L’arte del popolo, povero, brutto, cattivo.
Giacomo Ceruti era detto il Pitocchetto perché dipingeva povera gente (straccioni, lavandaie, mendicanti, malati, reietti, i pitocchi appunto, ossia poveracci). Basta osservare questi esempi per accorgersi di come l’artista sia interessato all’aspetto psicologico, dando a queste persone una dignità e un contegno che nessuno prima di lui aveva mai osato.
"Vecchio mendicante", 1737 circa, olio su tela, cm 74,5 x 54,5; Göteborg, Kunstmuseum.
GIOVANNI DONNE CHE LAVORANO,
1724-1734 circa olio su tela, 197 x 170 cm
1724-1734 circa olio su tela, 197 x 170 cm
Portarolo col cane
“La lavandaia”
I due disgraziati ( i due pitocchi), 1730 ca., Brescia, Pinacoteca Civica Tosio-Martinengo
Portarolo seduto con cesta a tracolla, uova e pollame, olio su tela 130 x 95 cm - Milano, Pinacoteca di Brera
“Donna con cane”
Grazie al Pitocchetto riflettiamo, riusciamo ad intuire un mondo che, dalla corte dei miracoli, dalle galere, dai ghetti dei diseredati e dei derelitti, partirà alla conquista della Bastiglia, dirà basta al predominio di pochi incipriati parrucconi, taglierà la testa al Re Sole e agli altri imbellettati nobilastri.
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