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domenica 3 febbraio 2013

DA BOTTICELLI A MATISSE A VERONA

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Gli innamorati, che in vista di San Valentino si troveranno a camminare mano nella mano davanti all’Arena di Verona, potranno regalarsi una pausa culturale visitando nel vicino Palazzo della Gran Guardia una mostra d’eccezione.
Riaprirà qui il 2 febbraio 2013, la grandiosa rassegna sul ritratto e lafigura che Marco Goldin ha già proposto, con il titolo Raffaello verso Picasso, alla Basilica Palladiana di Vicenza.
Le opere che saranno presentate nell’edizione veronese, in scena fino al primo aprile, saranno le stesse già esposte a Vicenza (solo 6 non saranno presentate nella città scaligera), con l’aggiunta di un nucleo di capolavori provenienti da un’esclusiva istituzione rumena, il Muzeul National Brukenthal di Sibiu, antichissima città della Transilvania, che per i suoi monumenti è stata Capitale Europea della Cultura.
Dal museo rumeno giungono a Verona 4 opere quattrocentesche su tavola: 3 sono capolavori tra i maggiori dell’arte fiamminga, il quarto è un rarissimo Antonello da Messina, la Crocefissione datata1460.
Le opere fiamminghe sono di Hans Memling e Jan van Eyck. Di quest’ultimo sarà esposto il Ritratto d’uomo con copricapo azzurro del 1429, dipinto che Goldin ha scelto come immagine ufficiale della mostra veronese. Di Memling sarà presente un dittico con un Ritratto di uomo che legge e unRitratto di donna in preghiera, entrambe opere del 1490.
Sviluppata in 4 ampie sezioni tematiche, anche questa nuova edizione veronese racconterà, volti e figure che hanno affascinato gli artisti dal Quattrocento a oggi. Dai ritratti e dalle figure per esempio diBotticelli, Beato Angelico, Mantegna, Bellini, Bramantino, Lippi, Cranach, Pontormo e poi Rubens, Caravaggio, Van Dyck, Rembrandt, Velázquez, El Greco, Goya, Tiepolo giungendo agli impressionisti da Manet a Monet, da Cézanne e Gauguin a Van Gogh e ai grandi pittori del XX secolo da Munch, Picasso, Matisse e Modigliani fino a Giacometti e Bacon. Fonte
Da Botticelli a Matisse - Sezione I
Il sentimento religioso. La grazia e l’estasi
La prima sezione si sofferma sul senso contrapposto di grazia ed estasi dolorosa, che si salda entro un’aura di estrema, alta spiritualità. Tutto un universo di sensibilissima rappresentazione che fa del volto una smorfia di dolore o di suadente bellezza, che fa del corpo la tensione sul finire o la morbida e accogliente casa della grazia.La vita di Cristo viene offerta dal suo momento iniziale a quello conclusivo, nell’intreccio di pittura realizzata nei diversi punti d’Europa, a partire dal Quattrocento per giungere quasi a metà del XIX secolo. Quindi il momento della Natività, l’adorazione dei pastori e l’adorazione dei Magi. Ancora il tema della Sacra Famiglia, della Madonna col Bambino, per giungere alla coronazione di spine, alla crocifissione e alla deposizione. Prima della cena in Emmaus. A questi soggetti si uniscono immagini di santi famosi quali, per esempio, San Francesco, San Girolamo penitente e il Battista decollato. La sezione insomma passa in rassegna la Scrittura del Nuovo Testamento, trascorrendo dalla grazia del volto di Maria (opere di Fra’ Angelico, Lippi, Piero di Cosimo, Mantegna, Giovanni Bellini, Bramantino, Crivelli, Cima da Conegliano, Guercino, Tiepolo e tanti altri) alla Cena in Emmaus di Tintoretto, fino alle cro-cifissioni e ai momenti ultimi della vita di Cristo, con quadri celebri e toccanti di Antonello da Messina, Botticelli, Bellini, Caravaggio, Cranach e Veronese tra gli altri.Ma ancora sono immagini memorabili, per esempio nel rapporto tra la figura del monaco inginocchiato di El Greco e quello di Manet, lo strazio dell’Erodiade di Francesco Cairo, lo strepitoso e teatralissimo martirio di Sant’Andrea di Ribera, la stessa immagine del San Girolamo di Jacopo Bellini ed El Greco. Insomma, un passare in rassegna, attraverso quadri indimenticabili, il più riposto, e talvolta però esibito, senso della vita.
