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martedì 22 gennaio 2013

BATTAGLIA LETIZIA | PHOTOGRAPHER AND PHOTOJOURNALIST

Letizia Battaglia "Palermo, 1980. Il quartiere Cala.", Foto: Letizia Battaglia
Letizia Battaglia (born March 5, 1935) is a Sicilian photographer and photojournalist. Although her photos document a wide spectrum of Sicilian life, she is best known for her work on the Mafia.
She was born in Palermo, Sicily. Married at 16, she took up photojournalism after her divorce in 1971, while raising three daughters. She picked up a camera when she found that she could better sell her articles if they were accompanied by photographs and slowly discovered a burning passion for photography. In 1974, after a period in Milan during which she met her long-time partner Franco Zecchin, she returned to Sicily to work work for the left-wing L’Ora newspaper in Palermo until it was forced to close in 1990.
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Battaglia took some 600,000 images as she covered the territory for the paper. Over the years she documented the ferocious internal war of the Mafia, and its assault on civil society. Battaglia sometimes found herself at the scene of four or five different murders in a single day. Battaglia and Zecchin produced many of the iconic images that have come to represent Sicily and the Mafia throughout the world. She photographed the dead so often that she was like a roving morgue. “Suddenly,” she once said, “I had an archive of blood.”
Battaglia also became involved in women’s and environmental issues. For several years she stopped taking pictures and officially entered the world of politics. From 1985 to 1997 she held a seat on the Palermo city council for the Green Party. She was instrumental in saving and reviving the historic center of Palermo. For a time she ran a publishing house, Edizioni della Battaglia, and co-founded a monthly journal for women, Mezzocielo. She is deeply involved in working for the rights of women and, most recently, prisoners.
In 1993, when prosecutors in Palermo indicted Giulio Andreotti, who had been prime minister of Italy seven times, the police searched Battaglia’s archives and found two 1979 photographs of Andreotti with an important Mafioso, Nino Salvo, he had denied knowing. Aside from the accounts of turncoats, these pictures were the only physical evidence of this powerful politician’s connections to the Sicilian Mafia. Battaglia herself had forgotten having taken the photograph. Its potential significance was apparent only 15 years after it was taken.

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In 1985 she received the W. Eugene Smith Grant in Humanistic Photography. In 1999 she received the Photography Lifetime Achievement of the Mother Jones International Fund for Documentary Photography. In 2007 she received the Erich Salomon-Preis, a ‘lifetime achievement’ award of the Deutschen Gesellschaft für Photographie (DGPh) and the most prestigious prize in Germany. In 2009, she was given the Cornell Capa Infinity Award by the International Center of Photography.
In 2005, she appeared in the documentary Excellent Cadavers based on the 1995 book by Alexander Stille. Battaglia plays the role of survivor and passionate eyewitness. Battaglia has a cameo appearance in the 2008 Wim Wenders film Palermo Shooting as a photographer.

All images © Letizia Battaglia
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giovedì 9 dicembre 2010

LETIZIA BATTAGLIA - VINTAGES 1972-1993

a cura di Mariachiara Di Trapani
16 dicembre 2010-23 gennaio 2011

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Aurora, Palermo, 1986

giovedì 16 dicembre
ore 18:00:  incontro con Letizia Battaglia e Giovanna Calvenzi, autrice del libro Letizia Battaglia. Sulle ferite dei suoi sogni (Bruno Mondadori, 2010).
ore 19:00: inaugurazione della mostra

orari: da mercoledì a domenica 11:00-20:00; martedì 15:00-20:00.
durante le festività natalizie gli orari di apertura potranno subire delle variazioni

La mostra

Letizia Battaglia è ancora oggi identificata soprattutto come  fotografa di mafia. Ma anche nella stagione che più l’ha vista impegnata a documentare l’inferno quotidiano per le vie di Palermo, il suo sguardo ha voluto e saputo volgersi in altre direzioni, per mettere a fuoco -nel paesaggio della sua città o altrove, la trama diffusa di una disperata vitalità.
L’evocazione di Pasolini non è casuale. Non solo perché il poemetto Una disperata vitalità propone un ritratto profetico dell’artista testimone del suo tempo, che sceglie di insediarsi ai margini del mondo contemporaneo, ma perché lo stesso Pasolini è il protagonista di una delle immagini che Letizia Battaglia ha voluto esporre in questa occasione.

