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sabato 22 dicembre 2012

NATIONAL GEOGRAPHIC EN HD

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domenica 15 luglio 2012

UN SECOLO DI VIAGGI NELLE FOTO DI NATIONAL GEOGRAPHIC

Da ieri 14 luglio al 16 settembre in mostra a Cecina Il mondo in bianco nero, con 55 fotografie degli archivi storici della Society mai esposte in Italia 

clip_image001Nativo della Nuova Guinea, 1917 Fotografia di A.B. Lewis, National Geographic Society

The young Living Buddha of Guya ruled a Tibetan monastery in 1927.Tsemoling, il dio bambino di Choni, 1928, Guya, Tibet
Fotografia di Joseph F. Rock, National Geographic Society

clip_image003Un minatore del West Virginia, 1938
Fotografia di B. Anthony Stewart, National Geographic Society


Inaugura sabato 14 luglio la mostra Il mondo in bianco e nero, 55 fotografie provenienti dagli archivi della National Geographic Society mai esposte prima d'ora in Italia. Una selezione proveniente da  una collezione di oltre 11 milioni di fotografie, delle quali meno del 2% è stato pubblicato.

clip_image004Monaco nella libreria di Choni, Cina, 1928
Fotografia di Joseph F. Rock, National Geographic Society

clip_image005La nave Terra Nova dell'esploratore Robert Falcon Scott al Polo Sud, vista attraverso una grotta di ghiaccio, 1911-12, Antartide
Fotografia di Herbert G. Ponting, National Geographic Society

Actors perform a Greek myth play.Giovani ragazzi interpretano un mito greco, 1890, Taormina
Fotografia del barone Wilhelm von Gloeden, National Geographic


Le foto esposte sono state scattate tra il 1880 e il 1950 circa da 17 fotografi, tra cui Clifton R. Adams, J. Baylor Roberts, Edwin L. Wisherd e B. Anthony Stewart, che ci regalano uno spaccato unico degli Stati Uniti tra gli anni Venti e Quaranta del Novecento; Ray V. Davis e Willis T. Lee, tra i primi ad aver fotografato le Carlsbad Caverns, grotte del New Mexico Patrimonio dell'Umanità; A.B. Lewis, che all'inizio del XX secolo ha raccontato il suo viaggio nelle isole della Melanesia e in Nuova Guinea, terra immortalata anche dal Capitano Frank Hurley; o il leggendario Joseph F. Rock, che nel suo soggiorno quasi trentennale in Cina e Tibet, ha documentato per la prima volta usi e costumi dei popoli di quelle terre.

clip_image007Il riflesso del fotografo in una vetrina, Parigi
Fotografia di Maynard Owen Williams, National Geographic Society

Soldiers at Camp Shelby military base dance with local girls.Serata di ballo organizzata dalla 37esima Divisione della Guardia Nazionale a Camp Shelby, Mississippi, 1941
Fotografia di di J. Baylor Roberts, National Geographic Society

clip_image009Un uomo legge una copia di National Geographic, 1933, Washington DC
Fotografia di Clifton R. Adams, National Geographic Society

Documentano invece l'Africa e le sue tribù le foto di Volkmar K. Wentzel e Vittorio Sella, famoso per aver scalato le Alpi e l'Himalaya, mentre George Shiras III è il primo a scattare fotografie con il flash, in notturna, ad animali selvatici. I ritratti del Barone Wilhelm von Gloeden hanno come soggetto soprattutto i giovani di Taormina, raffigurati principalmente in pose classiche. I viaggi di Maynard Owen Williams sono testimoniati dalle fotografie scattate da Parigi all'India; mentre Pierre Daye documenta il colonialismo nel Congo Belga. Le fotografie di Alexander Graham Bell, il secondo presidente della National Geographic Society, ritraggono gli esperimenti di volo compiuti da lui e dai suoi assistenti all'inizio del Novecento. In Antartide, la "spedizione Terranova" del 1910/13, guidata dal comandante Robert Falcon Scott, è invece documentata attraverso le immagini scattate da Herbert G. Ponting.