clip_image002 Beato Angelico, Madonna con il Bambino e gli Angeli, 1425-1430, tempera e oro su tavola, cm 16,2 x 9,7 - Detroit Institute of Arts Acquisto della Founders Society, Ralph Harman Booth Bequest Fund
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Antonello da Messina, Crocifissione, 1460 circa, tempera su tavola, cm 39 x 23,25 - Sibiu, Bruckenthal Museum
clip_image004 Filippo Lippi, Madonna con il Bambino, Sant’Antonio da Padova e un frate, 1475-1480 circa, tempera su tavola, cm 57 x 41,5 - Budapest, Szépmuvészeti Muzeum , acquistato a Venezia nel 1894
clip_image005 Sandro Botticelli, Cristo risorto, 1480 circa, olio su tavola, cm 45,7 x 29,8 - Detroit Institute of Arts  - Dono di Wilhelm R. Valentiner
clip_image006 Bartolomeo Suardi, detto Bramantino, La Vergine con il Bambino, 1485-1490 circa, olio e tempera su tavola, cm 46 x 35,2 - Boston, Museum of Fine Arts  - Picture Fund
clip_image007 Giovanni Bellini, Madonna con il Bambino, 1509, olio su tavola, cm 84,8 x 106 - Detroit Institute of Arts , acquisto della città di Detroit
clip_image008 Lucas Cranach il Vecchio, Lamentazione con i due ladroni crocifissi, 1515, olio su tavola, cm 38,1 x 26,7 - Boston, Museum of Fine Arts - Seth K. Sweetser Fund
clip_image009 Paolo Caliari, detto Veronese, Crocifissione, 1580 circa, olio su tela, cm 149 x 90 - Budapest, Szépmuvészeti Muzeum - Collezione Esterhàzy, 1871
clip_image010 Doménikos Theotokópulos, detto El Greco, San Girolamo penitente, 1595-1600 circa - Olio su tela, cm 104,2 x 96,5 - Edimburgo, Scottish National Gallery - Acquistato nel 1936
clip_image011 Michelangelo Merisi da Caravaggio, Coronazione di spine, 1602-1603, olio su tela, cm 177 x 127 - Collezione Banca Popolare di Vicenza
Da Botticelli a Matisse - Sezione II
La nobiltà del ritratto
Nella seconda sezione della mostra sfilano sovrani e principesse, dogi e nobildonne, arciduchi e reverendi. Il ritratto dunque, inteso nella sua funzione celebrativa e di omaggio, diviene autentico specchio di una società, con sempre maggiori implicazioni psicologiche. Si potranno quindi seguire i pittori impegnati in alcune delle principali corti europee o in azione negli ambienti borghesi per esempio olandesi e inglesi. Subito dopo il doge Malipiero, dipinto da Gentile Bellini nel 1460 circa, vediamo così l’arciduca Ferdinando e Filippo IV, re di Spagna, dipinti entrambi intorno al 1635, il primo da Rubens e il secondo da Velázquez, due tra i maggiori ritrattisti di tutti i tempi.Quindi il vero fulcro della sezione con la successione, sul medesimo tema di moglie e marito, di opere di Rembrandt, Frans Hals e Van Dyck, ovvero alcuni dei maggiori pittori di figura del Seicento tra Olanda e terra di Fiandra. Sullo stesso soggetto poi si cimenterà Copley, il principale pittore americano della seconda metà del Settecento, mentre con Gainsborough, nei medesimi anni, ci si trasferirà in Inghilterra, a comprendere la comune derivazione olandese seicentesca. Sarà poi Sargent, tra fine Ottocento e inizio Novecento, a chiudere questo cerchio.
clip_image012Gentile Bellini, Ritratto del doge Pasquale Malipiero, 1460 circa, tempera su tavola, cm 53,3 x 42,5 - Boston, Museum of Fine Arts - Anna Mitchell Richards Fund
clip_image013Antoon van Dyck, Ritratto di coniugi, 1620 circa, olio su tela, cm 112 × 131 - Budapest, Szépmuvészeti Muzeum - Collezione Esterhàzy, 1871
clip_image014Harmenszoon van Rijn Rembrandt, Il reverendo Johannes Elison, 1634, olio su tela, cm 174 x 124,5 - Boston, Museum of Fine Arts - William K. Richardson Fund