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La mostra romana, negli spazi di s.t. foto libreria galleria, a cura di Mariachiara Di Trapani -che da diversi anni collabora con la fotografa, propone una selezione di fotografie vintage, ovvero di stampe originali provenienti dall’archivio personale di Letizia Battaglia: una trentina di immagini di formato diverso che ripercorrono il suo percorso creativo nell’arco di poco più di un ventennio, dal 1972 al 1993, privilegiando i lavori meno direttamente implicati con le cronache della violenza criminale.
In alcuni casi, lo scenario umano e sociale appare contiguo a quello degli scatti dedicati alle vicende più sanguinose della Palermo di quegli anni. Letizia Battaglia non può fare a meno di cogliere le tracce di solitudine, miseria, sgomento, disseminate nei suoi itinerari cittadini. Donne, bambini, anziani, perfino gli animali, paiono investiti dal ruolo di coro muto e impotente di un dramma che si consuma come una calamità naturale.
Ma in questa stessa realtà, nel vissuto degli attori più marginali della Cronaca e della Storia, l’occhio della fotografa mette a fuoco anche altro: un repertorio di mimica e gestualità -stazionamenti, fughe, legami, smorfie, trucchi-  in cui sembrano fatalmente congiungersi verità e bellezza.
Questa ricerca sulla bellezza in quanto abito espressivo e comunicativo, dono o esercizio capace di sottrarci, se pur provvisoriamente, al silenzio e alla morte,  ha condotto Letizia Battaglia anche verso territori meno familiari: dalla Russia agli Stati Uniti, dalla Turchia allo Zaire, è soprattutto sull’universo infantile che si posa il suo guardo affettuosamente complice.
La scelta di Letizia Battaglia di esporre alcuni rari esemplari di stampe vintage di cui è ancora in possesso, si accompagna a quella -apparentemente agli antipodi- di produrre in occasione della mostra una open edition di due scatti: una riedizione digitale senza tiratura (e dunque ad un prezzo contenuto) del ritratto di Pasolini e di un’altra foto da lei particolarmente amata.

