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martedì 12 giugno 2012

OGGI LA PRIMA PAGINA LA DISEGNA ANDY WARHOL

Andy Warhol, artista da prima pagina. E tanto per ricordarci che le arti hanno tempi che le cronache e la storia talvolta seguono, mentre la terra tormenta l’Emilia la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma da martedì 12 giugno fino al 9 settembre 2012 espone il vasto e drammatico trittico di Warhol “Fate presto”: lo creò l’artista americano rielaborando la prima pagina del Mattino del 23 novembre 1980 che con quella secca invocazione chiedeva all’Italia di ricostruire l’Irpinia all’indomani del terremoto.
Quel trittico è l’opera di maggior impatto emotivo, almeno per noi italiani, in una mostra sulla carta tutt’altro che scontata, con una sua impronta originale: “Warhol Headlines”, con le rielaborazioni di notizie dal catastrofico al gossip che l’artista dai capelli bianchi tanto amava.
Organizzano l’esposizione la National Gallery di Washington con il Warhol Museum di Pittsburgh, la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma e il Museum für Moderne Kunst di Francoforte, tutte istituzioni con opere di Warhol. Il tour finanziato dalla Terra Foundation è frutto di studi della curatrice Molly Donovan del museo di Washington, della mostra ne parla Angelandreina Rorro della Gnam, la responsabile della tappa italiana. 
Cosa sono le Headline Works di Warhol, in italiano le “opere-titolo”?
Come oggetti artistici sono disegni, dipinti, serigrafie, stampe che evidenziano tutte il rapporto di Warhol con il titolo di giornale: è la notizia, dà comunicazione di cosa è accaduto. Come noi sappiamo l’artista era molto attratto dalla notizia di prima pagina di qualunque tipo fosse: dalla catastrofe per un incidente al gossip per lui erano la stessa cosa.
Come nasce la mostra?
La sua filosofia nasce dallo studio della curatrice di Molly Donovan: tutti conosciamo Warhol come padre della pop art per i suoi ritratti serigrafati, ma anche questo è un aspetto molto interessante e attuale della sua arte. La mostra parte dal 1956 con una rielaborazione di una prima pagina fatta a mano e arriva agli anni 80.
Quali notizie prediligeva e rielaborava?
In realtà non aveva preferenze. Gli studi evidenziano notizie su disastri e morti, pensiamo alle serie sugli incidenti, i “Crash”, quella delle sedie elettriche. Individuato un tema lo ripeteva perché era il suo stile e perché per gli artisti pop l’opera d’arte non era prodotto unico, al contrario la serialtià era uno degli elementi stessi dell’opera pop. Opera che per Warhol doveva essere alla portata di tutti e però non vedeva differenza tra la morte di Kennedy e la notizia di gossip sulla regina Elisabetta. Sempre dagli studi è emerso che a meno di dieci anni iniziò a collezionare ritagli di giornale di attori e personaggi dello spettacolo: quello che lo appassionava era la celebrità.
In cosa consiste il loro essere opere d’arte?
È un discorso che potrebbe durare ore. Dopo la grande rivoluzione delle Avanguardie storiche, dopo Duchamp all’inizio del Novecento il concetto d’arte è cambiato. Warhol arriva negli anni 50 quando l’arte non è elaborazione manuale ma qualcosa di completamente concettuale. La sua grande novità è l’ aver fatto assurgere a forma d’arte l’oggetto quotidiano. Però, ripeto, questo parte da Duchamp.
C’è la rielaborazione della prima pagina del Mattino “Fate presto” per il terremoto di Napoli.
Sì c’è. Ogni sede della rassegna ha aperto su quella che era la sua opera principale, per noi il centro è questo trittico di grande impatto. Che Warhol fece perché il gallerista e grande intellettuale Lucio Amelio era in ottimi rapporti con lui e dopo il terremoto in Irpinia andò alla sua Factory insieme a Michele Buonuomo portando alcuni giornali per chiedergli una grande opera per la collezione Terrae Motus. Warhol scelse il titolo “Fate presto”, titolo tanto riuscito che di recente il Sole24ore lo ha rilanciato rivolgendolo al governo Monti appena insediato. Con quella prima pagina il Mattino invocava interventi rapidi per aiutare quanti erano rimasti sotto le macerie e ricostuire l’Irpinia. Ma se l’opera a qualcuno sembra un avvicinamento di Warhol a una sensibiltà sociale in realtà colpiva l'artista la notizia in sé così come poteva colpirlo il fidanzamento di Madonna con Sean Penn: sapeva che quella notizia colpiva il pubblico e quello gli interessava.(Stefano Miliani)