clip_image015Harmenszoon van Rijn Rembrandt, Mevr. Johannes Elison (Maria Bockenolle), 1634, olio su tela, cm 174,9 x 124,1 - Boston, Museum of Fine Arts - William K. Richardson Fund
clip_image016Velàzquez, Filippo IV, Re di Spagna, 1625-1635 circa, olio su tela, cm 209,2 x 121 - Sarasota, Collection of the John e Mable Ringling Museum of Art, the State Art Museum of Florida, Florida State University - Lascito di John Ringling, 1936
clip_image017Peter Paul Rubens, Ritratto dell’Arciduca Ferdinando, 1635, olio su tela, cm 116,2 x 94 - Sarasota, Collection of the John e Mable Ringling Museum of Art, the State Art Museum of Florida, Florida State University - Acquisto del museo 1948
clip_image018Frans Hals, Nobiluomo olandese, 1643-1645 circa, olio su tela, cm 115 x 86,1 - Edimburgo, Scottish National Gallery - Dono di William McEwan 1885
clip_image019Frans Hals, Nobildonna olandese, 1643-1645 circa - Olio su tela, cm 115 x 85,8 - Edimburgo, Scottish National Gallery - Dono di William McEwan 1885
clip_image020Thomas Gainsborough, Mrs. Edmund Morton Pleydell, 1765 circa, olio su tela, cm 126,4 x 104,8 - Boston, Museum of Fine Arts - Robert Dawson Evans Collection
clip_image021John Singer Sargent, Mrs. Fiske Warren (Gretchen Osgood) con la figlia Rachele, 1903, olio su tela, cm 152,4 x 102,55 - Boston, Museum of Fine Arts - Dono di Mrs. Rachel Warren Barton e Emily L. Ainsley Fund
Da Botticelli a Matisse - Sezione III
Il ritratto quotidiano
Una delle sezioni più ampie e di maggior fascino di tutta la mostra è certamente quella intitolata al ritratto quotidiano. Già pienamente espressa nel Ritratto d’uomo con copricapo azzurro, dipinto da Van Eyck con anticipata maturità rispetto a Memling, l’altro, più tar-do, pittore fiammingo qui rappresentato, l’introspezione psicologica nel ritratto inizia realmente nella seconda metà del Quattrocento e trova un suo punto di svolta con i grandi maestri italiani del Rinascimento. Raggiungendo vertici assoluti anche in artisti non così noti al grande pubblico come Pontormo con il superbo Ritratto di due amici.Difficile dar conto in poche righe di tutto quanto è contenuto in questa sezione, ma non si può non sottolineare la strepitosa stagione impressionista, qui approfondita con tutti i suoi protagonisti principali. A cominciare dai due artisti che hanno fondato l’enorme cambiamento di prospettiva nella considerazione del ritratto, Manet e Degas. Quest’ultimo con il capolavoro del doppio ritratto dei coniugi Morbilli accostato a Moroni, del quale cattura, tre secoli dopo, il senso dell’approfondimento interiore. Ma poi, da Monet a Gauguin a Renoir, gli intrecci sono molteplici. Anche con il riferimento americano, nei medesimi anni, alla figura di Winslow Homer oppure alle figure nel paesaggio, più epiche, realizzate in Francia, prima della generazione dei Monet e dei Renoir, dai loro maestri Courbet e Millet. E di Renoir giunge a Verona un prestito straordinario e quasi non immaginabile, la Danza a Bougival, che resta ancora oggi uno dei simboli dell’intero impressionismo.
clip_image022Jan van Eyck, Ritratto d'uomo con copricapo azzurro, 1429 circa, olio su tavola, cm 19,1 x 13,2 - Sibiu, Muzeul National Brukenthal
clip_image023Hans Memling, Ritratto di un uomo che legge, 1490 circa, olio su tavola cm 45 x 32,5 - Sibiu, Muzeul National Brukenthal
clip_image024Hans Memling, Ritratto di una donna in preghiera, 1490 circa, olio su tavola, cm 45 x 32,5 - Sibiu, Muzeul National Brukenthal
clip_image025Jacopo Carrucci, detto Pontormo, Ritratto di due amici, 1521-1524 circa, olio su tavola, cm 88,2 x 68 - Venezia, Fondazione Giorgio Cini Galleria di Palazzo Cini
