domenica 28 novembre 2010

BASQUIAT, LA PARABOLA DI UN MITO IN MOSTRA A PARIGI

clip_image001
Cadillac Moon, 1981, Acrylique et crayon sur toile, 162 x 172 cm, Collection Bischofberger, Suisse

Al Musée d’Art Moderne di Parigi è in corso fino al 30 gennaio una vasta retrospettiva sull’artista statunitense Jean Michel Basquiat, in occasione dell’anniversario del cinquantesimo anno dalla sua nascita.
Passato dall’arte di strada alle arti plastiche e divenuto la vedette della nuova pittura, in controtendenza con l’arte minimal e concettuale, Jean Michel Basquiat è nato a Brooklyn nel 1960 ed è morto a New York nel 1988 in seguito ad un overdose di eroina. Di origine portoricana e haitiana Basquiat ha saputo creare un immaginario che mescola generi e pratiche differenti come il fumetto, la pubblicità, la Bibbia ed i suoi eroi afro-americani musicisti e sportivi, definendo una contro cultura urbana, violenta ed anarchica.

clip_image002
Untitled (Fallen Angel), 1981, Acrylique, pastel gras et peinture à l’aérosol sur toile, 168 x 197,5 cm, Fondation d’Entreprise Carmignac Gestion, © The Estate of Jean-Michel Basquiat, © ADAGP, Paris 2010

clip_image003
Boy and Dog in a Johnnypump, 1982, Acrylique, pastel gras et peinture à l’aérosol sur toile, 240 x 420,5 cm, Courtesy The Brant Foundation, USA, © The Estate of Jean-Michel Basquiat, © ADAGP, Paris 2010

Quella di Parigi è una retrospettiva completa e quasi didattica che scandisce sala dopo sala tutte le fasi della sua crescita artistica, dall’epoca di Samo ©, 1978 all’incontro con Warhol nel 1982, passando per le più importanti esposizioni internazionali che lo hanno reso celebre, fino agli ultimi anni di vita. Con un allestimento classico da white cube ed un ordinamento cronologico, il genio di Basquiat viene raccontato a Parigi da opere - più di cento cinquanta- stravaganti ed eccessive, ma sempre debitrici della sua eccezionale energia creativa.
Graffitista di nascita, alla fine degli anni Settanta inventa una pseudo-religione - condivisa con il suo amico Al Diaz - che appare nelle sue opere con le sembianze di sentenze critiche, Samo © - Same Old Shit - “marchio”con il quale firma i suoi primi lavori fino al 1981, Cadillac Moon 1981. Basquiat si impone da subito sulla scena artistica contemporanea con i suoi elementi figurativi ed espressivi inediti, rivendicando il gusto per l’innocenza e la spontaneità del segno, ma anche l’uso di una figurazione violentemente espressiva. Questi sono i primi anni della sua ascesa, raccontati nelle prime sale della mostra, ma questi sono anche gli anni della Trans-avanguardia in Italia e della Figuration libre in Francia.
Consumismo, violenza e identità sono i temi che Basquiat ha sempre affrontato attraverso la sua produzione artistica. Temi che traspaiono lungo il percorso espositivo scandito dai momenti salienti del suo successo:  il passaggio dal Graffitiamo alla Pittura su tela, testimoniato da Fallen Angel 1981 o da Boy and Dog in a Johnnypump 1982; il successivo ricorso a materiali ed oggetti quotidiani come in Cassius Clay1982, o in Refrigerator 1981 dove utilizza un frigorifero rotto sul quale incide dei disegni;  i primi Ateliers, come quello a SoHo e le esposizioni più importanti, come la prima personale a New York nel 1982 presso la galleria Annina Nosei e quella alla Gagosian Gallery di Los Angeles nel 1982, tappe fondamentali della sua parabola ascensionale.

clip_image004
Cassius Clay, 1982, Acrylique et pastel gras sur toile sur palette de bois, 106 x 104 cm, Collection Bischofberger, Suisse, © The Estate of Jean-Michel Basquiat, © ADAGP, Paris 2010

clip_image005
Untitled (Refrigerator), 1981, Acrylique, marqueur et collage sur réfrigérateur, 140 x 64 x 57 cm

La pluralità dei materiali e delle tecniche impiegate – caratteristica molto evidente in alcune delle opere in  mostra come Portrait of the Artist as a Young Derelict 1982 (acrilico, olio, matita, legno e metallo) o Grillo1984 (acrilico, olio, collage e matita) - è senza dubbio il tratto dominante della sua ricerca estetica: una mescolanza di disegni, scrittura e collage impiegati  senza preoccupazione di gerarchie e con un tratto sempre istintivo della linea, dove la scrittura è associata a dei simboli quali testimonianza del suo impegno politico, economico e sociale.
L’incontro con Andy Warhol chiude la mostra. Avvenuto nel 1982 grazie a Bruno Bischofberger, segna un periodo di intensa collaborazione tra i due, il cui sodalizio porta al risalto dei caratteri pitturali dell’artista Pop attraverso segni e simboli tipici di Basquiat, come dimostra, 6.99 del 1985, una delle opere realizzate insieme. L’ultima sala del museo, dedicata al periodo prima della morte, mostra le sue ultime opere, in cui i colori scuri e le composizioni estreme, completamente vuote o totalmente sature, lasciano trasparire ancora oggi un triste anelito premonitore.
Si chiude così la mostra e con essa la parabola di una celebrità, una celebrità talmente strepitosa da rasentare quasi il mito.

clip_image006
Portrait of the Artist as a Young Derelict, 1982, Acrylique, huile et crayons gras sur bois et métal, 203,2 x 208,3 cm, Collection particulière, Paris, Courtesy Galerie Jérôme de Noirmont, © The Estate of Jean-Michel Basquiat, © ADAGP, Paris 2010

clip_image007
Grillo, 1984, Acrylique, huile, collage de photocopie, crayon gras, et clou sur bois, 45,7cm x 243,7 x 537 cm, Fondation Louis Vuitton pour la Création, © The Estate of Jean-Michel Basquiat, © ADAGP, Paris 2010

clip_image008
Andy Warhol et Jean-Michel Basquiat, 6.99, 1985, Acrylique et pastel gras sur toile, 297 x 420 cm, Collection Bischofberger, Suisse, © The Estate of Jean-Michel Basquiat, © ADAGP, Paris 2010

clip_image009
Andy Warhol, Jean-Michel Basquiat, 1982, Courtesy Galerie Bruno Bischofberger, Zurich, © The Andy Warhol Foundation for the Visuals Arts, Inc, © ADAGP, 2010

clip_image010
Jean-Michel Basquiat dans son atelier de Great Jones Street, New York, 1985 devant Untitled, 1985, Acrylique et pastel gras sur bois, 217 x 275,5 x 30,5 cm (détail), Collection particulière, Photo: © Lizzie Himmel, © The Estate of Jean-Michel Basquiat, © ADAGP, Paris 2010

Maddalena Rinaldi
Vai alla sede: Musée d’Art Moderne di Parigi

1 commento:

  1. Mi fa piacere che l'articolo sia piaciuto, tanto da riportarlo interamente! Grazie.
    Maddalena Rinaldi.

    RispondiElimina

ShareThis

post<li>
Related Posts with Thumbnails