Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri
Verona, sino al 30 gennaio 2011
Verona, sino al 30 gennaio 2011
L’esposizione si apre con una retrospettiva di trenta fotografie - fra le più note di Phillips-, realizzate dalla fine degli anni Trenta fino agli anni Sessanta.
Fotografo di punta di «Life», ha raccontato la catastrofe nazista e la seconda guerra mondiale ma anche il bel mondo.
La copertina del catalogo sulla mostra «Guerra e Pace», una ricca antologica con gli scatti di John Phillip
Cecoslovacchia 1938: Lillian Gish
Vienna 1938: l'arrivo delle truppe tedesche
Corpus Christi, Texas. Disegnatori progettano piani di guerra, 1940
Aereoporto La Guardia, New York 1941: lo stand del lancio dei cerchi durante una festa di beneficenza per la RAF
Yale 1942: l'Università
Cairo 1943: la scorta di re Farouk nelle strade
Teheran 1943, Stalin, Roosevelt (con il suo capo della sicurezza) e Churchill
Eboli 1944: venditore di scarpe
Alghero estate 1944: Antoine de Saint-Exupéry
Alghero, estate 1944: l'aereo di Antoine de Saint-Exupéry al largo di Capo Caccia
Austria 1945: esiliati
Palazzo del Quirinale, Roma giugno 1946: il Principe ereditario Vittorio Emanuele con un bambino cieco
Gerusalemme. L'ingresso di Abdullah nella città vecchia
Porto di Haifa 1949: immigrati sbarcano in Israele nell'anno successivo alla costituzione dello Stato
Emilia Romagna 1962: Sofia Loren arriva sul set de La Riffa, per la regia di Vittorio De Sica
Roma 1963: Federico Fellini discute a proposito dell'arte registica
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Nato da padre gallese e madre americana, crebbe in Medio Oriente e in Francia, a contatto con una cultura cosmopolita e ricca di stimoli. Molto presto si dedicò alla fotografia e nel 1937 cominciò la sua collaborazione con la prestigiosa rivista Life, come inviato in Europa.
Come scrive Walter Guadagnini nell’introduzione del catalogo “La figura e l'opera di John Phillips racchiudono l'essenza della grande stagione del reportage fotografico, iniziata negli anni Venti e protrattasi fino agli anni Sessanta”.
Una stagione che per Phillips si concluderà agli inizi degli anni 50, quando lasciò Life perché, come lui stesso scrisse “…. questa libertà d'azione faceva di noi dei giornalisti veri e propri: decidevamo l'argomento del servizio, prendevamo i contatti necessari, scattavamo le fotografie, scrivevamo le didascalie e trovavamo il modo più rapido per inviarle a New York. Eravamo autentici fotoreporter, un termine di cui hanno abusato i fotografi che in seguito avrebbero lavorato con un giornalista responsabile di progettare il servizio, organizzarlo, scrivere le didascalie, mentre tutto quello che loro dovevano fare era scattare fotografie in un ordine già predisposto. Sapevo che non avrei mai potuto lavorare in quel modo. Gli individualisti che procedevano a ruota libera come me avevano i giorni contati. Così decisi di prevenire la condanna a morte licenziandomi”.
Il progetto della mostra agli Scavi Scaligeri nasce dalla scoperta che presso la John and Annamaria Phillips Foundation esisteva un reportage inedito che Phillips aveva realizzato presso l’ospedale psichiatrico di Verona, San Giacomo della Tomba, nel 1959. Insoliti sono i motivi che avevano condotto Phillips a realizzare queste immagini: nel 1959 era stato ospite dei cognati Ida Borletti (sorella della moglie Annamaria) e Michael Noble, nella loro villa Idania a Garda: Noble, che era scultore, da un paio di anni seguiva gli atelier artistici del manicomio di San Giacomo, dai quali erano emersi i talenti di vari ricoverati, il più famoso dei quali è Carlo Zinelli.
Chiese quindi al cognato di seguirlo nelle sue visite, probabilmente per fotografare le attività dei laboratori ma, come scrive lo stesso Phillips “nel mese trascorso a fare fotografie all’istituto ho avuto occasione di ritrarre la vita quotidiana in un ospedale psichiatrico; ho anche avuto la fortuna di fotografare la grande festa dell’istituto, la celebrazione del santo patrono - dal quale l’ospedale prende il nome - e di immortalare i pazienti intenti nella preghiera e nelle rappresentazioni. Ho inoltre potuto fotografare i pochi fortunati che hanno avuto il permesso di uscire sotto sorveglianza…”.
Le fotografie dal San Giacomo in mostra sono circa 80, tra le quali sono esposte le 53 stampe originali realizzate dallo stesso Phillips per una pubblicazione che non è mai avvenuta.
Verona. S. Giacomo, 1959
Verona. S. Giacomo, 1959
All images
John Phillips © J + Am Phillips Foundation
Per far comprendere meglio al visitatore il valore di questo straordinario reportage la mostra inizia con una breve retrospettiva del lavoro di fotogiornalista; 31 scatti, dal 1937 al 1962: dalle feste dell’alta società inglese alla passeggiata di Sophia Loren sul set di un suo film, dalle origini del nazismo fino al ghetto di Varsavia in macerie. Dal ritratto di Saint Exupery, l’autore del Piccolo Principe, poco prima della partenza per il suo ultimo volo, a quello del grande regista Erich Von Stroheim seduto sulla sella trasformata in sgabello.
Scrive Walter Guadagnini nella prefazione “…si tratta davvero di una fotografia “umanista”…… (Phillips) è sempre rispettoso dei suoi soggetti…..: non giudica nella convinzione che i fatti - e le immagini - portino con sé il loro giudizio, e forse anche che gli eventi della storia superino le volontà dei singoli protagonisti, soprattutto quando si tratta delle comparse”.
Catalogo Silvana Editoriale
La mostra e il catalogo sono stati resi possibili grazie alla
John and Annamaria Phillips Foundation.
Fonte
Sede Espositiva
Centro Internazionale di Fotografia Scavi Scaligeri Cortile del Tribunale (Piazza Viviani) - 37121 Verona
+39 045 8007490
Informazioni +39 045– 8013732- 8000574 – 8046922- 8007020
www.comune.verona.it/scaviscaligeri/
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