clip_image026Francisco de Goya y Lucientes, detto Goya, Il medico, 1779, olio su tela, cm 95,8 x 120,2 - Edimburgo, Scottish National Gallery acquistato nel 1923
clip_image027Edgar Degas, Edmond e Thérèse Morbilli, 1865 circa, olio su tela, cm 116,5 x 88,3 - Boston, Museum of Fine Arts , dono di Robert Treat Paine II
clip_image028Claude Monet, Camille con il suo cane, 1866, olio su tela, cm 73 x 53,5 - collezione privata
clip_image001[4]Édouard Manet, Monaco in preghiera, 1865, olio su tela, cm 146,4 x 115 - Boston, Museum of Fine Arts - Anna Mitchell Richards Fund
clip_image030Pierre-Auguste Renoir, Donna con parasole e un bambino su un sentiero soleggiato di collina, 1874-1876 circa, olio su tela, cm 47 x 56,2 - Boston, Museum of Fine Arts , lascito di John T. Spaulding
clip_image031Pierre-Auguste Renoir, Danza a Bougival, 1883, olio su tela, cm 181,9 x 98,1 - Boston, Museum of Fine Arts -Picture Fund
Da Botticelli a Matisse - Sezione IV
Il Novecento. Lo sguardo inquieto
Di superba qualità l’ultima sezione, tutta dedicata al grande cambiamento che interviene nella pittura a partire dall’ultimo decennio del XIX secolo. Muta radicalmente il senso della rappresentazione di un volto e anche di un corpo, anzitutto con il colore lacerato e stringente di Van Gogh e Gauguin, qui affiancati, con esemplari autoritratti, a Cézanne. Con loro si sigilla l’esperienza del secolo morente per aprire alla vasta e problematica terra del Novecento, fecondata prima dall’opera di Munch e poi da quella di Bonnard. L’eredità di Gauguin e Van Gogh viene raccolta, nel nuovo secolo, dalle due principali avanguardie del colore: in Francia i fauves, da Matisse a Derain, e gli espressionisti in Germania, da Nolde a Kirchner. Sguardi forti, sempre aperti sul mondo, come quelli di un grandissimo isolato quale Modigliani.Ma certo la novità dirompente è rappresentata da Picasso, autentico punto di svolta e assieme ponte verso quel gruppo di artisti straordinari che chiudono il percorso espositivo. A cominciare da Giacometti e Bacon. Da qui, con ulteriore scarto, prosegue Lucian Freud, nell’ostensione di altri corpi che si offrono a una visione stupefatta e intrigata, per giungere infine all’altissima linea di figurazione, rappresentata da pittori stretti dentro l’assoluto dell’immagine e del sogno come Balthus, Wyeth e López García.
clip_image032Van Gogh Vincent, Autoritratto, 1887-1888, olio su tela, cm 46,5 x 35,5 - Zurigo, Stiftung Sammlung E. G. Bührle
clip_image033Vincent van Gogh, Madame Roulin (La Berceuse), 1889, olio su tela, cm 92,7 x 72,7 - Boston, Museum of Fine Arts - Lascito di John T. Spaulding
clip_image034Paul Gauguin, Autoritratto, 1893 circa, olio su tela, cm 46,2 x 38,1 - Detroit Institute of Arts , dono di Robert H. Tannahill
clip_image035Paul Cézanne, Autoritratto con berretto, 1898-1899 circa, olio su tela, cm 64,1 x 53,3 - Boston, Museum of Fine Arts - Charles H. Bayley Picture e Painting Fund e dono parziale di Elizabeth Paine Metcalf
clip_image036Henri Matisse, Caffé, 1916, olio su tela, cm 100.6 x 65.4 - Detroit, Detroit Institute of Arts - Lascito di Robert H. Tannahill © Succession H. Matisse, by SIAE 2012
clip_image037Pablo Picasso, L’italiana, 1917, olio su tela, cm 149 x 101,5 - Zurigo, Stiftung Sammlung E.G. Bührle © SIK-ISEA, Zurigo (J. -P. Kuhn) © Succession Picasso, by SIAE 2012
clip_image038Amedeo Modigliani, Giovane con berretto, 1919, olio su tela, cm 61 x 37,8 - Detroit Institute of Art - lascito di Robert H. Tannahill
clip_image039Andrew Wyeth, Christina Olson, 1947, tempera su tavola, cm 83,8 x 63,5 - Minneapolis, MN Curtis Galleries © Andrew Wyeth
clip_image040Alberto Giacometti, Diego, 1961, olio su tela, cm 45,1 x 35 - Boston, Museum of Fine Arts Tompkins Collection-Arthur Gordon Tompkins Fund
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giovedì 15 settembre 2011

