Alfredo Camisa nato a Bologna, ma fiorentino di adozione per otto anni, tra il 1953 e il 1961, dedicò alla fotografia tutti i ritagli di tempo che la sua professione di chimico gli concedeva..
La maggior parte delle fotorafie riprodotte nel seguito, si colloca fra il periodo iniziale, completamente dedicato al formalismo, alla ricerca sulla composizione e sui toni, e la produzione più conosciuta dell’Autore, cioè quella del ritratto della figura ambientata, assai spesso impropriamente (almeno nel suo caso) definita neorealista.
L’impegno di Camisa nella fotografia subisce negli anni un’accelerazione, dopo i felici exploits raggiunti con le serie di foto dell’Africa, della Sicilia, delle Processioni e del Teatro, molte delle quali vennero pubblicate da “il Mondo”, culminerà con un coinvolgimento così totale da farlo paradossalmente fermare di fronte ad un bivio non più eludibile, ed optare - senza possibilità di appello - per una dolorosa ma necessaria rinuncia all’attività fotografica.. Già nel periodo iniziale si lascia alle spalle delle felici intuizioni.
Alcuni fotogrammi della serie “Mondine”, alcuni ritratti già carichi di personalità e contenuti innovativi hanno fornito un contributo determinante ed irreversibile allo sconvolgimento delle convenzionali ed arretrate tematiche dominanti nella fotografia italiana di quegli anni.
Ne è data una “Nuova Fotografia Italiana” più al passo con i tempi alla quale Camisa ha apportato il suo sostanziale contributo. Né va dimenticata la sua schiva ed operosa attività di collegamento e promozione culturale del lavoro di amici e innovatori della fotografia come Branzi, Giacomelli e Monti.
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La maggior parte delle fotorafie riprodotte nel seguito, si colloca fra il periodo iniziale, completamente dedicato al formalismo, alla ricerca sulla composizione e sui toni, e la produzione più conosciuta dell’Autore, cioè quella del ritratto della figura ambientata, assai spesso impropriamente (almeno nel suo caso) definita neorealista.
L’impegno di Camisa nella fotografia subisce negli anni un’accelerazione, dopo i felici exploits raggiunti con le serie di foto dell’Africa, della Sicilia, delle Processioni e del Teatro, molte delle quali vennero pubblicate da “il Mondo”, culminerà con un coinvolgimento così totale da farlo paradossalmente fermare di fronte ad un bivio non più eludibile, ed optare - senza possibilità di appello - per una dolorosa ma necessaria rinuncia all’attività fotografica.. Già nel periodo iniziale si lascia alle spalle delle felici intuizioni.
Alcuni fotogrammi della serie “Mondine”, alcuni ritratti già carichi di personalità e contenuti innovativi hanno fornito un contributo determinante ed irreversibile allo sconvolgimento delle convenzionali ed arretrate tematiche dominanti nella fotografia italiana di quegli anni.
Ne è data una “Nuova Fotografia Italiana” più al passo con i tempi alla quale Camisa ha apportato il suo sostanziale contributo. Né va dimenticata la sua schiva ed operosa attività di collegamento e promozione culturale del lavoro di amici e innovatori della fotografia come Branzi, Giacomelli e Monti.
All images © ALFREDO CAMISA