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domenica 14 ottobre 2012

STEVE MCCURRY A GENOVA: VIAGGIO INTORNO ALL'UOMO

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Dopo Milano, Perugia e il villaggio globale di Roma, continuo a seguire il Sud-Est di Steve McCurry con lo spirito nomade del reporter americano, necessario a sentire l’ebbrezza del viaggio, la vertigine della guerra, la poesia della natura e la gioia di vivere, sprigionate da ogni scatto, volto e paesaggio, che stanno per approdare al Palazzo Ducale di Genova.
Più di 200 fotografie di formati diversi, come i luoghi della Terra che attraversano e le sfumature dell’umanità che inquadrano, dei quali quasi la metà inediti e mai esposti, per un “viaggio intorno all’uomo” allestito nei 1.000 m2 del sottoporticato di Palazzo Ducale, pronto a prendere la direzione dello sguardo attirato da mille stimoli, connessioni e distanze.
La mostra di Genova e il nuovo allestimento scenografico, curati da Biba Giacchetti e da Peter Bottazzi, usano veli per stimolare direzioni e connessioni da intraprendere, e offrono una buona occasione per guardare da vicino inediti, opere ormai famose e quegli occhi verdi di ragazza afgana cresciuta troppo in fretta all’inferno. Dal 18 ottobre 2012 al 24 febbraio 2013, aspettando il Calendario Pirelli 2013 inquadrato da McCurry.

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Fonte
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giovedì 11 febbraio 2010

"IL NOSTRO MONDO"

Una bambina Boscimane dai bellissimi occhi scuri mima la macchina fotografica con le mani e ride, divertita, facendo il verso a chi sta dietro l'obiettivo che la inquadra.

Chris Johns- Innocenza

Una coppia cammina dopo il matrimonio sui ghiacci dell'Alaska e la sposa, sotto l'abito bianco, sfoggia due scarponi da neve.

Melissa Farlow - Matrimonio freddo. (Alaska)

Una donna beduina, dell'Oman, ci fissa: lo sguardo magnetico emerge dal suo volto coperto, colorato di giallo e viola.

James L. Stanfield - Il mistero. (Donna beduina, in Oman)


Sono fotografie che fanno parte della grande mostra di National Geographic, in programma a Palazzo delle Esposizioni, a Roma, fino al 2 maggio. Dopo gli appuntamenti con "Acqua, Aria, Fuoco e Terra" e "Madre Terra", il nuovo viaggio per immagini si intitola " Il Nostro Mondo". Novantuno scatti realizzati da quarantotto tra i più famosi e apprezzati fotografi della rivista.

Emiliano Mancuso - Immigrazione (raccoglitori algerini di pomodori in provincia di Ragusa)


Nelle due precedenti occasioni, come spiega il curatore della mostra e direttore di National Geographic Italia Guglielmo Pepe, l'obiettivo era puntato «sui problemi del pianeta, sui cambiamenti climatici e i loro drammatici effetti, sulla ricchezza e la miseria di alcuni popoli, sulle difficoltà di sopravvivenza di alcune specie animali e vegetali».

Tim Laman - Il trucco (Papua Nuova Guinea

La nuova esposizione, invece, offre uno sguardo diretto sull'uomo che è sempre al centro di ogni immagine. Le differenze, le difficoltà, le somiglianze. In una parola, la condizione umana da un angolo all'altro del pianeta. Raccontata nei gesti, negli sguardi, nelle attività, nella vita di tutti i giorni da fotografi del calibro di Steve McCurry, Pablo Corral Vega, Emiliano Mancuso, Tyrone Turner, Tim Laman per citarne solo alcuni.

Gideon Mendel - La sofferenza (malato di aids in Sudafrica)


Attraverso i loro occhi, mentre camminiamo per la galleria, viviamo la gioia, il dolore, la speranza, la disperazione. Le loro immagini ci parlano di lavoro, festa, malattia, danze, guerra, fame, abbondanza, povertà. Insomma, della vita umana.
"Il Nostro Mondo" diventa, quindi, un incredibile viaggio che ci fa conoscere i popoli e le genti della Terra.

Jodi Cobb - La tradizione. (Danzatrici a Garoka, in Papua Nuova Guinea)

Un omaggio, non solo alla bellezza dei luoghi ma anche all'importanza delle tradizioni e al bisogno di sentirci tutti parte della grande famiglia umana, senza distinzioni di razza, ricchezza o provenienza. L'esposizione è, naturalmente, anche una denuncia delle condizioni di vita inaccettabili con le quali devono fare i conti, ogni giorno, così tanti uomini, donne e bambini. Come spiega Pepe: «sono immagini che permettono di cogliere l'essenza della vita stessa sul nostro pianeta».