DENARO E BELLEZZA

I banchieri, Botticelli e il rogo delle vanità

17 settembre 2011-22 gennaio 2012

Organizzazione: Fondazione Palazzo Strozzi 

Da un'idea di: James M. Bradburne
A cura di: Ludovica Sebregondi e Tim Parks

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Capolavori di Botticelli, Beato Angelico, Piero del Pollaiolo, i Della Robbia, Lorenzo di Credi – l’élite del Rinascimento – illustrano come il fiorire del moderno sistema bancario sia stato parallelo alla maggiore stagione artistica del mondo occidentale: la mostra collega quell’intrecciarsi di vicende economiche e d’arte agli sconvolgenti mutamenti religiosi e politici dell’epoca.

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Denaro e Bellezza. I banchieri, Botticelli e il rogo delle vanità
racconta la storia dell’invenzione del sistema bancario moderno e del progresso economico cui ha dato origine, ricostruendo la vita e l’economia europea dal Medioevo al Rinascimento. I visitatori possono entrare nella vita delle famiglie che ebbero il controllo del sistema bancario, cogliendo anche il persistente conflitto tra valori spirituali ed economici.Il mito del mecenate è strettamente legato a quello dei banchieri che finanziarono le imprese delle case regnanti, ed è proprio quella convergenza che favorì l’operare di alcuni dei più importanti artisti di tutti i tempi. Un viaggio alla radice del potere fiorentino in Europa, ma anche un’analisi di quei meccanismi economici che – mezzo millennio prima degli attuali mezzi di comunicazione – permisero ai fiorentini di dominare il mondo degli scambi commerciali e, di conseguenza, di finanziare il Rinascimento. La mostra analizza i sistemi con cui i banchieri crearono immensi patrimoni, illustra la gestione dei rapporti internazionalie chiarisce anche la nascita del mecenatismo moderno che ha origine spesso come gesto penitenziale per trasformarsi poi in strumento di potere.


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Curata dalla storica dell’arte Ludovica Sebregondi, autrice della Iconografia di Girolamo Savonarola. 1495-1998, e dallo scrittore e traduttore Tim Parks, autore de La fortuna dei Medici, questa mostra è concepita come un “duetto”, in cui i due curatori presentano diversi e talvolta opposti punti di vista sull’interpretazione del tema trattato. L’obiettivo è quello di fornire ai visitatori l’opportunità di guardare l’arte trasversalmente attraverso una prospettiva interdisciplinare coinvolgendo economisti, politici e diplomatici e raccontando le radici del Rinascimento fiorentino dall’ottica delle relazioni – palesi ma anche segrete – fra arte, potere e denaro.

clip_image005Sandro Botticelli (Alessandro Filipepi; Firenze 1445-1510)
La Calunnia; 1497 circa. Firenze, Galleria degli Uffizi, inv. 1890 n. 1496

L’esposizione si avvale della consulenza storica di Franco Franceschi, Professore di Storia medievale all’Università degli Studi di Siena-Arezzo e di un prestigioso comitato scientifico, composto da Cristina Acidini, Soprintendente per il Patrimonio Storico, Artistico ed Etnoantropologico e per il Polo Museale della città di Firenze (Presidente); Alessandro Cecchi, Direttore della Galleria Palatina e dei Giardini di Boboli; Dora Liscia, Professore di Storia delle Arti Applicate e dell'Oreficeria all’Università degli Studi di Firenze; Robert Mundell, premio Nobel per l'Economia; Beatrice Paolozzi Strozzi, Direttore del Museo Nazionale del Bargello; Jacob Rothschild; Gerhard Wolf, Direttore del Kunsthistorisches Institut in Florenz-Max Planck Institut.
Centrali, per illustrare questi percorsi, i capolavori realizzati per le famiglie di banchieri, mentre la mostra si chiude con la visione di una società in crisi, con quel ciclone politico-religioso che fu Savonarola. Il frate, con i “bruciamenti delle vanità”, arrivò a negare quanto il Rinascimento aveva rappresentato, pur costituendone parte integrante.
La mostra si avvale anche di dettagliate raffigurazioni del mestiere del banchiere (opera di straordinari artisti fiamminghi) per raccontare il periodo in cui Firenze era la capitale finanziaria del mondo. Vengono anche adeguatamente chiariti, con l’ausilio di strumenti multimediali, gli antichi percorsi del denaro e del commercio.
Informazioni in mostra: +39 055 2645155
Orari di apertura: tutti i giorni 9.00-20.00, giovedì 9.00-23.00
Prenotazioni
Sigma CSC
tel. +39 055 2469600
fax. +39 055 244145
prenotazioni@cscsigma.it

Biglietti              Acquista on-line
Ufficio Stampa
Antonella Fiori
tel. +39 347 2526982
a.fiori@antonellafiori.it
Fondazione Palazzo Strozzi - Lavinia Rinaldi
tel. +39 055 3917122
fax. + 39 055 2646560
l.rinaldi@palazzostrozzi.org
Sue Bond Public Relations
Ph. +44 (0)1359 271085
Fax. +44 (0)1359 271934
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