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Letizia Battaglia

Palermitana, classe 1935, Letizia Battaglia inizia la sua attività di fotografa a Milano, nel 1972, per supportare gli articoli che pubblica sulle riviste come freelance. Nel 1974 torna a Palermo come responsabile del servizio fotografico del quotidiano L'Ora. Con lei collaborano diversi giovani, tra i quali Franco Zecchin, che sarà poi per vent'anni suo compagno di lavoro e di vita.
Nel 1979 è cofondatrice del Centro di Documentazione "Giuseppe Impastato".
Sono anni molto faticosi e duri: la mafia incalza in un susseguirsi di azioni delittuose, tra centinaia di morti , corruzione politica e sociale, traffici illeciti.  Letizia Battaglia documenta i fatti di cronaca nera con la sua Pentax K1000 (poi con la Leica), racconta la povertà e la ricchezza, la politica e il degrado ambientale.
Il suo primo punto di riferimento in ambito fotografico è Diane Arbus, ritenuta una sorta di "maestra assente"; poi scopre altri autori, li incontra, li ama. Si appassiona specialmente al lavoro delle donne fotografe: Mary Ellen Mark, Sally Mann, Lisetta Carmi, Sylvia Plachy.
Apre una libreria/galleria fotografica, Il Laboratorio d'If, la prima nel Sud d'Italia, esponendo le opere dei suoi colleghi più famosi, che invita. Fa inoltre teatro sperimentale come regista con il Teatès di Michele Perriera. Si impegna nel volontariato all'ospedale psichiatrico di Palermo, nel reparto epilettiche e schizofreniche: da qui nascono spettacoli teatrali e film, oltre a tanto coinvolgimento. Con il suo camper viaggia per l'Europa insieme a Franco Zecchin, spesso con Josef Koudelka.
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L'esperienza fotografica ha segnato profondamente Letizia Battaglia, che vuole contribuire al riscatto della sua terra. Decide così di impegnarsi direttamente in politica politica e viene eletta consigliere comunale nelle liste dei Verdi. Subito dopo, nasce la nuova giunta con a sindaco Leoluca Orlando e Letizia Battaglia diventa assessore alla Vivibilità urbana. Sono gli anni della cosiddetta Primavera di Palermo,  durante i quali lo stesso Orlano dà vita al movimento politico La Rete: anni fra i più esaltanti nella vita della fotografa, di impegno generoso e fattivo al servizio della sua città. Nel 1990 viene eletta deputato regionale, ma la sua bella avventura politica è destinata tristemente a concludersi tra i banchi dell'opposizione.
Nel 1992 fonda la casa editrice Le Edizioni della Battaglia, nata per ospitare scritti sulla mafia. Successivamente pubblicherà anche collane dedicate alla poesia, al Sud del mondo, al cinema.
Torna alla fotografia. Ma il giornale L'Ora non c'è più. Quindi altre foto, altre storie...
Dal 2000 al 2003 dirige la rivista bimestrale realizzata da donne Mezzocielo, nata nel 1991 da una sua idea e della quale continua a occuparsi. Per un paio d’anni si trasferisce a Parigi, delusa per il cambiamento del clima sociale e politico, ma nel 2005 torna nella sua Palermo.
Letizia Battaglia è stata la prima donna europea a ricevere nel 1985 a a New York, ex aequo con l'americana Donna Ferrato, l’ Eugene Smith Grant. Seguiranno altri importanti riconoscimenti: nel 1986 il New York Times Award,  nel 1999 a San Francisco il Mother Johnson Achievement for Life; nel 2007, in  Germania, il Dr. Erich Salomon Preis e nel 2009, ancora a New York, il Cornell Capa Infinity Award. Al conferimento di questi prestigiosi premi internazionali si accompagna, negli ultimi anni, una sempre più intensa e qualificata attività espositiva.
Fra i suoi libri pubblicati in Italia, si ricordano: Siciliana (testi di Giovanna Calvenzi, Claudio Fava, Michele Perriera), Belvedere Electa, 2006; Passione, Giustizia. Libertà (testi di Alexander Stille, Renate Siebert, Roberto Scarpinato, Leoluca Orlando, Simona Mafai, Melissa Harris, Angela Casiglia Battaglia), Federico Motta Editore, 1999; Dovere di cronaca (con Franco Zecchin), Peliti, 2006.
In queste settimane, fino al prossimo 9 gennaio, è presente anche alla Triennale di Milano -insieme fra gli altri all’amata Diane Arbus,  nell’ambito della mostra Immagini inquietanti, curata da Germano Celant e Melissa Harris.

Il libro Giovanna Calvenzi Letizia Battaglia. Sulle ferite dei suoi sogni, Bruno Mondadori, 2010, pagg. 192, € 17,00.
Testi di: Giovanna Calvenzi, Santi Caleca, Alberto Roveri, Franco Zecchin, Giuseppe Di Piazza, Simona Mafai, Sergio Di Giorgi, Giovanni Sollima, Leoluca Orlando, Giovanni Senzani, Donna Ferrato, Melissa Harris, Anna Winand, MariaChiara Di Trapani, Letizia Battaglia.

