venerdì 26 giugno 2009

MALICK SIDIBÉ

È nato nel 1935 a Soloba in Mali. A Bamako studia disegno e gioielleria e, subito dopo il diploma, il fotografo Ge'rard Guillat-Guignard, noto come Ge'ge' la pellicule, gli chiede di decorare il suo negozio. È il 1955 e Malick rimane folgorato dalla fotografia. Rimane da Ge'ge' come apprendista e nel 1962 apre il suo atelier, lo Studio Malick, nel quartiere popolare di Bagadadji: inizia la sua carriera. Se l'altro grande della fotografia africana, Seydou Keïta, e' famoso per i suoi ritratti in studio, Malick racconta anche le notti di Bamako: il Mali ha ottenuto l'indipendenza da due anni e la città ha voglia di festeggiare. Malick frequenta le feste dei ragazzi che si vestono all'occidentale e ballano al suono del giradischi: le sue foto ritraggono giovani pieni di gioia, di voglia di vivere, di fiducia in un avvenire che, tutti sono certi, sarà bellissimo. Non c'e' avvenimento a cui Malick non venga invitato: se non puo' partecipare, se ne sposta l'orario o addirittura il giorno. A metà degli anni Settanta decide di smettere di fotografare le feste in città o in riva al fiume e continua il lavoro in studio, lasciando con le foto di questo periodo la testimonianza fondamentale di un Paese e di un'epoca. I ritratti in studio continuano a mantenere lo spirito dell'artista: lui stesso mette in posa le persone, dopo averci brevemente chiacchierato. Poi, quando e' soddisfatto, lancia l'immancabile raccomandazione: «Souriez, la vie est belle, souriez!».Nel 1994, durante la prima edizione dei Rencontres de la Photographie de Bamako (la manifestazione piu' importante di fotografia africana) autori e critici occidentali scoprono il suo talento e da li' inizia per lui una seconda giovinezza, questa volta tra Europa e Stati Uniti, dove espone sempre con grandissimo successo.

Malick pero' non e' cambiato: continua a pregare cinque volte al giorno, a lavorare (sia pure a ritmi piu' lenti, a causa dell'età e della salute) e a incontrare chiunque gli voglia parlare. Le sue caratteristiche sono la cortesia, il sorriso aperto e una saggezza allegra e profonda al tempo stesso.Oggi Sidibé é considerato uno fra i più importanti fotografi africani. La Biennale d'arte di Venezia 2007 lo ha consacrato con il Leone d'Oro alla carriera, un riconoscimento doppiamente importante perche' e' la prima volta che viene assegnato a un fotografo. L'artista era già stato insignito del Premio Hasselblad, nel 2003, e, a metà dello scorso marzo, dell'ICP Award (tra i piu' importanti premi del mondo della fotografia).


“Il paese dove lavoro è caratterizato da una grande gioia. Una grande e profonda gioia che pervade ogni cosa e che ha resistito anche durante il colonialismo. Quella gioia viene fuori anche nel lavoro, perché la nostra cultura e molto ricca.”


“Negli anni 60 la gente voleva vivere insieme, con la persona che amava, con i parenti, con gli amici. Piano piano questa tendenza a vivere insieme è diminuita, e solo recentemente sta tornando, e le persone stanno ricominciando a formare dei gruppi. Nel numero c’è la forza. Solo negli ultimi dieci anni stiamo ricominciando a capire che in gruppo si è più forti, e che possiamo trarne tutti vantaggio.”
“Nel nostro mestiere è importante stare insieme ai giovani che stanno crescendo, perché i giovani sono i soli che sentono il bisogno di essere fotografati.”

“Ragazzi e ragazze non potevano frequentarsi in presenza degli adulti, per questo crearono i loro club lontano dalle loro cittadine, per non farsi vedere. Solo a partire dagli anni 70 gli adulti cominciarono a frequentere anche loro i club, si sedevano intorno alla pista e guardavano i giovani ballare. In questo modo potevano tutti godere della gioia di quelle feste."

"Nei club la competizione era su quante ragazze riuscivi ad avere. Le ragazze non pagavano per entrare, mentre i ragazzi dovevano pagare. Così i club frequentati dai giovani più galanti attiravano più ragazze. Ed era importante per i ragazzi spendere tutti i soldi per essere attraenti e galanti. Le ragazze venivano volontieri se la musica era alla moda, era la più nuova."


"Nei club i giovani non prendevano droga e non consumavano neanche alcool durante gli anni 60. La loro droga era esclusivamente la musica.”

“Quando qualcuno viene nel mio studio, e magari è un pò timido, io cerco di creare l’ambientazione e l’atmosfera che c’è nei party in cui si balla, così posso prendere il meglio della loro fisionomia, le migliori espressioni del loro volto. Per questo metto sempre musica quando fotografo in studio.”


"I club a Bamako non esistono più dal 1984-85. Dal punto di vista della struttura sociale, oggi l’Africa sta copiando l’Occidente. Prima del ’76 la gente amava stare insieme, come in un collettivo, in una comune. Ma dal ’76 il problema per me e per molte persone è l’individualsmo, che è diventata una influenza importante. Questa è l’influenza dell’Occidente."


Citazioni tratte da un’intevista a Malik Sidibe di Lucas Michael
Studio MalickBagadaji Rue 508 Porte 632
BP: 455 Bamako, Mali
email - studiobagadaji@yahoo.fr

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