giovedì 5 aprile 2012

HENRI CARTIER-BRESSON PAUL STRAND MEXIQUE 1932-1934

“La macchina fotografica è per me un blocco di schizzi, lo strumento dell’intuito e della spontaneità. [...] Fotografare è trattenere il respiro quando le nostre facoltà convergono per captare la realtà fugace; a questo punto l’immagine catturata diviene una grande gioia fisica e intellettuale. Fotografare è riconoscere nello stesso istante e in una frazione di secondo un evento e il rigoroso assetto delle forme percepite con lo sguardo che esprimono e significano tale evento. È porre sulla stessa linea di mira la mente, gli occhi e il cuore. È un modo di vivere. (Henri Cartier-Bresson)


Fino al 22 aprile 2012, presso la Fondation Henri Cartier-Bresson sarà possibile visitare Mexique: il soggiorno in Messico di Henri Cartier-Bresson e Paul Strand. Una retrospettiva con scatti che fanno riferimento al biennio 1932 - 1934.
Molto interessante lo sguardo dei due protagonisti: mentre Strand si focalizza maggiormente sullacultura indigena, sui simboli religiosi e i paesaggi locali, Bresson è molto più attratto dagli individui, decontestualizzati dall’ambiente di provenienza. I ritratti di quest’ultimo variano dalle espressioni intense delle prostitute alla povertà presente in modo indelebile sui volti degli abitanti.
Il concetto di fotografia per Strand è molto più legata al fenomeno del reportage, a volte freddo e distaccato, per Bresson invece, lo scatto è più una questione estetica-emozionale che ha alle spalle una preparazione più dettagliata e studiata al fine di comunicare emozioni più concrete e durature.

clip_image001 Henri Cartier-Bresson, Mexico, 1934, © Henri Cartier-Bresson/Magnum

clip_image002 Calle Cuauhtemoctzin, Mexico City, Mexico, 1934

HCB1934003W00004 Henri Cartier-Bresson, Mexico, 1934, © Henri Cartier-Bresson/Magnum
clip_image005 Henri Cartier-Bresson, Mexico, 1934, © Henri Cartier-Bresson/Magnum
clip_image002[4] Henri-Cartier-Bresson, Juchitan, Mexique, 1934
clip_image007
Mexico (girl with a magazine), photo by Henri Cartier-Bresson, 1934
clip_image008 Henri Cartier-Bresson, Mexico, 1934, © Henri Cartier-Bresson/Magnum

clip_image009Calle Cuauhtemotzin, Mexico City Henri Cartier-Bresson (1908-2004, French) 1934
clip_image010
Henri Cartier-Bresson, Mexique, 1934 © Magnum Photos — Courtesy Fondation Henri Cartier-Bresson
clip_image013 Henri Cartier­‐Bresson, Mexico, 1934 © Magnum Photos / Courtesy Fondation Henri Cartier-Bresson
clip_image015 Henri Cartier­‐Bresson, Mexico, 1934 © Magnum Photos / Courtesy Fondation Henri Cartier­‐Bresson
clip_image016Cartier-Bresson, Woman Asleep, Juahitan, Mexico, 1934
National Gallery of Canada, Ottawa

Henri Cartier-Bresson è una figura mitica della fotografia del XX secolo. Pioniere del fotogiornalismo a fianco di Walzer Evans, Brassaï e Kertész, ha viaggiato molto e ha rivolto il suo sguardo ai grandi eventi che hanno segnato questo secolo. Adepto del reportage di strada, è anche l’inventore del concetto del "momento decisivo". Con Robert Capa, David Seymour, William Vandivert e George Rodger, nel 1947 fonda la celebre agenzia cooperativa Magnum Photos.Nel 2003 crea con Martine Franck, sua moglie, e Mélanie, la figlia, la Fondazione Henri Cartier-Bresson a Parigi per la conservazione e la presentazione delle sue opere e per sostenere ed esporre altre fotografie.


*********************

Paul Strand. 1890 (New York) – 1976 (Orgeval, Francia)
Paul Strand può essere considerato uno dei padri della fotografia artistica, autentico artefice dell’evoluzione di questo mezzo espressivo fin dai primi anni del novecento.
Fotografo sociale, acuto sperimentatore, fine stilista, teorico e cineasta ha attraversato il secolo scorso con uno sguardo attento, diretto e penetrante.
Strand analizzava la realtà, cercava di cogliere la sua autenticità e la sua più intima essenza. La sua era una rigorosa ricerca di obiettività. L’intenzione era quella di rappresentare fedelmente la vita, evidenziando ogni possibile sfumatura. Strand dunque documentava il mondo e l’esistenza degli uomini e cercava di fermare i paesaggi in tutta la loro poetica profondità. Questa convinzione estetico-stilistica lo portò nei suoi primi anni di carriera a battersi contro il pittoricismo (anche se sono riscontrabili in diverse occasioni vistose contraddizioni) per privilegiare la straight photography (fotografia diretta).
Vate del bianco e nero, Strand si affidava alle linee, ai volumi e agli spazi e non manipolava in alcun modo le immagini. I suoi sono scatti in cui è riscontrabile una costante ricerca di purezza e semplicità, a scapito di tendenze estetizzanti.
La fotografia di Strand si snoda attraverso molti temi: i paesaggi, l’astrattismo, i ritratti, il reportage a sfondo sociale, le strutture architettoniche, la natura. Il suo sguardo nei confronti del mondo è preferibilmente frontale.
clip_image018Paul Strand, Men of Santa Ana, Lake Patzcuaro (Hommes de Santa Anna, lac Pátzcuaro), Michoacan, 1933 © Aperture Foundation Inc., Paul Strand Archive
clip_image020Paul Strand, Landscape near Saltillo (paysage près de Saltillo), 1932 © Aperture Foundation Inc., Paul Strand Archive
 clip_image022
Paul Strand, Woman of Alvarado, Veracruz, 1933

clip_image024
Paul Strand, Nets. Michoacan. 1933

Nessun commento:

Posta un commento

ShareThis

post<li>
Related Posts with Thumbnails