Warhol Headlines
Galleria nazionale d’arte moderna e contemporanea
Viale delle Belle Arti 131, Roma
Ingresso per disabili: via Gramsci 73
Orari: martedì - domenica dalle 10.30 alle 19.30
(la biglietteria chiude alle 18.45).
Chiusura il lunedì
Info: tel. +39 06 32298221
www.gnam.beniculturali.it
Catalogo Electa

WARHOL E GIORNALI

clip_image001Andy Warhol, Fate Presto, Foto Michele Bonuomo

clip_image002 Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, Plug Pulled on Coma Mom, 1984-1985. The Andy Warhol Museum, Pittsburgh; Founding Collection. Copyright 2011 The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / Artists Rights Society (ARS), New York, Copyright 2011 The Estate of Jean-Michel Basquiat / ADAGP, Paris / ARS, New York

clip_image003 Andy Warhol, Newspaper Machine (New York Post), 1984. The Andy Warhol Museum, Pittsburgh. Copyright 2011 The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / Artists Rights Society (ARS), New York

clip_image004 Andy Warhol, Daily News, c. 1967. The Andy Warhol Museum, Pittsburgh. Copyright 2011 The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / Artists Rights Society (ARS), New York

clip_image005 Andy Warhol, 129 Die in Jet, 1962. Museum Ludwig, Cologne. Copyright 2011 The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / Artists Rights Society (ARS), New York, Rheinisches Bildarchiv Köln

clip_image006 Andy Warhol, A Boy for Meg [2], 1962. National Gallery of Art, Washington, Gift of Mr. and Mrs. Burton Tremaine, 1971. Copyright 2011 The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / Artists Rights Society (ARS), New York

clip_image007 Andy Warhol. Pirates Sieze Ship, 1961. The Andy Warhol Museum, Pittsburgh; Founding Collection. Copyright 2011 The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / Artists Rights Society (ARS), New York

clip_image008 Andy Warhol, The Princton Leader, c. 1956. Courtesy The Brant Foundation, Greenwich, Connecticut. Copyright 2011 The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / Artists Rights Society (ARS), New York

Fonte
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domenica 15 maggio 2011

IL RE DELLA POP-ART ANDY WARHOL IN MOSTRA A MILANO

Fino al 20 maggio 2011, sarà possibile ammirare 27 opere di Andy Warhol, genio assoluto della pop-art L’allestimento completo di 27 opere originali è visitabile presso lo spazio Area 35 (Via Vigevano 35) Milano

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Autoritratto - serigrafia su t-shirt - cotone - 80×70 cm - 1980 circa

clip_image004Cow - serigrafia su carta da parati - 115,6×75,6 cm – 1976

clip_image006 Campbell

clip_image008Mao - serigrafia su carta Beckett - High White - 91,4×91,4 cm – 1972

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clip_image010Rats and Star - serigrafia su carta - 81,3×101,6 cm - 1983

clip_image012Hans Christian Andersen - serigrafia su carta - 101,6×101,6 cm - 1987

clip_image013Shoes - serigrafia con polvere di diamanti su carta Arches Aquarelle - 102,2×151,1 cm - 1980

clip_image015Joseph Beuys - serigrafia su carta - 111,8×76,2 cm - 1980

clip_image017Caroline Law - serigrafia e acrilico su tela - 25,4×25,4 cm - 1975

clip_image018Gems - serigrafia su carta - 76,2×101,6 cm - 1978
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venerdì 22 gennaio 2010

"CARS": WARHOL, FLEURY, SZAREK, LONGO

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Da oggi 22 gennaio al 16 maggio, Vienna dedica una importante mostra a Andy Warhol, Sylvie Fleury, Vincent Szarek, Robert Longo. “Cars“, è il titolo della mostra. Dunque, “automobili”, il punto centrale, in questa esposizione, della ricerca artistica di questi quattro artisti.

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Quelle del maestro della pop art fanno parte di un cilo di 35 serigrafie di grandi dimensioni, realizzate tra il 1986 e il 1987, e nelle quali Warhol gioca con l’oggetto-automobile, esperimenta, ne studia le forme, dando loro il suo particolare tratto.

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Una grande testimonianza dell’ultima stagione di Warhol.

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Le 35 tele del ciclo “Cars” saranno accompagnate anche dai video dell’artista oggettuale e performer Sylvie Fleury, che gli vennero commissionati dalla Mercedes, dagli studi, sempre sull’auto, di Robert Longo e da alcuni disegni di Vincent Szarek.

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Una riflessione sul design e sull’oggetto simbolo della contemporaneità, che nell’unione dei quattro artisti rende davvero meritevole questa esposizione.

Fonte

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