giovanni Boldini - Attraversando la strada, 1873-1875
Olio su tavola, 46,2 x 37,8 cm
Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown, Massachusetts, USA, 1955.650
Acquistato da Sterling e Francine Clark, 1925
Photo by Michael Agee © Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown, Massachusetts, USA
.
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Pierre-Auguste Renoir- Venezia, Palazzo Ducale, 1881
Olio su tela, 54,5 x 65,7 cm
Acquistato da Sterling e Francine Clark, 1933
Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown,
Massachusetts, USA, 1955.596
Photo by Michael Agee © Sterling and Francine Clark Art Institute,
Williamstown, Massachusetts, USA.

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William-Adolphe Bouguereau - Nudo seduto, 1884
Olio su tela, 116,5 x 89,8 cm
Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown,
Massachusetts, USA, 1955.659.
Acquistato da Sterling e Francine Clark, 1938
Photo by Michael Agee © Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown, Massachusetts, USA
.
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Berthe Morisot - Il bagno, 1885-1886
Olio su tela, 92,1 x 73,3 cm
Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown,
Massachusetts, USA, 1955.926.
Acquistato da Sterling e Francine Clark, 1949
Photo by Michael Agee © Sterling and Francine Clark Art Institute,Williamstown, Massachusetts, USA.

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Edgar Degas - Ballerine nella classe di danza, 1880 circa
Olio su tela, 39,4 x 88,4 cm
Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown, Massachusetts, USA, 1955.562.
Acquistato da Sterling e Francine Clark, 1924
Photo by Michael Agee © Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown, Massachusetts, USA.

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Jean-Léon Gérôme - L’incantatore di serpenti, 1879 circa
Olio su tela, 82,2 x 121 cm
Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown, Massachusetts, USA, 1955.51.
Acquistato da Sterling e Francine Clark, 1942
Photo by Michael Agee © Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown, Massachusetts, USA.

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Pierre-Auguste Renoir - Ragazza con il ventaglio, 1879 circa
Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown, Massachusetts, USA, 1955.595.
Acquistato da Sterling e Francine Clark, 1939
Photo by Michael Agee © Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown, Massachusetts, USA.

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Pierre-Auguste Renoir - Il palco a teatro (Al concerto), 1880
Olio su tela, 99,4 x 80,7 cm
Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown, Massachusetts, USA, 1955.594.
Acquistato da Sterling e Francine Clark, 1928
Photo by Michael Agee © Sterling and Francine Clark Art Institute, Williamstown, Massachusetts, USA.

INFO
  • Impressionisti. Capolavori della Collezione Clark
    dal 2 marzo al 19 giugno 2011
  • Curatore:
    Richard Rand
  • Palazzo Reale
    Milano, piazza Duomo 12
  • Orario di apertura:
    tutti i giorni, ore 9.30-19.30; lun, ore 14.30-19.30; gio e sab, ore 9.30-22.30
    La biglietteria chiude un’ora prima.
  • Biglietti:
    Intero € 9; ridotto € 7,50; ridotto scuole € 4,50
  • Diritto di prevendita:
    Singoli e gruppi € 1,50; Scuole € 1
  • Biglietteria on line:
    www.vivaticket.it
  • Prenotazioni Scuole e Gruppi – Visite guidate:
    AD ARTEM Tel. 02 6597728 info@adartem.it (dal martedì al venerdì dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 14.00 alle 18.00, lunedì dalle 9.00 alle 13.00)
  • Visite riservate ed eventi in mostra:
    Per associazioni, gruppi e aziende è possibile prenotare visite riservate alla mostra attività di Corporate Hospitality nelle sale di Palazzo Reale. Per informazioni: Arthemisia Group, Marella Janni, mj@arthemisia.it
  • Catalogo:
    Skira
  • Info e prevendita biglietti:
    Infoline 199 500 200
    (dal lunedì al venerdì dalle8.00 alle 20.00 e sabato dalle 8.00 alle 13.00)
  • www.impressionistimilano.it
  • www.comune.milano.it/palazzoreale
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sabato 24 aprile 2010

'VENEZIA, FASCINO E SEDUZIONE' di GIACOMO FAVRETTO

Roma - (Adnkronos) - Far conoscere al pubblico un pittore ingiustamente poco noto, proponendone l'originale opera nella sua completezza e storicita'. Al maggiore esponente della pittura veneta dell'800, Giacomo Favretto, il Chiostro del Bramante dedica ora una mostra, la prima dell'artista dopo 111 anni, dal titolo 'Venezia, fascino e seduzione'.