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«È capitato che abbia fatto per molti anni la fotografa e che fare la fotografa mi piaccia tanto, ma sicuramente potrei rinunciare a farlo per andarmene davanti al mare e vivere senza più fare niente.»
Giovanna Calvenzi, photo editor di “Sport Week”, insegna Storia della fotografia e Linguaggio fotografico al Centro Riccardo Bauer di Milano e al Master in Editoria alla Scuola Superiore di Studi Umanistici di Bologna. Ha collaborato alla realizzazione di mostre e libri fotografi ci e svolge un’intensa attività di ricerca sulla fotografia contemporanea.
 Fonte
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sabato 12 settembre 2009

"BACKGROUND STORY" – LETIZIA BATTAGLIA

A cura di Sarah Cosulich Canarutto
Cardi Black Box, giunta alla sua quarta esposizione dall’apertura avvenuta lo scorso febbraio, prosegue il proprio programma di attività e presenta...

...una mostra collettiva dedicata al lavoro di tre grandi fotografi: Letizia Battaglia, Enrique Metinides e Arnold Odermatt.
Intitolata Background Story e curata da Sarah Cosulich Canarutto, la mostra riflette sul tema della tragedia attraverso tre visioni e tre diversi modi di costruirla, svelarla o estetizzarla.
L’esposizione propone una selezione di circa 40 opere e sarà aperta al pubblico da ieri venerdì 11 settembre a sabato 17 ottobre 2009.

Letizia Battaglia
1935, Palermo. Vive e lavora a Palermo.

Fotoreporter coraggiosa e impegnata, giornalista appassionata, editrice e scrittrice ambientalista, consigliere e assessore comunale: Letizia Battaglia, fin dagli anni Settanta, ha rappresentato una figura di artista e intellettuale versatile e complessa.

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Le origini palermitane, nelle ferite più profonde del Sud Italia, hanno irrimediabilmente segnato la sua attività fotografica, portandola a documentare con sensibilità e passione il dolore quotidiano della vita pubblica della sua Sicilia.

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Nel corso degli anni, l'obiettivo di Letizia Battaglia si è spinto a immortalare la violenza degli omicidi mafiosi e la ferocia della miseria urbana, riscattate al contempo dalla dignità dei cittadini onesti.

Dai suoi scatti in bianco e nero traspare uno straordinario impegno civile e documentario, un desiderio di giustizia e di libertà sociale che si traducono in una coraggiosa e continua sfida al potere violento della mafia.

Letizia Battaglia, per raggiungere la straordinaria immediatezza dei suoi scatti, rischia infatti la propria incolumità nell’avvicinarsi ai soggetti e nel ritrarre ambienti domestici sconvolti dalla crudezza delle esecuzioni mafiose.

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Un approccio artistico che va oltre la mera documentazione di un evento, ma diventa impegno civile reale e consolidato.

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Le sue fotografie rappresentano momenti fondamentali della storia, entrati a far parte della memoria del nostro Paese, facendosi addirittura prezioso documento processuale (sono suoi gli scatti acquisiti agli atti del processo Andreotti, che ritraggono il senatore a vita all'Hotel Zagarella in compagnia dei cugini Salvo, esattori mafiosi).

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Violenza e ferocia lasciano sempre trasparire la dignità di una popolazione ferita e inerme, mescolandosi in scatti di straordinaria potenza comunicativa.

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Paradossalmente meno conosciuta nel nostro Paese, Letizia Battaglia ha ottenuto negli ultimi anni un eccezionale riconoscimento all'estero, consacrato dall'assegnazione di numerosi premi.

Tra questi, l'Eugene Smith nel 1985 (è la prima donna europea a riceverlo), il Mother Johnson Achievement for Life nel 1999, e recentemente il prestigioso Cornell Capa, assegnatole lo scorso maggio a New York.

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In programma per lei anche mostre ad Amsterdam e a Norimberga.

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Attualmente dirige la rivista Mezzocielo, fondata assieme ad altre donne, luogo di elaborazione e discussione di temi e argomenti cari al mondo femminile.

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Ulteriore conferma della sua sensibilità e del suo impegno nella difesa dei diritti umani di quelli delle donne e della giustizia.

Fonte

Sede Corso di Porta Nuova 38, Milano 20121 - Mappa
Informazioni Tel +39 02 45478189 gallery@cardiblackbox.com http://www.cardiblackbox.com/

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