Steve McCurry - L'ideologia ( Udaipur, in Rajasthan, India)


E forse, dopo aver viaggiato da una parte all'altra del mondo con i fotografi di National Geographic, il visitatore uscirà dalla mostra con la voglia di osservare "l'altro", ovunque lo incontri, con occhi nuovi.
"Il Nostro Mondo." Fotografie di autori vari. Roma, Palazzo delle Esposizioni- Spazio Fontana, fino al 2 maggio.
Orari: martedì, mercoledì, giovedì e domenica dalle 10 alle 20. Venerdì e sabato fino alle 22.30. Lunedì chiuso.
Ingresso: libero. Info: 06.39967500.
nationalgeographic.it

FONTE

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lunedì 9 novembre 2009

GLI SCATTI DI STEVE MCCURRY

L’Afghanistan, l’India, il Tibet attraverso l’obiettivo di Steve McCurry

Photo by Steve McCurry
Viaggio a Sud-Est

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L’Afghanistan, l’India, il Tibet, la Birmania, attraverso l’obiettivo di uno dei maestri del fotogiornalismo, premiato già due volte con il World Press Photo Awards.

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Una raccolta di quasi 200 scatti che segnano un percorso come un racconto, che si snoda in un cammino dove volti, colori, paesaggi e luci, sono cristallizzati in una straordinaria atmosfera.

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Ideata appositamente gli spazi milanesi, la mostra è la narrazione del viaggio per immagini compiuto da Steve McCurry nel Sud e nell’Est del mondo.

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“La sequenza di immagini presentata nella mostra SUD-ESTafferma Steve McCurry - evoca l’ampio mosaico dell’esperienza umana e i miei incontri casuali con sagome e ombre, acqua e luce. Ho voluto trasmettere al visitatore il senso viscerale della bellezza e della meraviglia che ho trovato di fronte a me, durante i miei viaggi, quando la sorpresa dell’essere estraneo si mescola alla gioia della familiarità”.

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Membro dell’agenzia Magnum dal 1985, vincitore molti premi fotogiornalistici (tra cui alcuni World Press Photo Awards) autore del celeberrimo reportage sulla ragazza divenuta icona del conflitto afghano sulle pagine del National Geographic nel mondo, Steve McCurry è uno dei maestri contemporanei del fotogiornalismo.

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Classe 1950, studia cinema e storia alla Pennsylvania State University. Inizia ben presto a collaborare come fotografo con un giornale locale.

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Dopo tre anni decide di recarsi in India per qualche mese e comporre il suo primo vero portfolio con immagini di questo viaggio.

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Si ferma invece due anni e, dopo la pubblicazione del suo primo lavoro importante sull’Afghanistan, collabora con alcune delle riviste più prestigiose: Time, Life, Newsweek, Geo e il National Geographic.

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Inviato su mille fronti di guerra, da Beirut alla Cambogia, dal Kuwait all’ex Jugoslavia, all’Afghanistan, Steve McCurry si è sempre spinto in prima linea. «Ho imparato a essere paziente. Se aspetti abbastanza, le persone dimenticano la macchina fotografica e la loro anima comincia a librarsi verso di te».

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“Con questa prima grande personale di Steve McCurry abbiamo voluto offrire uno schermo per una storia, una scena per un racconto per accogliere gli sguardi e i volti di una trentennale carriera d’artista votata alla bellezza e all’impegno
– afferma l’assessore alla Cultura del Comune di Milano Massimiliano Finazzer Flory - Attraverso un viaggio reale e uno simbolico possiamo cogliere negli scatti profondi, drammatici, ma anche liberatori e intrisi di sorrisi e silenzi, lo specchio dell’anima sia di un’infanzia rubata, sia di quella poetica tragicità che ha accompagnato la storia dei popoli che vivono a Sud-Est. Un invito a riflettere sull’Altro, sul senso di appartenenza, identità e accoglienza fra le culture e le civiltà. Continua così a Palazzo della Ragione un affascinante percorso incentrato sull’arte della fotografia”.

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Le 200 fotografie frantumano il tradizionale rapporto con il visitatore.

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Il suggestivo allestimento di Peter Bottazzi propone metaforici rami di alberi in un’installazione appositamente pensata per Palazzo della Ragione.

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Il percorso espositivo di SUD-EST si compone di sei sezioni. Portraits. Silence and travel War Joy and life. Children.

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L’impianto della mostra si conclude con la sezione dal titolo Beauty. Qui s’incontrano tre immagini, una delle quali è il celebre scatto della bambina afgana dagli occhi verdi, diventata ormai un’icona della fotografia contemporanea. Le altre due sono anch’essi ritratti (una studentessa afgana con i libri in mano e una ragazza pakistana con uno scialle verde), che per il curatore testimoniano altre due icone femminili del nostro tempo attraverso l’opera di McCurry.

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Nel percorso saranno presentate tre ulteriori sezioni fotografiche, costruite come “cortometraggi”, con una fila ininterrotta di fotografie che compongo tre diverse storie: Monsoni, Aids, Ritratti.

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Appuntamento a Milano per condividere le lucide visioni di Steve McCurry.
«… il solo viaggiare e approfondire la conoscenza di culture diverse, mi procura gioia e mi dà una carica inesauribile».
Steve McCurry
Sud-Est
Milano, Palazzo della Ragione
(piazza Mercanti 1)
11 novembre 2009 - 31 gennaio 2010
tel. 02.43353522
servizi@civita.it

Approfondimenti:
www.stevemcurrymilano.it
www.stevemccurry.com
www.worldpressphoto.org/
www.nationalgeographic.it

di Cecilia Passa

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