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Da oggi fino all'11 luglio, l'esposizione offre una panoramica completa delle opere di quello che fu un personaggio controverso, ma anche uno dei più rilevanti artisti dell'intera pittura dell'Ottocento italiano. Un excursus che va dagli esordi accademici all'Esposizione di Venezia del 1887, ai capolavori rarissimi che furono proprieta' del Re, mai uscite dalle collezioni private che le custodiscono. "Ci tenevo molto a presentare l'opera completa - ha detto il curatore della mostra Paolo Serafini - per far capire chi fosse davvero questo importantissimo pittore ed estirpare alcuni dei pregiudizi della critica sulla pittura dell'800". La mostra si articola attraverso un percorso cronologico che parte dalle tele degli esordi, per proseguire con quelle degli anni '70 fino al salone dedicato ai capolavori degli anni '80, quelli della maturità, a cui si aggiunge una piccola sala dedicata al paesaggio dove "vi e' un solo quadro di Favretto, e accanto - ha spiegato Serafini - tele di altri pittori dell'epoca che rappresentano a loro modo il paesaggio. Volevo far capire che ogni epoca ha varie sfaccettature, non c'e' sempre la linearità che la storia dell'arte tende a descrivere".

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Traghetto della Maddalena
1887, olio su tela, cm 158x268

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Busto di popolana
1883, olio su tela, diametro cm 37

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1883, olio su tela cm 130x207

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La Ultima Parola

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Il sorcio

1878, olio su tela cm 59 x 99

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La moglie gelosa
1876, olio su tela, cm 80x62

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Dopo il bagno.

1884, olio su tela, cm 55 x 96

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In pinacoteca
1874/’75, olio su tavola, cm 28x18

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Al mercato. mercato in Campo San Polo

1884, olio su tela cm 84 x 126

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Banco lotto

1879, olio su tela cm 103x72

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Interno di stalla con cavalli
1879, olio su tela, cm44,5x67

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La raccolta del riso nelle terre del basso veronese
1878, olio su tela, cm 44x67,5

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La musica in famiglia

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La pollivendola

1880/84, olio su tela cm 49 x 38,5

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Scuola di Pittura,

52 x 62 collezione privata Venezia

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Vandalismo

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Amore tra i polli

clip_image007[5]Lezione di anatomia
1873, olio su tavola, cm 43x27

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Liston moderno
1887, olio su tela, cm 82,5x162,

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Fonte

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mercoledì 17 febbraio 2010

MAESTROS DEL IMPRESIONISMO EN MADRID

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martedì 19 maggio 2009

LES NYMPHÉAS 1887- 1923

"Giverny/ è stato per me un atto di fede/ un atto di amore / e di umiltà" (Claude Monet)
“Potete constatare, come in un microcosmo, l’esistenza degli elementi e l’instabilità dell’universo che si trasforma, in ogni minuto, sotto al nostro sguardo”.
E' ciò che scrive Claude Monet guardando il suo stagno che realizzò nel 1890 nel giardino giapponese della sua casa a Giverny, attraversata da un piccolo fiume, l’Epte, dal quale fece confluire l’acqua per lo stagno. L’instabilità della luce, del movimento dell’acqua e degli effetti atmosferici hanno sempre affascinato il maestro, pensando al dipinto “Impression, Soleil Levant” del 1872. E sebbene vi siano pareri contrastanti riguardo alla sua ultima produzione, quella delle “Nympheas”, per cui da una parte alcuni ritengono che il dissolvimento della forma sia dovuto ai problemi di cataratta del pittore - oramai ultra settantenne - mentre altri, che pur concordando, la definiscono tuttavia un’evoluzione stilistica del padre degli Impressionisti. Basta guardare, appunto, all'opera "La barque" del 1887, esposta a Milano, per rendersi conto che ben prima del suo problema agli occhi, Monet stava intuendo qualcosa di nuovo nello sviluppo e nelle possibilità compositive e del colore.

MOSTRA - La mostra ideata e curata da Claudia Zevi & Partners presenta una ventina di opere dedicate al tema delle ninfee che il maestro ha dipinto tra il 1887 e il 1923, accompagnate da un'ampia documentazione fotografica con immagini coeve del giardino di Giverny. In mostra sono esposte, a rotazione, 56 stampe di Hokusai e Hiroshige, provenienti dal Museo Guimet di Parigi, che testimoniano quanto il maestro fosse non solo influenzato dalle stampe giapponesi ma anche uno dei maggiori collezionisti contando fino a 276 stampe nella tradizione ukiyo-e (mondo fluttuante). "Era interessato - come riporta una nota alla mostra - alla lettura del paesaggio e della natura attraverso un loro frammento e la serialità delle vedute: dal Monte Fuji, i fiori di Hokusai alle acque e ponti di Hiroshige". Il confronto tra l’idea di paesaggio nell’arte giapponese e le opere del Maestro è infine impreziosito da una serie di fotografie dell’Ottocento, dipinte a mano, di giardini giapponesi, che influenzarono il pittore nel costruire il proprio giardino come un'opera d'arte elaborata negli anni e attraverso le stagioni: ricrea le atmosfere del sol levante costruendo un ponte giapponese sopra lo stagno, oppure ne rievoca le immagini attraverso la selezione stessa delle piante, degli alberi e dei fiori che ha curato diligentemente, nell’accostamento dei colori, del glicine che si arrampica sul ponte, e infine orchestrandone, magari sulle note di Claude De Bussy, perfino le prospettive che inquadrano in maniera lirica la ricaduta dei rami dei salici.

