mercoledì 18 maggio 2011

IL LINGUAGGIO DEL COLORE DI ROMANO REVIGLIO

Chi ne guarda i quadri scopre subito il piacere elegante e raffinato della scienza del colore di Reviglio e certe sue invenzioni o ossessioni compositive, a loro volta immerse bene nel corso dell’arte più recente. In questo linguaggio Reviglio si muove, inventa, racconta, guarda. Ma sa, mentre passeggia nelle stanze e insegue fantasmi e umori, mentre dipinge, quanto sia momentaneo, e fatuo e relativo, quel linguaggio, la sua finzione e apparenza. E sensibilità; o sensualità. E su questa che per ognuno di noi sarebbe un’angoscia, il senso di un possesso così trascorrente e rapido. Reviglio gioca la sua carta migliore. Perchè la sua è una pittura che s’accende di sensibilità (di piacere), come chi vi sappia intravedere una intensità estrema, una bellezza non residua.
Le sue opere sono inconfondibili, il simbolo di una pittura in movimento, di innovazione e contemporaneità

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Fonte
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Il Po al monte dei cappuccini

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