lunedì 29 giugno 2009

RIFUGIATI

Darfur, regione occidentale del Sudan, grande due volte l'Italia con circa sei milioni di abitanti (un quinto dell'intera popolazione del Sudan), descritta da Kofi Annan come "l'inferno della terra", perché scenario dal 2003 di una guerra che coinvolge pesantemente la popolazione civile.

Un conflitto che ha, da una parte, cause naturali (l'impoverimento delle risorse naturali dovuto alle ricorrenti grandi siccità), dall'altra origini etnico-religiose ed economiche (la convivenza tra "arabi-pastori-nomadi" e "africani-agricoltori-sedentari", le alleanze o i conflitti tra tribù, la ribellione di fronte alle carenze governative, l'azione di milizie armate filogovernative i famigerati Janjaweed, la presenza di giacimenti di petrolio).

Sudan, regione del Darfur. Maggio/Giugno 2005© Marco Vacca 2005Nord Darfur, Campo profughi di Abu Shouk
La contabilità di tre anni orribili (tra 100 e 400 mila morti, più di due milioni di rifugiati) fa del Darfur la più grave crisi umanitaria del pianeta, come ricorda Laura Boldrini (portavoce dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati, UNHCR) di cui di seguito riportiamo ciò che ha scritto per presentare il volume Refugees Darfur-Bahr El Ghazal (Silvana Editoriale) che raccoglie le immagini che Marco Vacca ha realizzato nel Darfur e nel Sud Sudan durante il conflitto appena concluso, raccontando le condizioni di vita di circa due milioni di profughi interni attraverso le attività di assistenza sul campo alle popolazioni residenti e ai profughi delle ong riunite nel comitato Darfur (Cesvi, Coopi, Cosv e Intersos). Lo stesso comitato e l'Assessorato alle Politiche Culturali della provincia di Roma hanno reso possibile la pubblicazione del volume.

Sudan, regione del Darfur. Maggio/Giugno 2005© Marco Vacca 2005Villaggio di Kass, Sud Darfur. distribuzioni di aiuti alimentari ai profughi del campo
"Era un giorno di mercato. Noi donne eravamo andate a vendere le sementi. Arrivarono a cavallo, armati e cominciarono a sparare su tutti. In poche ci salvammo e solo perché ci fingemmo morte. I nostri figli lasciati a casa erano già stati uccisi dalle bombe lanciate dagli aerei"."Le donne e le ragazze sono state violentate, le donne anziane come le bambine. Non vogliamo parlarne perché ci fa male e ci sentiamo a disagio ma abbiamo bisogno di stare insieme perché questo ci dà conforto"."Grida, spari all'impazzata, tutti che scappavano e loro che saccheggiavano e portavano via ogni cosa. Poi il fuoco ovunque. Questo è quello che ricordo dell'arrivo dei Janjaweed nel mio villaggio".

Sudan, regione del Darfur. Maggio/Giugno 2005© Marco Vacca 2005Kulbus, West Darfur. donne in attesa della visita medica
Le storie del Darfur nella loro drammaticità non si differenziano molto l'una dall'altra a riprova che in questa regione del Sudan, grande come la Francia, dal 2003 è in atto un conflitto che sistematicamente colpisce la popolazione civile. Il segretario Generale dell"Onu Kofi Annan ha descritto la situazione come "l'inferno della terra". Il Comitato Internazionale della Croce Rossa ha dichiarato che si tratta di una "regione del terrore". Gli Stati Uniti hanno apertamente definito "genocidio" le incessanti atrocità che si consumano nelle terre del Sudan occidentale. Tra le 100mila e le 400mila persone sono state uccise, la maggior parte con armi leggere, o sono morte per malattie correlate alla crisi. E per non soccombere alla violenza circa 2,2 milioni di persone sono fuggite dai propri villaggi per riparasi in altri più sicuri all'interno del Darfur o si sono spinte nel confinante Ciad.A circa tre anni da quando prese il via quest'ennesima guerra africana, la crisi del Darfur resta la più grave crisi umanitaria del pianeta.

Sudan, regione del Darfur. Maggio/Giugno 2005© Marco Vacca 2005Nyala Sud Darfur: campo profughi di Kalma - Interno di una scuola
Nonostante la Risoluzione dell'Onu, i vari accordi tra Khartoum e i gruppi ribelli e le esortazioni della comunità internazionale a porre fine alla violenza, la sicurezza in Darfur continua ad essere un miraggio.L'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR) ha iniziato a operare prima in Ciad, per assistere i rifugiati in fuga, e in un secondo momento ha avviato l'operazione all'interno del Darfur.Migliaia di persone nel corso del 2003 iniziarono a fuggire in Ciad fermandosi alla frontiera in accampamenti spontanei, senza servizi ed esposti alle incursioni dei Janjaweed. L'UNHCR montò un'enorme operazione logistica mirata a spostare i rifugiati in campi situati più all'interno e attrezzati, dove era possibile disporre di quantità sia pur minime di acqua. Il primo campo venne aperto nel gennaio 2004 e in pochi mesi ne sono stati allestiti 12 in grado di alloggiare oltre 200mila persone.

Sudan, regione del Darfur. Maggio/Giugno 2005© Marco Vacca 2005West Darfur, villaggio di Garsila
A causa della carenza di infrastrutture stradali nelle regioni orientali del Ciad, solo attraverso il ponte aereo è stato possibile trasferire in tempi brevi tonnellate di aiuti indispensabili alla costruzione e gestione dei campi profughi. Nello sforzo di offrire alla popolazione colpita migliori condizioni di vita hanno partecipato molti Organismi non governativi (Ong) tra cui Intersos, Cesvi, Coopi e Cosv che in vari ambiti, e con grande dedizione e professionalità, operano nella gestione dei campi in Ciad.
Le foto di Marco Vacca – fotografo di lunga esperienza e di spiccata sensibilità per le tematiche umanitarie - descrivono il dramma della gente del Darfur in maniera incisiva ma senza trascendere nell'orrore. L'obiettivo di Vacca legge la dignità nei volti assorti delle madri che tentano di salvare i figli denutriti. Legge lo sfinimento di chi resiste alle privazioni ma anche la forza di chi ha perso tutto e stenta a vedere un futuro migliore. Immagini profonde e piene d'amore.


Sudan, regione del Darfur. Maggio/Giugno 2005© Marco Vacca 2005Villaggio di Kass, provincia di Nyala. Sud Darfur
Chi èMarco Vacca è nato nel 1956, è laureato in Filosofia e vive a Milano. I temi della politica internazionale lo hanno visto sempre presente: dal conflitto in medio oriente all'Iraq, dall'Angola al Rwanda. dai Balcani alle elezioni presidenziali americane,dai flussi migratori verso l'Unione Europea, alla tragedia delle Twin Towers. Nel 1999 con il lavoro sulla fame nel sud del Sudan è stato tra i fotografi premiati nel World Press Photo. http://www.marcovacca.com/


Sudan, regione del Darfur. Maggio/Giugno 2005© Marco Vacca 2005West Darfur, villaggio di Garsila
La mostra

Periodo dal 1 Luglio al 6 Settembre 2009

Orariotutti i giorni dalle 11 alle 21 Giovedì e Venerdì dalle 11 alle 23 lunedì chiuso

Costo biglietto Intero: 7,50 euro Ridotto:6,00 euro Scuole:4,00 euro

Per informazioni tel. 02.5811.8067 - 02.8907.5419

1 commento:

  1. Sono foto da vedere quando siamo in pieno delle nostre forze. Richiamo di rimanere schiacciati...

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