domenica 28 marzo 2010

IL VAN GOGH LUCANO

La storia di un pittore dalla vita straordinariamente somigliante a quella dell'autore dei "Girasoli", nato quando Monet e Cezanne erano oramai al termine della loro vita, da lui considerati costantemente punti di riferimento per la sua arte.

La casa del pittore Giannino Fatigati, il pittore lucano più importante del Novecento, nel quartiere San Pantaleo a Vallo della Lucania, era composta da due sole stanze, una per dormire e l'altra per mangiare, dipingere e cucire, avendo vinto Fatigati in gioventù un concorso per diventare sarto in Inghilterra. La povertà gli aveva negato una formazione accademica d'artista ma la frequentazione della bottega di un pittore locale era valsa a sviluppare le sue capacità nel disegno e nella pittura.

clip_image003

L' esperienza umana dell'artista è ricca di sfaccettature se si pensa al suo tentativo, fallito, di prendere i voti come francescano e all'incontro nel convento con Padre Pio da Pietrelcina, nel 1958, col quale non andò mai d'accordo: la vista delle stimmate attribuite al frate, oggi diventato santo, lo sconvolse fino a raffigurarle ossessivamente nei suoi quadri per molto tempo.

clip_image004

Non è solo l'orrido del misticismo che lo attrasse ma la profondità del messaggio di Dio, sebbene all'inizio non cogliesse luce divina nella pittura, bensì luce solare, colori disfatti, frantumati e vibranti, come era accaduto ai post-impressionisti europei.

clip_image005

A partire dagli anni Sessanta cominciò per Fatigati un ingiusto calvario all'interno di ospedali psichiatrici, veri e propri lager, nei quali restò spesso legato al letto, malnutrito e maltrattato. Ai colori della terra e alla luce dolce e gioiosa subentrarono, così come era accaduto per Van Gogh, tinte forti, squillanti, ma crude ed espressive come testimoniano le sue opere del periodo; le nature morte che raffigurano pesci o uccelli sembrano denunciare un omicidio nella loro cruda semplicità, fino a giungere ai vulcani in eruzione spesso grondandi ciliegie purpuree, espressione del suo stato d'animo nel momento delle "crisi di sconforto", come egli stesso ebbe a dichiarare nel suo diario.

clip_image006

Ed è straordinario che Vincent Van Gogh scrivesse tempo prima al fratello Theo: «Durante le crisi mi sembra che tutto quello che immagino sia reale. Mi sento come su un vulcano...».

clip_image007

Le figure umane di Fatigati , quando non sono sacre, hanno sempre il capo chinato in avanti, nascondono il viso, si chiudono in se stesse: ma questa ritrosia non rispecchia il carattere del pittore che anzi fu molto aperto alla vita della collettività, diventando il primo iscritto locale nel partito della Democrazia Cristiana del dopoguerra.

clip_image008

Fonte

Nessun commento:

Posta un commento

ShareThis

post<li>
Related Posts with Thumbnails