clip_image010La nave Terra Nova dell'esploratore Scott imprigionata nel ghiaccio, 1911-12, Antartide
Fotografia di Herbert G. Ponting, National Geographic Society

clip_image011Prove di volo, 1904, Keuka Lake, New York
Fotografia di  Alexander Graham Bell, National Geographic Society
clip_image012
Autoritratto in Antartide, 1911-12, Antartide
Fotografia di Herbert G. Ponting, National Geographic Society

Il percorso espositivo sarà inoltre arricchito dalla presenza di alcune apparecchiature fotografiche storiche; il catalogo della mostra includerà, oltre alle foto e alle biografie dei fotografi menzionati, testi di Marco Cattaneo, direttore di National Geographic Italia e da Bill Bonner, archivista della collezione fotografica di National Geographic.
Il mondo in bianco e nero
Fondazione Culturale Hermann Geiger, Sala delle Esposizioni, Piazza Guerrazzi 32, Cecina (Li)
Dal 14 luglio al 16 settembre 2012
Orario di apertura: tutti i giorni dalle 18 alle 23
Ingresso gratuito
Per informazioni: 0586 635011  
www.fondazionegeiger.org
> NationalGeographic
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martedì 12 giugno 2012

"FACES OF AFRICA"

by National Geographic
clip_image001 Wodaabe Charm Dancer, Niger

clip_image002Afar Bride, Djibouti

clip_image003 Wodaabe Man, Niger

“Faces of Africa” by National Geographic Collector è un libro scritto a quattro mani, e a più obiettivi naturalmente, da Carol Beckwith e Angela Fisher. Le due fotografe americane lavorano in tandem da più di un quarto di secolo, per documentare le tradizioni tribali africane prima che queste si perdano nel grande melting pot culturale.

clip_image001[6]
Mpoponsuo, Royal Sword Bearer


clip_image002[6]Nuer Man

clip_image003[7]Pokot Elder with Ostrich Feathers

La loro missione è una vera e propria corsa contro il tempo, che le ha già portate ad attraversare l’immenso continente dalla punta dello Swaziland fin sulle montagne del Marocco. Nessun ostacolo geografico ha resistito all’energia e alla volontà di scoperta che le anima, e il risultato delle loro “impervie esplorazioni” è stato più volte condiviso con i fedeli appassionati del National Geographic.

clip_image004 Bodi Woman, Ethiopia

clip_image005 Masai Warrior, Kenya

clip_image006 Afar Woman, Ethiopia

clip_image007 Adioukrou Queen Mother, Ivory Coast

La vocazione dell’avventura, la volontà di narrare e il desiderio di mettere in evidenza realtà a rapido rischio di estinzione, sono racchiuse ed esaltate nel reportage “Faces of Africa” che ha dato vita alla pubblicazione. Vivendo tra i popoli indigeni e guadagnando la loro fiducia, come aveva già indicato il celebre antropologo Claude Lévi-Straussla loro fiducia, sono riuscite a documentare le sacre cerimonie e i numerosi riti di passaggio che segnano la vita di molte popolazioni del continente. Sui visi degli individui catturati nelle loro immagini c’è un portato profondo di storia e di tradizioni, la vitalità stessa di consuetudini ancestrali che lasciano la loro impronta sulla pellicola.

clip_image008 Surma Man, Ethiopia

clip_image009 Dinka Man, Sudan

clip_image010 Surma Fighter, Ethiopia

L’intento conservativo e il risultato pionieristico al quale ha dato vita il duo Fisher & Beckwith ha ottenuto innumerevoli riconoscimenti, l’attenzione dei media, la lode di artisti, politici, e pacificatori in tutto il mondo, nonché l’elogio del Wall Street Journal secondo il quale:
Queste due donne occidentali si sono spinte più in profondità nella realtà tribale africana, di qualsiasi fotografo che le ha precedute.
Via | nationalgeographic.com

Photo gallery by Chelsea Lane-Miller
National Geographic News
—Photograph by Carol Beckwith and Angela Fisher

Fonte
Vedi anche: Photokunst
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