Raja Ravi Varma nacque nel 1848 nel Kilimanoor Palace, non lontano da Trivandrum, nello stato del Kerala, estremo sud dell'India, che a quei tempi costituiva la capitale del regno di Travancore.
Dato che dimostrò molto presto di avere un particolare talento artistico, i genitori gli permisero di seguire lezioni di acquerello e di pittura a olio proprio alla corte del Maharaja di Travancore. In quest'ultima disciplina Raja Ravi Varma fu seguito da un maestro olandese di pittura, Theodor Jenson.
Le sue opere cominciarono ad essere apprezzate dal momento in cui vinse un premio a Vienna nel 1873; i quadri vennero poi inviati anche in America e lui stesso viaggiò molto per promuovere la sua pittura.
Lo stile di questo grande artista del secolo scorso, è una particolare mescola di linguaggi artistici, tecniche e culture; rappresenta i suoi eroi - quelli della mitologia, dell'epica e della letteratura indiane- come se fossero cantanti dell'opera, con le loro espressioni patetiche, romantiche o eroiche dal sapore da '800 europeo.
In alcuni casi poi, si intravede nella composizione e nel gusto un riferimento ai maestri del nostro Rinascimento, oppure ai pittori olandesi del sei-settecento.
Altre volte ritroviamo infine i canoni di rappresentazione estetica indiani a regolare una iconografia poco diversa da quella tradizionale.
Varma rappresenta comunque una rivoluzione nel gusto e nell'estetica di eroi e divinità, fino a quel momento rappresentati nella perfezione delle proporzioni dettate dai shastra (i trattati) classici, quelli di architettura, scultura e pittura, che hanno fissato per secoli le forme perfette.
Ha dato inoltre la possibilità a questa sua arte in equilibrio tra due mondi, di arrivare anche a coloro che non potevano permettersi di acquistare un'opera preziosa: i quadri infatti vennero trasferiti su supporti economici, come stampe e calendari tramite la litografia e l'oleografia, e in questo modo diffusero un gusto tutto nuovo.
Un gusto nell'espressione estetica che influenzò profondamente l'arte figurativa del '900 e arrivò anche al cinema.
Da quel momento gli eroi del Mahabharata e del Ramayana vennero rappresentati assecondando una sensibilità decisamente più 'romantica' tentando di conciliare - come per la musica operistica - la passione di tutto un popolo per l'arte, avvicinandola alla forme più largamente condivise della devozione.
Fonte
http://www.cyberkerala.com/rajaravivarma/
ma nn ce una descrizione di un suo quadro?
RispondiEliminami servirebbe per un lavoro che sto svolgendo in questi giorni..... grazie