giovedì 3 giugno 2010

GLI SPLENDIDI BOZZETTI DI SEBASTIANO RICCI A VENEZIA

La mostra in corso al Centro Espositivo Fondazione Giorgio Cini sull'isola di San Giorgio Maggiore a Venezia è un aperto omaggio all'arte di Sebastiano Ricci. Come spiega nell'utile audioguida (caldamente consigliata) il professor Giuseppe Pavanello, le opere esposte non sono state selezionate con l'intento di rappresentare una carrellata sulla carriera del pittore, quanto piuttosto suggerire delle problematiche di studio e avanzare delle risposte.

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Sebastiano Ricci
Venere e Adone (part.) (1707 circa)
Orléans, Musée des Beaux-Arts
70x40 cm; olio su tela
(bozzetto preparatorio per l’affresco di Palazzo Pitti)
La ricerca è stata dunque tenuta in debito conto, al pari del godimento estetico (estatico, verrebbe da dire dopo aver visto tutti quei santi ed eroi mitologici sospesi leggeri nell'aere). Con una scelta piuttosto inusuale, al visitatore non vengono proposte le opere finali, ma i bozzetti, ovvero le prove d'artista. Va subito fugato il dubbio che si tratti di opere di secondo piano, qualitativamente inferiori rispetto agli originali. Anzi, proprio il concetto di "originale" viene significativamente ribaltato dallo stesso pittore nel caso dell'opera intitolata San Gregorio Magno implora la Vergine per la liberazione delle anime del Purgatorio. In una missiva al suo mecenate Giacomo Tassi così scrive alla fine del 1731: "sappia di più, che questo picciolo è l'originale e la tavola d'altare è la copia".

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Sebastiano Ricci
Autoritratto (1731)
45x38 cm; olio su tela
Firenze, Uffizi
Ma diamo un volto a questo pittore che aveva un debole per il formaggio e per le fanciulle. A causa del primo dimostrava evidenti problemi di linea, come rivelano il fiero autoritratto realizzato per la galleria degli Uffizi e le caricature di Anton Maria Zanetti che lo ritraggono corpulento e occhialuto. A motivo delle seconde dovette abbandonare più volte la città in cui si trovava al momento per evitare gli strascichi di relazioni amorose che gli erano "scappate di mano" (diciamo così). L'anno 1700 può essere considerato lo spartiacque tra un Ricci prima maniera e un Ricci finalmente consapevole dei propri mezzi espressivi. Ai bozzetti in cui domina il colore scuro, intriso d'ombra, subentrano opere dai colori più vivi, realizzate di getto con una maggiore libertà. L'opera Venere e Adone, raffigurante i due amanti a cavallo delle nuvole, rapiti della reciproca passione, può essere scelta come prova del definitivo cambiamento artistico. E se altrove Ricci mostra un'assoluta precisione "filologica" (come nella Resurrezione in cui Cristo esce dal sepolcro di notte, come dicono le Scritture), qui preferisce concentrarsi sul messaggio positivo, erotico, dell'unione piuttoso che sul suo esito drammatico: divinizzando la coppia ne proietta l'amore nell'eternità.

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Sebastiano Ricci
Ester e Assuero (1733)
Londra, The National Gallery
47x33 cm; olio su tela
(modelletto dell’opera omonima delle collezioni del Quirinale)
Subito dopo si apre la sala dedicata al successo su scala europea del Nostro. Vienna e Londra sono le tappe più importanti del suo tour continentale, e il mancato affidamento della realizzazione dell'affresco della cupola della cattedrale di Saint Paul non causa un contraccolpo alla diffusione della sua fama. Lo dimostrano le commissioni per le residenze di Lord Burlington e Lord Portland. Per quest'ultimo realizza un battesimo di Gesù il cui bozzetto - un vero capolavoro - dimostra al meglio la qualità e la scioltezza di tocco dell'artista. L'episodio evangelico viene presentato come uno spettacolo teatrale, a cui assiste e partecipa una piccola folla.
In un altro bozzetto di tema sacro, la Cena in casa di Simone, Ricci rende omaggio a Paolo Veronese, indiscusso maestro del colore. La sontuosità di costumi e suppellettili e la resa spettacolare dei colori manifestano la volontà di presentarsi come il Veronese del Settecento.
A questo punto del percorso espositivo ci si imbatte in alcune sculture di Gian Maria Morlaiter, considerato il "Ricci" di questa forma d'espressione artistica. Morlaiter ha saputo infatti riprodurre con la terracotta la stessa scioltezza e leggerezza che Ricci ha messo nei suoi dipinti. Ma in mostra sono presenti anche gli allievi del Nostro, come Diziani e Fontebasso (è molto bello il bozzetto raffigurante il banchetto di Cleopatra, un'opera purtroppo andata perduta) e i rivali con i quali Ricci dovette confrontarsi. Tra loro spicca il Tiepolo, "pittore della luce" e creatori di colori ammalianti. Per tenere il campo, Ricci puntò sul virtuosismo tecnico, consapevole di non poter gareggiare nel campo della creatività con l'astro emergente della pittura veneziana. Il Piazzetta, da vero artista meditativo, rifiutava invece la ricchezza del colore, ritenendola fonte di distrazione per l'osservatore. Ed è interessante notare che in mostra è presente anche un bozzetto monocromo, a testimoniare la "moda" invalsa tra i collezionisti di inserire nelle proprie gallerie opere di questo tipo come momenti di pausa per gli occhi. I nostri, invece, non si sono stancati di ammirare i bozzetti di Sebastiano Ricci, pittore del colore con un debole per formaggi e fanciulle.

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Sebastiano Ricci
Assunzione della Vergine (1733-1734)
Budapest, Museo di Belle Arti
95x51,5 cm; olio su tela
(bozzetto per la grande pala della Karlskirche di Vienna)
PS: attenzione agli orari: la mostra apre infatti piuttosto tardi, alle ore 11.00.
Saul Stucchi
Sebastiano Ricci. Il trionfo dell’invenzione nel Settecento veneziano
Sino all'11 luglio 2010
Orari: 11.00-19.00, chiuso il martedì
Centro Espositivo Fondazione Giorgio Cini
Isola di San Giorgio Maggiore
Venezia
Informazioni:
Istituto di Storia dell'Arte
Fondazione Giorgio Cini onlus
Tel. 041.2710230
http://www.cini.it/
Fonte

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