mercoledì 17 marzo 2010

IL MISTERIOSO SALVATORE DELL'ARTE DI GÖRLITZ

Ogni anni regala 500 mila euro

E anche quest’anno, per la sedicesima volta, il bonifico è arrivato: 511.500 euro, l’equivalente esatto di un milione di vecchi marchi tedeschi. L’ordine di pagamento l’ha dato come sempre un avvocato di Monaco, destinataria la Fondazione per il Centro Antico di Görlitz, una cittadina dell’ex Germania dell’Est, al confine con la Polonia. Sconosciuto, invece, il mecenate: l’anonimato è una delle due condizioni che ha posto perché i soldi continuino ad arrivare. L’altra è che servano esclusivamente alla conservazione e al restauro di edifici storici e opere d’arte.

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Görlitz, considerata da molti la più bella città della Germania - strade porticate del Trecento, cortili, scaloni, chiese, bellissimi palazzi dal Gotico al Rinascimento al Barocco all’Art Déco - ha vissuto i quarant’anni della Guerra Fredda nel più completo abbandono, il che ha ingrigito, ma anche risparmiato, ogni cosa.

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Caduto il Muro, cominciata la ricostruzione dell’Est, arriva l’ora della rinascita di Görlitz. E dall’altro capo della Germania, dalla ricca Baviera, spunta un avvocato con un’offerta strabiliante per conto di un misterioso cliente: denaro, tanto denaro, per ridarle lo smalto perduto.

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Al sindaco che lo ascolta sbalordito e pensa a uno scherzo, manda subito centomila marchi con la causale: «Donazione per gli scopi della Fondazione Görlitz». Si affrettano a crearla. Quattro consiglieri: l’avvocato, un rappresentante della città, uno delle Belle arti, un cittadino.

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Comincia l’avventura. Il primo restauro tocca alla fontana della piazza del mercato, il secondo alla copia originale cinquecentesca del Santo Sepolcro a Gerusalemme. Da allora sono stati finanziati cinquecento progetti.

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Praticamente non c’è casa del centro storico che non abbia avuto ristrutturato il portone o le finestre o le scale o i pavimenti. Le cifre più importanti sono state spese per il restauro di due chiese, del Municipio, del forno crematorio del vicino lager.

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La spartizione del denaro viene fatta una volta all’anno, in una seduta straordinaria - e pubblica - del consiglio comunale che esamina le richieste e decide le priorità. Poi viene spedito a Monaco un grande album di cuoio con la documentazione dell’anno precedente. La risposta è sempre la stessa: «Ricevuto, grazie».

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La curiosità sul misterioso donatore - o forse è una donatrice? - è frenata dalla minaccia che il flusso di denaro si interrompa. Ma le ipotesi corrono lo stesso. Che sia un cittadino di Görlitz lo escludono tutti: nessuno dei 62 mila abitanti può permettersi di spendere cifre simili, la città è povera e piena di disoccupati.

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Potrebbe però essere qualcuno che lì è nato e ha fatto fortuna altrove. Per esempio il calciatore Michael Ballack, centrocampista del Chelsea e della Nazionale tedesca.

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Nel ‘95, però, giocava ancora nelle squadre dell’Est e non certo non aveva molto da regalare. Poi è spuntata l’ipotesi Nicolas Cage, l’attore-produttore-regista americano devoto del mistico secentesco Jacob Böhme, vissuto a Görlitz. Cage fu visto spesso più volte, visionò addirittura alcuni palazzi, poi però acquistò un castello in Baviera - peraltro già venduto - e non se ne parlò più. L’ultima allusione è a Thomas Sprengel, l’erede della dinastia di cioccolatieri di Hannover, grande ammiratore di Görlitz.

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Chiunque sia, in passato qualcuno lanciò l’idea di fargli un monumento.

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Non avendo un volto - e ancor meno un sesso - si pensò di raffigurarlo come angelo custode, ma il progetto non andò avanti. La riconoscenza oggi viene espressa con una targhetta apposta su ogni edificio e parole formali: «Questo oggetto è stato finanziato dalla Fondazione per Görlitz».

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All’anonimo donatore basterebbe il rispetto delle sue condizioni, che però non è così scontato. Qualche amministratore pubblico, in questo momento di crisi, vorrebbe investire i soldi nel consolidamento del debito pubblico o nell’assistenza sociale, che sembrano più importanti del restauro di un affresco.

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Ma il donatore è irremovibile. A febbraio, essendogli arrivate all’orecchio queste voci, ha fatto scrivere dal suo avvocato parole chiare: «Spero che tutto resti com’è. Se quei soldi finissero in altri capitoli di spesa, o i lavori non venissero più eseguiti con la stessa cura, dovrei prendere atto che la situazione è cambiata e trarne le conseguenze».

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E per far capire che non scherzava, ha mandato il bonifico con un mese di ritardo sulla solita scadenza.

MARINA VERNA

Portali e portoni di Görlitz

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Per vedere le meraviglie architettoniche di questa città, strada per strada, vi consiglio di cliccare qui

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