OLTRE LA MATERIA - Poeta della luce e dei fiori, Monet alla fine degli anni Ottanta dell'Ottocento si ritira nella sua casa a Giverny, alle porte di Parigi. Esplora la bellezza delle piante, le tonalità che si riflettono nelle ore del giorno, dall'alba al tramonto alla fluorescenza notturna; le discordanze dei colori primari e complementari che nella natura si rivelano grazie alla luce. "Il giardino di Monet occupa un posto rilevante tra le opere dell’artista. In esso si realizza infatti il miracolo di una natura che si adatta allo sguardo del pittore della luce: prosecuzione all’aperto dello spazio dell’atelier del pittore, ma anche tavolozza di colori sparsi a profusione per esercitare l’occhio, essa vibra di stimoli per la gioia di una retina febbricitante e sempre assetata di nuovo", scriveva Georges Clémenceau. Paesaggi di acqua e di luce che Monet dichiara essere diventati un'ossessione per lui. L'astrazione progressiva presente nella serie delle Ninfee, dalle prime opere come "Nymphéas, effet du soir" del 1897, conservata al Musée Marmottan, alla serie decorativa di pannelli che realizza dal 1916 al 1926, anno della sua morte, di dimensioni gigantesche e che vuole devolvere allo Stato francese. "Caro e grande amico, sono sul punto di terminare due pannelli decorativi, che voglio firmare e datare nel giorno della Vittoria, e ti vengo a chiedere di offrirli allo Stato per tua mediazione", scriveva Monet a Clémenceau, il 12 novembre 1918, riferendosi all'Armistizio della Prima guerra mondiale, firmato l'11 novembre. Motivi di pura luce, di riflesso e di materia del colore che lentamente prendo il sopravvento sul pennello del pittore. Prospettive ambigue che tendono lentamente alla verticalizzazione del punto di fuga e al suo appiatimento in superifice, ai confini tra piano tridimensionale e bidimensionale. Un'opera faraonica con la quale Monet ribadisce il suo ruolo non solo di "padre dell'impressionismo" ma anche dell'otticità della pittura. In un momento storico in cui ormai il panorama artistico è predominato dalle avanguardie del Novecento, Monet è riuscito ancora una volta a stare al passo con il tempo, e a proiettarsi in una linea delle linguaggio pittorico che connoterà la scuola dell'espressionismo americano dopo la Seconda guerra mondiale. L'aveva vista lunga Clémenceau quando sempre a proposito della serie delle ninfee di Monet dichiarava: "La nostra reazione alla superficie di ciò che è visibile sono quasi istantanee, il che ci permette di adattare comunque l’oggetto al soggetto, e questa è la prima condizione dell’arte del dipingere (...). Uno dei vanti dell’arte moderna sta nell’avere scoperto che anche una landa desolata può divenire, attraverso il gioco alternato delle luci e delle ombre, la fonte feconda delle più grandi emozioni estetiche". Effetti che Monet definisce essere ipnotici, elaborati nel silenzio della contemplazione. Ma questa ricerca per il pittore era qualcosa che andava oltre alla realtà percepibile, per lui era qualcosa che andava oltre i suoi poteri di vegliardo che dichiarava: "et malgré tout je veux réussir à traduire ce que je ressens. J'en détruis certains... Je recommence encore... et j'espère que quelque chose finira par sortir de tant d'efforts". (malgrado tutto volgio riuscire a tradurre quel che sento. Ne distruggo alcuni.. ricomincio di nuovo.. e spero che qualcosa uscirà fuori dopo tanti sforzi).
Carlotta Degl’Innocenti
In pillole:Monet. Il tempo delle ninfee
30 aprile – 27 settembre 2009
Palazzo Reale Piazza Duomo, 12 Milano
Orari: da martedì a domenica ore 9.30-19.30; lunedì ore 14.30-19.30; giovedì ore 9.30-22.30.
Info e prenotazioni: tel. 199.199.111 - 02.4335.3522
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